Hr all’opera per HR Community Talent days

HR all’opera per apportare il proprio contributo all’ Hr Community Talent Days, in BNL.

Una bellissima esperienza l’ Hr Community Talent Days, l’incontro di orientamento formativo e professionale dedicato all’inserimento nel mercato del lavoro dei figli dei professionisti delle aziende iscritte alla community.

L’Hr Community Talent Days è stato pensato per far si che i percorsi formativi che i giovani intendono intraprendere siano in linea con le effettive richieste del mercato, in modo che lo studio diventi concretamente una base per la professione futura.

Il primo passo è senz’altro quello di aumentare la consapevolezza delle opportunità presenti nel mercato del lavoro, attraverso la valorizzazione delle giovani risorse.

E’ fondamentale essere consapevoli del proprio talento e delle proprie abilità, in egual modo è fondamentale saperlo comunicare durante un colloquio di lavoro.

Ogni Hr consiglia di individuare le proprie aree forti, di misurare il valore che hanno nella nostra vita.

Quali sono le 3 caratteristiche che ti contraddistinguono e che ti rendono il candidato giusto?

Come misuri l’intensità di queste caratteristiche, quanto vengono percepite dagli altri?

Altra abilità di cui fare tesoro: la concretezza, la capacità di saper immaginare su un piano applicativo le nozioni apprese.

Interessante anche l’accento sull’aspetto relazionale della selezione: la capacità di empatizzare con il recruiter, di creare il giusto dialogo.

Un incontro ricco di contribuiti a cui la Matteomaserati.it ha avuto il piacere di partecipare esprimendo il proprio e raccogliendo spunti interessanti e soprattutto di grande valore.

Come trattare con le persone

Oggi ci concentriamo su una dinamica molto a utile per tutti: come trattare con le persone.

Si tratta di un’esigenza che può presentarsi molto di frequente, perchè avere a che fare con gli altri è un esercizio che pratichiamo assiduamente nella nostra vita familiare, professionale, sociale.

Talvolta siamo portati a credere che, proprio perchè avere a che fare con gli altri ci è richiesto da sempre, siamo in grado di farlo sempre con la massima efficacia e abilità.

Non è esattamente così.

Quando parliamo con gli altri, infatti, accade di frequente di non metterci abbastanza nei panni del nostro interlocutore e tentiamo di proporre il nostro punto di vista senza porci domande profonde sulle cose che realmente interessano o piacciono agli altri.

Come portare gli altri verso la nostra direzione? Come ottenere dagli altri quello che vogliamo?

Il solo modo per ottenere dagli altri ciò che noi vogliamo è fare in modo che anche loro lo vogliano, far nascere in loro lo stesso bisogno.

Come fare in modo che le persone vogliano le stesse cose che vogliamo noi?

Un buon modo è capire cosa desiderano.

Cosa è importante per le persone?

Il filosofo John Dewey sosteneva che il desiderio più importante delle persone è quello di sentirsi importanti, sentire che gli altri ne riconoscano i meriti ed abbiano un interesse per loro.

E’ molto importante infatti, nel trattare con le persone, manifestare un interesse nei loro confronti esprimere gratificazione per loro, metterne in risalto i meriti.

Questo è senza dubbio un buon modo per avvicinarsi alle persone, senza cadere nell’eccesso di adulare gli altri, l’apprezzamento deve essere sincero.

Il segreto è non dimenticare mai che ci stiamo relazionando con degli essere umani e dunque bisognosi di gratificazione. E’ importante dunque spostare il focus del nostro interesse sui nostri interlocutori e porre noi stessi in secondo piano per creare empatia e trovare un punto di incontro nel trattare con le persone.

Il look di Steve Jobs

Negli ultimi anni video e foto che ritraggono la figura di Steve Jobs hanno abbondantemente popolato gli schermi web e non solo. Se proviamo a soffermarci per un istante sul look di Steve Jobs , balza nella mente di tutti la maglia nera a collo alto e i mitici Lewis che quasi lo fanno sembrare come uno capitato lì per caso a presentare al mondo la sua ultima genialata. In rete qualcuno parla del suo stile casual, si narra che quando andò in Giappone, presso la sede della Sony, rimase piacevolmente colpito dalla presenza delle divise, idea che tentò di proporre ai suoi collaboratori senza riscuotere particolare successo. L’abbigliamento costituisce un canale importante della comunicazione non verbale e di certo proprio il re della comunicazione questo non poteva ignorarlo. Steve Jobs ha sempre suscitato curiosità per lo stile adottato in occasione della presentazione dei suoi prodotti. Molte persone hanno ironizzato sul suo insolito modo di vestire, poco formale, estremamente semplice e snello. Non è passato inosservato il fatto che un personaggio di tale spessore  presentasse prodotti di una gamma così elevata in jeans, maglioncino a collo alto e scarpe da ginnastica. Sta di fatto che questo stile estremamente friendly ha permesso che un prodotto molto costoso non fosse, almeno nell’immaginario, appannaggio solo di alcuni. Non si tratta prettamente di una questione di comunicazione, piuttosto di una questione di strategia di vendita. Questo stile peraltro si adatta solo parzialmente a Steve Jobs che infatti alle occasioni formali non manca di presentarsi con un abbigliamento adeguato al contesto.

Mi chiedo come mai, durante le presentazioni dei prodotti Apple, non si sia mai presentato con una camicia! Forse la risposta risiede nel fatto che voleva trasmettere un preciso messaggio con il suo stile, ovvero che l’Iphone o l’Ipad che stava presentando al suo pubblico riflettevano un’immagine così “cool” da far sentire in jeans e maglietta tutti quei manager in giacca e cravatta che lo circondavano.

La vita di Steve Jobs in 10 punti

Leggendo la vita  di Steve Jobs e tutte le informazioni divulgate sul suo conto si ha la sensazione di rincorrere faticosamente qualcosa che non si riesce mai ad afferrare del tutto. Dalle infinite notizie trapelate da chi ha avuto l’opportunità di intervistarlo, di collaborare con lui, di interagire con lui, emerge un profilo estremamente poliedrico, l’immagine di uomo fatto di tante cose: di genio, di contraddizione, di intuizioni rivoluzionarie espresse in sintonia con l’evoluzione della società, società che lui stesso ha contribuito a trasformare introducendo nelle nostre vite strumenti innovativi in grado di stimolare la nostra creatività e al tempo stesso fornirci soluzioni.
Seguendo la linea temporale dalla sua vita, sin dall’esordio sembra di imbattersi in una fiaba: il ragazzo adottato che si adopera per realizzare il proprio sogno e cambia il destino dell’umanità, l’uomo destinato ad essere ricordato per sempre dalle generazioni successive per aver compreso che nella sua epoca il segreto per creare valore andava ricercato nella fusione di due elementi: creatività e tecnologia.

La vita di Steve Jobs è ricca di avvenimenti, di incontri, di scelte che abbiamo deciso di schematizzare in 10 punti:
1955: Joanne Carole Schieble e Abdulfattah “John” Jandali, due studenti universitari mettono al mondo Steve, che, appena nato, verrà subito adottato da Paul e Clara Jobs, una coppia di Santa Clara, in California.
1972: Steve si diploma alla Homestead High School di Cupertino e si iscrive al Reed College di Portland, per poi lasciare gli studi appena sei mesi dopo.
1976: Jobs e il suo amico Steve Wozniak fondano la Apple Computer autofinanziandosi attraverso la vendita di beni personali. I due producono Apple II , un modello di microcomputer particolarmente avanzato.
1984: Apple lancia un personal computer compatto con un sistema operativo a interfaccia grafica: l’Apple Macintosh. Il nuovo modello dotato di menù a tendina, finestre e ricco di icone conquista subito il pubblico. L’Apple Macintosh è dotato di un sistema indubbiamente superiore rispetto alle altre proposte del settore, nonostante questo non raggiunge gli obiettivi di vendita programmati. La pubblicazione dei dati ufficiali delle vendite determina uno scontro all’interno del consiglio di amministrazione e Jobs viene estromesso.
1985: Steve Jobs acquista la Next Computer, la superiorità dei computer prodotti rispetto alla concorrenza è notevole, ma lo sono anche i prezzi che penalizzano gravemente le vendite, tanto che nel 1996 il settore hardware delle Next Computer viene chiuso.
1986: Jobs acquista dalla Lucas Films la Pixar. La Pixar si dedica principalmente alle animazioni computerizzate e nel 1995 lancia “Toy Story” il primo film di animazione realizzato totalmente al computer in grafica 3d.
1996: anno decisivo per le sorti della Apple, l’azienda entra in crisi, il sistema operativo utilizzato risulta obsoleto e dopo diversi tentativi di acquisto di altri sistemi l’azienda contatta Steve Jobs, il quale propone alle Apple l’assorbimento della Next Computer con conseguente acquisizione del sistema operativo Nextspet. L’affare va in porto e il Nextspet diviene la base di quello che sarà il Mac Os X.
2002: il genio creativo di Steve Jobs abbraccia il mondo della musica ed entra in scena l’Ipod. In corrispondenza della produzione dell’ Ipod viene sviluppata anche la piattaforma Itunes che si afferma come il principale riferimento di musica virtuale.
2007: nel giugno di quest’anno Jobs colonizza anche il mondo della telefonia e lancia sul mercato l Iphone, uno smartphone con un unico tasto con il quale si interagisce attraverso un schermo multi-touch. L’assenza della tastiera sul dispositivo lascia uno spazio maggiore alle immagini e alle funzioni di: telefonia, fotocamera, lettore di file multimediali. L’Iphone costituisce una vera rivoluzione fornendo soluzioni innovative e generando esigenze nuove stimolando gli utenti a concepire l’utilizzo del telefono cellulare in un modo totalmente diverso. Tre anni dopo Jobs presenta l’ Ipad, il primo tablet presente sul mercato. L’ipad riscuote un successo immediato.
2011: il 24 agosto Steve Jobs si dimette da amministratore delegato della Apple a causa dei suoi problemi di salute che il 5 ottobre dello stesso anno lo condurranno alla morte.