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Motivazione e bisogni: le due leve della crescita professionale.

La motivazione è alla basa della crescita professionale, oggi più che mai, date le complesse dinamiche di mercato.

La motivazione è quell’elemento che ci spinge a fare le cose, che ci consente di trovare la forza e le energie per realizzare un obiettivo a cui teniamo e che per noi è importante ed è la principale leva della crescita professionale, nonché personale, di un individuo.

 

Dai bisogni alla motivazione

 

La motivazione alla crescita personale risponde a un preciso bisogno dell’individuo: quello di autorealizzazione e autostima, collocato nel quarto livello della piramide di Maslow.

Che cos’è adesso questa piramide?

La piramide di Maslow rappresenta un tentativo, effettuato per l’appunto dallo psicologo Maslow nel lontano 1954, di catalogare e ordinare i bisogni principali degli individui.

Per facilitarti nella comprensione di questo modello, ripassiamo un attimo insieme l’ordine dei bisogni, ovvero come sono collocati dalla base alla punta della piramide, partendo dunque dai più basilari ed essenziali per arrivare a quelli più complessi ed evoluti.

Bisogni:

  • sopravvivenza. Abbiamo in questo livello tutti i bisogni fisiologici: respirare, mangiare, dormire, omeostasi;

 

  • sicurezza. In questo livello troviamo la protezione fisica, occupazione del territorio, la morale, la proprietà, la famiglia;

 

  • appartenenza. Questo bisogna si ricollega alla famiglia, le amicizie, le relazioni;

 

  • stima. Qui troviamo il bisogno di autostima, nonché di autorealizzazione ed è il livello che più ci interessa in questo articolo;

 

  • autorealizzazione. Anche questo livello verte in modo particolare sui temi di questo articolo perché riguarda la sfera della creatività, dell’assenza di pregiudizio e dell’accettazione. Tutte prerogative fondamentali per la crescita, non solo professionale, degli individui.

 

 

La motivazione alla crescita risponde sicuramente al bisogno di autorealizzazione, questo richiede un lavoro sistematico sulla persona, in termini di caratteristiche e competenze.

 

Saper far fronte a tutto questo è un talento?

No. Si tratta di una competenza a sua volta.

Una competenza che va acquisita e su cui naturalmente posso aiutarti.

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Focus sul piano d’azione: dal problem solving all’obiettivo

Torniamo ciclicamente a parlare di piano d’azione perché si tratta di uno strumento molto utile da rinnovare ogni qualvolta cambiano i nostri obiettivi o ce ne poniamo di nuovi.
 
Il mercato è molto dinamico e mutevole, la vita in generale ci richiede una continua flessibilità, questo ci pone nella condizione di dover spesso ritoccare il nostro piano d’azione.
 
 

Dal problem solving al piano d’azione

Quando si parla di piano d’azione non si può prescindere da una competenza molto importante: il problem solving. Questo deriva semplicemente dal fatto che non esiste progetto che non presenti ostacoli o difficoltà da superare.
Il problem solving, in quest’ottica si pone come strumento necessario per garantire poi i successivi step del piano d’azione. Come si applica il problem solving? 
Come anticipato, si tratta di una vera e propria competenza da acquisire, con un percorso mirato e dettagliato.
 
Possiamo intanto anticipare qualche elemento affinché tu possa farti un’idea della sua applicazione.
Ecco gli step fondamentali.
  • Individua il problema. Una delle principali azioni da compiere quando si parla di problem solving è proprio chiedersi dove sia il problema. Se il problema non è così visibile, allora bisogna andare a cercarlo, ovvero bisogna chiedersi quali difficoltà possano intervenire durante la preparazione di un piano d’azione, bisogna fare una vera e propria mappatura dei possibili ostacoli;

 

  • Analizza il problema. Individuati gli ostacoli e i problemi, si passa agli step fondamentali per dirigersi verso la soluzione, ovvero l’analisi di tutte le componenti di quel problema e delle possibili conseguenze a breve, medio e lungo termine;

 

  • Elabora idee e soluzioni. L’analisi è uno step fondamentale perché scandagliando il problema si gettano le prime basi per nuove possibili idee e soluzioni.
 
Solo a questo punto, non prima, è possibile lavorare davvero a un piano d’azione partendo dunque da: la mappatura dei problemi, le azioni di problem solving da attivare per risolvere, le nuove idee da sviluppare per arrivare a una soluzione.
 
Nel piano d’azione è contenuto ogni step di questo processo, dalle fasi preliminari ai comportamenti da mettere in atto per svilupparlo e realizzarlo.
 
Un piano d’azione rappresenta una soluzione molto efficace quando si ha un obiettivo di progetto, perché ci consente di rivisitare gli step, cambiarli, rivalutarli alla luce di nuovi elementi non emersi in precedenza.
 
La metodicità del piano d’azione ci preserva dall’approssimazione e dall’errore conducendoci verso il successo del nostro progetto
 
Questi elementi sono fondamentali in azienda come nelle singole attività quotidiane, sono supportati da processi comunicativi applicati a sistemi organizzativi diversi a seconda del livello di complessità.
Un piano d’azione è funzionale a un obiettivo, quest’ultimo è indispensabile per  il successo di qualunque progetto si voglia portare a compimento.
Come si impara a lavorare sui propri obiettivi e a impostare un piano d’azione?
Nell’unico modo possibile: acquisendo strumenti e competenze.
Io posso aiutarti.
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Comunicazione in azienda: il ruolo del feedback.

Uno degli argomenti più sentiti nel vasto universo della Comunicazione aziendale è il feedback.
 
Ti chiederai perché è un argomento così discusso e a cui si fa continuamente riferimento. 
Ti rispondo io: perché è uno degli strumenti di comunicazione interpersonale più impattanti, soprattutto in contesti professionali. 
 
Sul feedback si potrebbero scrivere fiumi di parole, quello che però salta velocemente all’occhio è che, pur essendoci una consapevolezza diffusa dell’importanza del feedback, tuttavia il suo utilizzo viene spesso tralasciato e dunque sottovalutato.
 
Il feedback avvia un processo comunicativo per cui un interlocutore restituisce delle informazioni a un altro soggetto, o di sua iniziativa o dietro specifica richiesta.

Feedback: ostacoli e titubanze

Uno dei principali ostacoli all’utilizzo del feedback è la titubanza emotiva che si prova sia nel chiederlo sia nel restituirlo.
Può essere difficile per alcune persone, o in specifici contesti, andare da un collega o da un responsabile e chiedere “mi diresti cosa posso migliorare in questa prestazione?”.
 
Allo stesso modo anche restituire un feedback può essere complicato, specie se non richiesto 
Il feedback è efficace sì, ma il suo utilizzo non deve sfuggire di mano, nella misura in cui deve essere gestito con tecnicità e competenza.🧐

Gli aspetti tecnici del feedback

Ti aiuterò ora nell’individuare alcuni elementi tecnici del feedback, alcuni aspetti che ne rendono efficaci le funzioni.
  • Il feedback deve riguardare azioni e comportamenti, non la persona che lo riceve. Quando si restituisce un feedback, il suo contenuto deve essere funzionale al raggiungimento di obiettivi comuni, non al giudizio;
  • Il feedback deve essere dettagliato. Quali azioni, in quale momento? Perché? Quanto più sarà concreto e misurabile tanto più potrà essere utile per lavorare sul margine di miglioramento;
  • Il feedback deve essere un processo a due vie in azienda, si dà con professionalità e precisione e si chiede con consapevolezza e fiducia;
  • Porre attenzione – e dunque chiedere anche – feedback positivi. Il feedback non è solo un strumento di rilevazione dell’errore, ma anche un possibile elemento per un modello di buona pratica.
Il feedback è uno degli aspetti più incisivi della comunicazione in azienda.
Come usi o gestisci i feedback?
Come impattano sulla tua Comunicazione?
Sai cosa devi fare se vuoi approfondire questo e molti altri argomenti fondamentali per la tua comunicazione vero?
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Tempo poco, efficacia al massimo: trasmetti il tuo valore attraverso la Comunicazione ad Alto Impatto

Il 1° Luglio è qui e il corso sulla Comunicazione ad Alto Impatto è davvero alle porte.
Tra qualche giorno in aula ti svelerò le strategie più efficaci per eccellere nelle performance di comunicazione! 
 
 

 

Comunicazione ad Alto Impatto: tempo ed efficacia al massimo.

 
L’obiettivo della Comunicazione ad Alto Impatto non lascia spazio al dubbio: l’interlocutore deve sapere chi sei, cosa hai da dire e quanto vali in un tempo molto limitato.
 
In una logica di questo tipo le tua abilità comunicative devono puntare all’eccellenza perché, quasi sicuramente, non avrai una seconda occasione per convincerlo delle tue argomentazioni.
 
Le tue parole, per quanto ponderate, saranno efficaci solo se calibrate in funzione del messaggio che devi trasmettere. 
 
Il risultato della tua performance di comunicazione non di dovrà basare su una tua sensazione o impressione: imparerai a misurare il gradimento dei tuoi interlocutori. 
 
 
Un elemento imprescindibile quando si parla di tempo limitato ed efficacia è sicuramente l’attenzioneComunicazione ad Alto Impatto significa saper catturare un elevato livello di attenzione di chi ti ascolta, in modo che nessun elemento possa interferire con il messaggio trasmesso e minarne l’efficacia. 😱
 
Alla luce di questo il tuo obiettivo di comunicazione deve essere chiaro, dettagliato, inequivocabile!
 
Sbagli se pensi che la capacità di arrivare agli altri con efficacia sia una dote naturale, una specie di talento da leader carismatico.
Ebbene non si tratta di questo, la Comunicazione ad Alto Impatto è una competenza e sono qui per lavorarci insieme.
 
 
Solo con il giusto set di skill e abilità potrai arrivare non solo alla mente, ma anche al cuore del tuo interlocutore, facendo dialogare la sua sfera razionale con quella emotiva, conquistando così il 100% della sua attenzione. 
 
Non stai nella pelle all’idea di saper applicare uno strumento così potente?
 
Il 1° Luglio è alle porte!
Ultima chiamata per Comunicazione ad Alto Impatto!
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Comunicazione ad Alto impatto: strategie innovative per un mercato in evoluzione.

Il 1° Luglio si avvicina e il corso sullaComunicazione ad Alto Impatto è davvero alle porte.
Non vedo l’ora di vederti in aula per raccontarti le strategie più efficaci e innovative per farti eccellere nelle tue performance di comunicazione

Perché una Comunicazione ad Alto Impatto

Perché saper comunicare non basta più, o meglio, è un punto di partenza imprescindibile, ma se si vuole fare il salto di qualità è sull’impatto che ci si devono porre le domande giuste. 
  • Come arriva agli altri ciò che dico?
  • Quanto risulto credibile quando espongo le mie motivazioni?
  • Quanto condiziono il comportamento di chi mi ascolta orientandolo verso i miei obiettivi?
Porsi queste domande significa stabilire dei parametri di misurazione che mi fanno dire se le mie parole, e il modo in cui le dico, sono in grado di generare impatto oppure no.
Ma perché, qualcuno si chiederà – e poi mi chiederà – è così importante partire dall’impatto? 
Perché l’impatto è già un risultato, quindi pormi un alto impatto come obiettivo significa allenarmi all’eccellenza.
L’eccellenza oggi non è lusso, ma una condizione fondamentale se si vuole stare al passo con un mercato che evolve alla velocità della luce.
Un tempo le competenze di comunicazione erano richieste solo, e in special modo, a chi per professione si trovava più spesso alle prese con presentazioni, intrattenimento, insegnamento. 
Oggi il mercato chiede a un numero sempre maggiore di professionisti – in tutti i settori – di sviluppare competenze di comunicazione
Per un semplice motivo: perché non se ne può fare a meno e restarne lontano significa perdere opportunità e fette importanti di mercato. 
Che tu venda servizi o prodotti, i tuoi clienti e i tuoi interlocutori sono sempre più informati e curiosi di entrare nel dettaglio, smaniosi di sapere cosa scegliere e perché. 
Molti arrivano con domande complesse, altri con verità strappate a Google che vanno spiegate o smentite.
Un altro effetto della digitalizzazione sulla capacità di saper comunicare efficacemente è la necessità di fare ognuno la propria parte, qualunque sia il ruolo professionale e la posizione che si occupa: ci si confronta dal vivo e in virtuale con clienti, colleghi, responsabili.
E lì l’impatto conta nella Comunicazione, eccome. 
In sintesi: se prima erano in pochi a dover padroneggiare l’arte dell’oratoria, oggi è una competenza sempre più richiesta e soprattutto innovativa, visto che il modo di comunicare è cambiato a seguito delle dinamiche dell’economia attuale.
Qual è il segreto per affrontare – e con successo – tutto questo?
Farsi trovare pronti, non solo nel comunicare, ma nell’eccellere in modo da generare un alto impatto su tutti gli interlocutori coinvolti.
Io ho pensato a tutto naturalmente!

 

 

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Comunicazione ad Alto Impatto: le quattro incognite da superare per l’efficacia del tuo messaggio.

Se segui questo blog è perché probabilmente sei interessato a tematiche che riguardano la Comunicazione o perché hai già frequentato un mio corso.
 
 
Con ogni probabilità sei anche un bravo comunicatore e proprio per questo motivo hai capito che oggi essere un bravo comunicatore non basta più: oggi l’efficacia della Comunicazione si misura con l’Impatto.
Quindi è necessario che le tue performance comunicative vengano tarate su standard più alti se vuoi ottenere i risultati che speri.

Comunicazione ad Alto Impatto

Il tanto atteso e richiesto corso sulla Comunicazione ad Alto Impatto è alle porte!
Questo mi porta a farti una domanda: conosci gli elementi su cui lavorare per fare un salto di qualità nelle tue performance di Comunicazione?

Il modo di comunicare delle persone è cambiato, il mercato è cambiato, molti processi si sono velocizzati, le distanze si sono vanificate e il concetto di tempo è stato completamente stravolto in virtù dell’innovazione tecnologica che ha praticamente ridotto all’osso i tempi di risposta.
 
Perché questa premessa?
Perché anche se sei consapevole di essere un bravo comunicatore, è giunto il momento che tu acquisisca gli strumenti per generare impatto sul tuo interlocutore, per richiamare a la sua attenzione grazie alla forza delle tue argomentazioni.
 
All’interno di un processo di Comunicazione, la più grande incognita in cui potrai imbatterti è l’interlocutore, anzi, a dire il vero, la solo figura di ogni singolo interlocutore include in sè ben quattro elementi che non puoi conoscere in anticipo ma che devi sicuramente riuscire a gestire se vuoi che il tuo messaggio generi l’impatto atteso.
 

Le quattro incognite da superare per l’efficacia del tuo messaggio

Vediamo insieme questi quattro elementi.
  • La conoscenza della persona: non sempre puoi conoscere il tuo interlocutore, anzi, nella maggior parte dei casi non lo conosci affatto; ancor più complesso se gli interlocutori sono molteplici, come nel caso di una platea. Non sempre si ha la possibilità di avere delle informazioni in anticipo e nonostante questo devi essere efficace. Una sola risorsa può salvarti in una situazione simile: le competenze per mettere in atto una Comunicazione ad Alto Impatto.
  • La comprensione dello stato d’animo. Se non conosci la persona, ancor più complicato sarà capirne le emozioni e lo stato d’animo in corso. Anche in questo caso la soluzione è in uno strumento insostituibile: la competenza.
  • La lettura del contesto. Per quanto le tue argomentazioni possano essere convincenti non è detto che le condizioni di contesto siano necessariamente favorevoli. Anche questa è un’abilità da allenare: saper leggere il momento e il contesto all’interno di un processo di Comunicazione, soprattutto quando il tempo è poco e l’efficacia urgente!
  • La trasmissione di empatia. Quanto sei in grado di entrare in empatia con i tuoi interlocutori? Non sarai certo l’unico a voler parlare con loro, non sarai certo l’unico a voler richiamare la loro attenzione. Come distinguersi dunque? Lo scoprirai a breve.
Avrai compreso che quando si parla di Comunicazione ad Alto Impatto nulla è lasciato al caso. 
Non parliamo di un talento, né di una predisposizione naturale, ma di una vera competenza da costruire, impostare, allenare.

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Comunicazione ad alto impatto: quali strumenti migliorano l’efficacia?

Il tanto atteso e richiesto corso sulla Comunicazione ad Alto Impatto è in arrivo!
Questo mi porta a farti una domanda: sei pronto a fare questo salto di qualità nelle tue performance di Comunicazione?
 

Te lo chiedo perché la Comunicazione ad Alto Impatto è uno strumento capace di dare una vera svolta ai tuoi obiettivi di Comunicazione, proprio perché il parametro di riferimento, quello su cui si basa la sua efficacia, è pensato e programmato in funzione dell’impatto che genera sugli interlocutori.

Il modo di comunicare delle persone cambia continuamente, evolve da dinamiche essenziali a modalità legate alla tecnologia per esempio, o alla complessità del contesto di riferimento.

 
Quello che difficilmente cambia è l’obiettivo dell’emittente: arrivare all’interlocutore e consegnargli il suo messaggio al fine di raggiungere un obiettivo.

Impatto di un discorso pubblico


All’interno di una performance in pubblico il linguaggio è senza dubbio un elemento di altissima incidenza sulla buona riuscita della comunicazione. 
Un buon linguaggio facilita la trasmissione di un messaggio verbale, ma non è tutto.
Sai qual è uno dei più pericolosi, e purtroppo frequenti, tranelli in cui cadere?
Pensare che in un discorso in pubblico la capacità di esprimersi attraverso un buon linguaggio sia l’unica competenza richiesta ad un bravo speaker!Avere un buon linguaggio è fondamentale, ma lo è altrettanto saper utilizzare una serie di strumenti che ne amplifichino l’efficacia comunicativa.

Anche quando si è consapevoli di poter contare su una buona abilità oratoria si deve prestare attenzione a non commettere dei facili errori.

 

Strumenti per migliorare l’efficacia

 

Andiamo ai fatti e prendi nota.
Ecco le linee guida, degli strumenti pratici per rendere al massimo l’efficacia del linguaggio e facilitare una Comunicazione ad Alto Impatto:

· adottare un linguaggio che sia il linea con lo stile e il livello culturale dell’uditorio; indagare dunque con precisione sulla tipologia di pubblico e, se possibile, utilizzare anche un gergo di settore condivisibile;

· utilizzare parole semplici e appropriate, accertandosi che possano essere chiare per tutti. Fornire sempre una spiegazione/traduzione se si sceglie di utilizzare termini stranieri o tecnico-scientifici troppo specifici;

· usare messaggi brevi e logici così da agevolare sia la comprensione che la memorizzazione;

· arricchire il discorso con aneddoti, storie di vita, esempi concreti di persone. Apprendere attraverso l’esempio delle esperienze di altri cattura maggiormente l’interesse del pubblico e ne facilita la comprensione dei contenuti.

Bene, abbiamo tracciato il percorso, adesso iniziamo a fare qualche passo concreto!

 

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Comunicazione ad alto impatto. Primo step: conquistare l’attenzione dell’interlocutore

L’impatto è un parametro molto importante nei processi di comunicazione poiché, molto semplicemente, misura il risultato di uno scambio di informazioni tra emittente e destinatario.

Quando si comunica, se davvero si vuole essere ascoltati e risultare efficaci, è importantissimo portare a casa un primo grande risultato: l’attenzione dell’interlocutore.

 

Il livello di attenzione

Il livello di attenzione è sicuramente uno dei parametri più attendibili di misurazione di una comunicazione.

Senza l’attenzione il passaggio delle informazioni dall’emittente ai destinatari, può essere interrotto da tutta una serie di elementi di disturbo che ne ostacolano l’efficacia.

Il tema del livello di attenzione è particolarmente sentito nella nostra epoca, la rivoluzione introdotta negli ultimi venti anni dai social, infatti, ha completamente stravolto la nostra gestione dell’attenzione abituandoci all’arrivo massivo e spesso compulsivo di sollecitazioni.

Siamo sommersi da e-mail di ogni tipo, i social intercettano le nostre preferenze per poi inondarci di informazioni al riguardo. Anche la ricerca spontanea di informazioni subisce l’influenza di questo caos: quante volte ti capita di prendere lo smartphone per fare una cosa e poi ti ritrovi a fare tutt’altro dimenticando l’azione che dovevi compiere?

Te lo dico io: più spesso di quanto non vorresti.

 

La velocità dei processi che stiamo analizzando influenza non solo il modo di avvicinarsi alle informazioni ma anche il modo di apprenderle: alcune cose a furia di vederle le assimiliamo quasi inconsciamente, altre, nel mare infinito di contenuti, rischiamo di non riuscire a individuarle e dunque di perderle.

Quest’ultimo scenario può verificarsi anche tra interlocutori in presenza, il livello di attenzione infatti si è abbassato perché navighiamo nella sicurezza – meglio nell’illusione – di poter recuperare tutto online e dunque di poterci distrarre quando e per tutto il tempo che vogliamo.

 

Ecco non funziona esattamente così.

Non è affatto detto che quello che qualcuno ci sta dicendo, il messaggio che ci sta trasmettendo sia replicabile o reperibile altrove.

Dipende dal contesto, dagli interlocutori e dal messaggio stesso.

Cosa fare dunque?

Un primo fondamentale step è fare un lavoro di gestione dell’attenzione, capire come possiamo arrivare alle orecchie di chi vogliamo che ci ascolti.

Quali parole usare?

Quali funzionerebbero di più per specifici destinatari e in funzione di precisi obiettivi?

Questi sono i primi passi.

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I rumori interni dell’emittente: il sabotaggio di una Comunicazione efficace.

Anche oggi voglio invitarti a riflettere sui vantaggi di una Comunicazione efficace, ma non è tutto!

Visto che abbiamo introdotto il tema dei rumori interni ed esterni, oggi ti accompagno in maggiore approfondimento dei rumori interni.

 

Il ruolo dell’emittente in un processo di comunicazione è quello di consegnare un messaggio al destinatario e far sì che possa decodificarlo.

 

Questo conferisce all’ emittente gran parte della responsabilità della riuscita di questa consegna, dunque dell’efficacia del messaggio.

 

Questo non sempre è possibile poiché alcuni elementi interferiscono e disturbano il processo comunicativo.

I più ostinati sono i rumori che, come abbiamo visto, possono essere interni o esterni (leggi l’articolo della scorsa settimana se lo hai perso).

Mentre questi ultimi non dipendono dall’emittente, e dunque non ricadono sotto la sua diretta responsabilità, quelli interni sono invece quasi del tutto attribuibili a meccanismi interni dell’emittente.

 

 

I rumori interni

 

Cosa sono dunque i rumori interni?

Quando parliamo di rumori interni ci riferiamo a delle specifiche condizioni emotive che possono distrarre l’emittente al punto da arrivare a sabotare l’obiettivo di un processo comunicativo.

 

♦️ Partiamo dal più frequente di questi stati d’animo: l’ansia. Non è un segreto che l’ansia abbia il potere di sabotare anche le iniziative supportate dalle migliori intenzioni.

L’ansia, come lo stress del resto, ha il potere di controllare la mente e risucchiare molte energie emotive e cognitive. Pensa solo all’ansia da prestazione che precede una presentazione o un discorso pubblico: quante volte, nonostante un’accurata preparazione, le parole non escono di bocca a causa di un blocco emotivo?

Molte. Troppe, se si valutano poi le conseguenze.

L’ansia può dipendere da molteplici fattori, non solo da un’imminente prestazione, ma anche da preoccupazioni che attanagliano la mente e non ci permettono di raggiungere un buon livello di concentrazione. In questo caso è molto difficile mettere da parte i pensieri e concentrarsi, ma è un’abilità che va acquisita, poiché è una condizione piuttosto rara quella di poter affrontare la vita assolutamente privi di preoccupazioni!

 

♦️ Un altro pericoloso ostacolo alla Comunicazione, in termini di rumori interni, è l’incapacità di tenere sotto controllo la distrazione.

Immagina una situazione in cui c’è uno scambio comunicativo tra due persone, che quindi si alternano nel ruolo di emittente, e una delle due non è più in grado di rispondere in modo adeguato e calzante perché non riesce a fare spazio nella propria mente per accogliere ed ascoltare attivamente l’altro.

Cosa succederà quando dovrà rispondergli o dargli un feedback?

Semplicemente non sarà in grado di farlo perché la distrazione avrà avuto il sopravvento.

Cosa distrae principalmente l’emittente? Qualunque cosa se non è in grado di focalizzare la sua attenzione sull’interlocutore. L’attenzione, quanto è bassa e fluttuante, può essere catturata da un dettaglio, da un rumore esterno che diventa interno, da un’associazioni di pensieri scaturita da un gesto, un capo d’abbigliamento, una smorfia del viso. Tutto può contribuire ad ostacolare la comunicazione.

 

 

♦️ Esiste poi un rumore memo evidente, ma molto frequente, che è la fretta di rispondere.

Quante volte ti è capitato di trovarti nel pieno di una conversazione e non vedere l’ora di dire la tua al punto da smettere di ascoltare l’interlocutore?

Possiamo anche ribaltare la domanda: quante volte ti è capitato di accorgerti che il tuo interlocutore nella fretta di dire la sua non ti ha fatto finire la frase?

Anche questo è un rumore interno perché il desiderio di dare una risposta veloce porta il nostro cervello a elaborare una risposta, una proposta, una contestazione, a scapito di un ascolto completo e attento.

 

I rumori interni sono molto più difficili da gestire e controllare rispetto a quelli esterni, proprio perché sono già presenti nell’emittente senza che alcuna fonte esterna li generi.

Agiscono ad una velocità elevatissima, motivo per cui è spesso difficile accorgersi della loro interferenza se non quando è troppo tardi.

 

Come proteggersi dalle interferenze dei rumori interni?

Acquisendo metodi e strumenti che ti consentano di riconoscerli, gestirli e con il tempo evitarli. Solo così la tua Comunicazione sarà davvero efficace a vantaggio del tuo business e della tua vita in generale.

 

Come posso aiutarti?

 

Scrivimi e ci mettiamo al lavoro!

 

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La comunicazione non arriva? Colpa dei rumori!

Ciao!
Abbiamo visto come il processo comunicativo possa essere ricondotto al passaggio di un messaggio da un emittente a un destinatario.
Non è detto che il contenuto del messaggio debba consistere necessariamente in parole anzi, la maggior parte delle volte, non è affatto così. 
In questo passaggio apparentemente lineare di informazioni, l’emittente inserisce degli elementi di codifica affinché chi riceve il messaggio possa, per l’appunto, decodificarlo. 
 
Fin qui sembra tutto liscio e lineare…l’esatto contrario di quel che avviene solitamente in una comunicazione!
 
Quel che al livello teorico non fa una piega, in realtà non corrisponde a quello che si verifica nella maggior parte delle comunicazioni interpersonali
 
Perché?
Perché sono assediate dai rumori
 
 

I rumori nella Comunicazione

 
Insomma…cosa sono questi rumori?
Si definiscono rumori tutti quegli elementi che interferiscono in una comunicazione, frapponnendosi tra l’emittente e il ricevente.
Quanto sono d’intralcio i rumori in un flusso comunicativo
Dipende dalla frequenza e dall’intensità.
Possiamo intanto dire che, in generale, ostacolano la comprensione del messaggio.
 

Tipologie di rumori

I rumori possono essere di due tipologie principali: esterni ed interni.
 
I rumori esterni si possono facilmente immaginare: lavori in strada, passaggio di auto, voci di persone, musica assordante, trapano.
Quello che caratterizza e accomuna i rumori esterni è che sono al di fuori della responsabilità dell’emittente, nel senso che non dipendono direttamente da lui.
Attenzione però: anche se non dipendono dall’emittente è responsabilità di quest’ultimo far in modo che la comunicazione sia salvaguardata dalla possibilità che interferiscano rumori.
 
 
Rumori interni: a differenza di quanto si possa pensare, sono molto più frequenti e meno gestibili dei rumori esterni.
Si tratta infatti di tutta quella gamma di elementi che transitano nella sfera personale: pensieri, preoccupazioni, emozioni, ansie, aspettative.
Ogni singolo elemento citato può avere il potere di ostacolare un processo comunicativo.
Hai presente la scena muta all’esame?
I rumori interni dell’ansia dello studente non consentono alle parole di uscire.
 
Hai presente invece quando qualcuno ti sta parlando, ma tu hai una preoccupazione che ti sta attanagliando cuore e mente?
Quanto riesci ad ascoltare in una situazione simile?
Poco o nulla. 
 
Anche in questo caso, sebbene con maggiori difficoltà, è necessario far pulizia e mettere da parte, per quanto possibile, i rumori e rendersi disponibili ad un ascolto pieno ed empatico dell’interlocutore.
 
Facilissimo, no?
Per niente ahinoi!
Ma va fatto per una perfetta riuscita dei flussi comunicativi che possono avere importanti ricadute sul business ma anche sulla vita privata.
 
Cosa fare dunque?
Iniziare a fare un lavoro serio per raccoglierne presto i frutti!
Sono qui per questo!
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