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La comunicazione informale in azienda: il discorso per le occasioni fugaci.

Nessuna azienda, o quasi, insegna ai propri manager o dipendenti a comunicare nelle situazioni informali.

Eppure queste rappresentano contesti chiave di relazioni, collaborazioni e negoziazioni.

Saper comunicare anche in ascensore o davanti alla macchinetta del caffè (senza slide o discorsi preparati) può fare la differenza e ti può regalare gran belle soddisfazioni.

La comunicazione informale in azienda

In azienda è molto probabile trovarsi in situazioni del tutto informali.
Può capitare infatti di dover condividere del tempo e dello spazio fisico con delle persone con le quali non si lavora direttamente, ma che si conoscono per reputazione o per ruoli aziendali.
Soprattutto nelle grandi aziende è possibile incrociare nei corridoi, negli ascensori, alla macchinetta del caffè, persone che si conoscono di vista, di cui si conosce il ruolo e il reparto, ma con le quali non si è mai parlato.
Cosa fare in questi casi?
Anche qui bisogna agire con criterio e metodo, perché, ricorda sempre, in azienda ogni relazione è importante e può avere un peso sul buon esito di un’attività e sulla coesione interna tra collaboratori, per questo è importante creare dei momenti di scambio anche con chi non si è mai parlato.

Cosa non fare nelle occasioni informali in azienda

Partiamo dalle azioni da non compiere.
Avere cura delle relazioni informali in azienda non deve sicuramente tradursi in una serie di procedure o atteggiamenti di circostanza, la cui scarsa credibilità, ed efficacia, non tarderebbe a manifestarsi.
Cosa non fare:
  • sorrisi finti e impostati: si riconoscono a distanza!
  • esordire con discorsi sul meteo, sull’ultima iniziativa politica, sul traffico … no!
Questi approcci denotano un interesse generico e non autentico.
Anche se una persona si conosce poco e si incontra per caso quel che sicuramente apprezza è un reale interesse, seppur momentaneo e fugace.

Come comunicare nelle situazioni informali

Alle persone fa piacere quando qualcuno si interessa a loro, in modo adeguato alle circostanze ovviamente.
Non ha senso fare domande personali o esagerare con gli elogi. 
Se una persona lavora nella tua azienda sarai sicuramente aggiornato sulle attività o sulle novità della sua area, se non lo sei informati!
Cerca di avere un quadro completo del contesto in cui lavori, anche delle aree in cui non intervieni direttamente perché hanno comunque a che fare con te attraverso le persone con cui interagisci.
Chiedi come è andato un evento, una presentazione, come vanno le cose dalle loro parti.
Se ti capita di osservare un elemento che possa farti introdurre un discorso specifico allora lanciati, altrimenti non andare mai sul personale.
 
 
Le relazioni sono importanti anche nei momenti informali, ma non bisogna forzarle.
Cosa sto cercando di dirti?
Che se non riesci a immaginare una serie di discorsi da intraprendere nel tuo lavoro in situazioni informali è meglio adoperarsi per ampliare la sfera di argomenti di cui parlare.
 
Se proprio non sai cosa dire e ti accorgi che stai virando verso l’elenco del “cosa non fare” piuttosto TACI!
 
I discorsi sono fondamentali per costruire relazioni, le parole giuste ne sono l’anima e il motore.
 
Se hai bisogno del discorso giusto in ogni occasione e delle parole giuste per essere efficace e opportuno in ogni circostanza contattami! 👇🎖️
 
info@matteomaserati.it
efficacia - newsletter

Vuoi aumentare l’efficacia della tua newsletter? Scopri le strategie più efficaci!

L’efficacia di una newsletter è il risultato di tutta una serie di elementi e di variabili che cambiano nel corso del tempo, in funzione del target e delle specifiche esigenze.
Tuttavia, pur essendo ogni caso a se stante e meritevole di soluzioni ad hoc, esistono delle soluzioni standardizzate che in generale favoriscono l‘attenzione su una newsletter ricevuta. 
Ognuno di noi ne riceve tante, alcune si confondono tra le altre, altre non ci interessano, altre ancora ci interessano, ma noi non lo sappiamo.
Perché?
Perché arrivano “a freddo” ovvero senza che ci sia un precedente che possa giustificare il perché quell’email sia arrivata proprio a noi. 

Tips per una newsletter efficace

 

 

Cosa fare dunque?
Intanto un focus su alcune possibili tips che hanno riscontrato un alto livello di efficacia in settori disparati e dunque in merito a servizi e prodotti piuttosto diversi tra loro.
Inizia il copia e incolla per rendere più efficace la tua newsletter! 
  • Presentati al primo invio: gestisci la tua mailing list in modo da sapere quali sono i tuoi contatti a freddo e usa una modalità comunicativa di presentazione. Chi sei? Che fai? Perché mi scrivi? Importante: sii specifico già dall’oggetto mail!
  • Cerca un punto di contatto, un elemento di interesse verso il destinatario: “So che sei alle prese con mille cose, ma credo davvero valga la pena tu legga quello che ho da dirti”, nella stessa mail può essere molto efficace ed incisivo chiedere un appuntamento telefonico.
  • Spiega quali problemi risolvi: questo è il punto focale di ogni messaggio promozionale. Come glielo spieghi? Cercando e riportando casi che hai già risolto in un settore affine o per un cliente con specifiche caratteristiche in comune. L’esempio è concretezza!
  • Comunica una lacuna che hai riscontato in una loro attività, in qualcosa che hai letto sul sito (recensioni per esempio) e parti da lì descrivendo come possa degenerare quella lacuna se non si interviene. Questa azione presuppone che tu abbia studiato e sappia cosa proporre per il suo specifico caso. 
  • Vai dritto al punto se il problema è noto: potresti essere venuto a conoscenza di uno specifico problema dell’azienda, magari da un post su linkedin o da una notizia letta da una fonte attendibile. Sai che che puoi risolvere quel problema. In questo caso non ti resta che essere diretto e superare subito tutte le possibili titubanze di una mail a freddo offrendo soluzione ad un problema che sai essere già in corso. 
  • Offri una soluzione gratuitamente e chiedi se l’azienda è interessata a una consulenza. Qui l’esempio può spiegare meglio: scrivi ad un’azienda che leggendo il loro sito hai riscontrato delle aree di miglioramento. Allora gli invii un ebook contenente 5 preziose tips, o comunque soluzioni, chiedendo un incontro virtuale per parlare di come proseguire! 
Bene!
Annota queste buone prassi!
Abbi cura delle tue competenze comunicative per promuovere i tuoi servizi o prodotti!
Parti da qui, ma se vuoi andare avanti … contattami!!
linguaggio - consapevole

Uso consapevole del linguaggio: quanto incide in azienda?

L’attenzione al linguaggio consapevole è un tema sempre più presente, non solo in ambito professionale. Si tratta infatti di una maggiore cura del linguaggio nel rispetto di tutti i possibili interlocutori coinvolti, estendendo sempre di più gli ambiti e i contesti.

Linguaggio consapevole e inclusività in azienda

Linguaggio e inclusività sono oggi più che mai al centro di un acceso dibattito relativo alla denominazione di alcune professioni nel passaggio dal maschile al femminile.
Si discute dunque sulla correttezza o meno nell’usare espressioni come “avvocata”, “sindaca”, “presidentessa”.
Non si fermano qui però le argomentazioni dei sostenitori del linguaggio inclusivo.
Si sente citare spesso lo schwa per conferire maggiore neutralità alle desinenze di aggettivi e sostantivi ed evitare il cosiddetto “maschile sovra esteso” ovvero l’utilizzo del maschile che ingloba anche il femminile come suggerito dalla nostra grammatica. 
 
 
L’inclusività non riguarda solo la questione di genere ma mira alla costruzione di una cultura che non escluda nessuna persona quando si parla. Molto spesso, nell’uso comune del linguaggio, ad esempio, si offendono involontariamente i portatori di handicap o persone con caratteristiche per le quali possono essere escluse in certi contesti.
 
Quante volte hai sentito la frase “su questa cosa sono handicappato” oppure “è in gamba, nonostante la sua età”. 
Ecco, quelle che possono sembrare affermazioni banali, possono contenere allusioni o riferimenti a delle categorie specifiche di persone. 
Anche questi utilizzi richiedono maggiore attenzione, o più nello specifico, una maggiore consapevolezza
 
 

Il linguaggio consapevole in azienda

 
 
Gli automatismi spesso  ci inducono a non riflettere in ogni momento su alcune espressioni che siamo soliti utilizzare, ma, poiché noi siamo per il #semprelaparolagiusta, è bene sapere che per evitare di farci condizionare da stereotipi e categorie basta allenarsi ad uno uso più consapevole del linguaggio in azienda e non solo.
La prima cosa di cui tener conto è l‘attenzione all’altro: stiamo riferendoci al nostro interlocutore in modo corretto?
Stiamo inutilmente facendo riferimento a sue caratteristiche che non aggiungono alcun valore al discorso?
In tal caso è bene tagliare l’inutile e andare dritto al cuore della conversazione e alla condivisione di ciò che abbiamo da dire.
Un secondo importante passaggio è misurare l’effetto delle nostre parole sugli altri
Può sembrare un dato di carattere numerico invece è molto più attento all’emotività di quanto non appaia. 
Come reagiscono di solito le persone alle tue parole? 
Hai notato una costante? 
Si mettono sulla difensiva? Fanno uno sguardo divertito? 
Ti sembra che si sentano a proprio agio?
 
Queste domande sono il primo vero passo verso l’acquisizione di un linguaggio consapevole.
 
Quante cose da fare perché la tua Comunicazione sia impattante!
 
Ti stai chiedendo da dove cominciare?
 
Ecco ci siamo quasi 👇
4-5-6 novembre 2022
come - porgere - scuse - da- remoto -

Porgere le scuse da remoto? Scopri come farlo efficacemente!

La Comunicazione da remoto è l’abilità della nostra epoca.
Tutte le competenze relazionali del mondo professionale sono state declinate nella modalità “a distanza”.
Questo non significa che siano meno efficaci.
Una cosa importante di cui tener conto è che da remoto manca quella fetta di Linguaggio del corpo che incide molto all’interno di un flusso di Comunicazione.
 
Questo ha una conseguenza immediata: quello che manca deve essere compensato da altro.
 
Vediamo dunque come porgere efficacemente le scuse da remoto
 
 

Le scuse da remoto: in che forma?

 
Se si decide di scegliere la forma scritta per porgere le scuse per un errore professionale, allora è bene scegliere il canale giusto.
La chat può essere eccessivamente informale, ma se c’è in ballo qualcosa di importante, o grave, una mail formale è senza dubbio la modalità più efficace.
Se con la persona a cui devi chiedere scusa hai un rapporto di amicizia, è bene che a quella mail segua una telefonata, ma la mail resta importante.
 
 

Chiarezza assoluta nelle scuse da remoto 

 
Un altro aspetto fondamentale da remoto è che ci si esprima con assoluta chiarezza. Quando si scrive, ma anche quando si parla al telefono, si perdono le espressioni interrogative o dubbiose del volto dell’interlocutore, quindi è bene non lasciare spazio ad alcun tipo di dubbio. 
Cerca di essere ancora più chiaro ed esplicito nelle scuse scritte, anche se sembrano eccessive.
Ricorda che quando comunichi per iscritto perdi molte indicazioni importanti.
 
 

Essere se stessi

 
Sii te stesso!
Le scuse scritte tendono ad essere più formali rispetto a quelle fatte di persona o in video. Ma questo non vuol dire che devi diventare un testo scritto o robotico!
Le migliori scuse sono comunque quelle che arrivano dalla persona, non da un modello o da un team di PR.Le scuse, per quanto professionali o formali, devo essere veicolate da una voce autentica.

 

 

Cosa succede dopo le scuse?

 

Le scuse sono essenziali per trasformare gli errori in un lavoro migliore e in relazioni più forti, ma sono solo il primo passo!

Le ricerche hanno rilevato che, da sole, le scuse non servono a molto. Se non sono seguite da azioni concrete, anche le scuse più professionali sono inutili. Possono addirittura essere dannose, in quanto erodono la fiducia nelle tue parole e ti fanno sembrare poco sincero!

Quindi nella richiesta di scuse è necessario inserire l’impegno all’azione!

Come porrai riparo al tuo errore?
Spiegalo al tuo interlocutore in modo concreto!
 
Sei pronto per imparare tutto questo ed essere impeccabile anche nei momenti di difficoltà?

Impara a gestire il tuo discorso anche quando il suo contenuto può metterti in difficoltà … anzi, direi, impara a comunicare nel modo più efficace soprattutto quando sei in difficolta!
 
Cosa fare 👇
4-5-6 novembre 2022
chiedere - scusa - al - lavoro

Chiedere scusa in modo efficace.

Saper chiedere scusa dovrebbe essere considerata una competenza ancor prima che una  virtù. 
Questo aspetto è fondamentale perché essere in grado di comunicare le scuse richiede abilità comunicative non da poco.
 
 
Le scuse sono il frutto di una Comunicazione sana che si basa su 3 presupposti:
  • il riconoscimento di un errore commesso;
  • il dispiacere verso le persone su cui l’errore è ricaduto;
  • la volontà di porre riparo al danno, con il nobile obiettivo di costruire relazioni solide.

Chiedere scusa in modo professionale

Le scuse sono un atto di volontà sicuramente, ma sono anche il risultato di una importante competenza nell’ambito della Comunicazione, perché scusarsi non è affatto facile come potrebbe sembrare. 
Tanto per cominciare abbiamo stabilito che le scuse in questione debbano essere richieste in ambito professionale, presumibilmente a seguito di un errore.
 
 
Come in tutti i processi comunicativi, anche in questo caso il contesto fa la differenza, per questo motivo non parliamo semplicemente di scuse, ma di “scuse professionali“.
 
Nel 2016 due studi psicologici hanno fatto emergere ben 6 modi efficaci per chiedere scusa in ambito professionale.
Vediamoli.
  • Le scuse devono esprimere rammarico: deve essere comunicato sia in modo verbale, sia in modo non verbale, il dispiacere che si prova per l’errore commesso.

 

  • Bisogna spiegare come si è verificato l’errore. Questo aspetto è molto importante perché denota la volontà di valutare gli eventi in modo oggettivo, ripercorrendone le dinamiche.

 

  • Bisogna assumersi la responsabilità degli errori commessi. Quindi riconoscere le proprie colpe e fare il possibile per trovare una soluzione.

 

  • Nella comunicazione delle scuse è importante esprimersi in modo chiaro in modo che non possano in alcun modo verificarsi equivoci.
  • Proporre concretamente una nuova linea di azioni: dopo l’errore è importante proporre ai colleghi o al team leader delle azioni concrete per risolvere l’errore, è importante avere la loro approvazione. 
  • Chiedere perdono: la richiesta di scuse deve essere poi accompagnata da una richiesta esplicita di perdono. Solo questo gesto può concludere in modo costruttivo il ciclo di azioni della richiesta di scuse.

 

Questo schema può rappresentare una traccia molto valida per il tuo discorso di scuse, è chiaro però che la capacità di usare le parole giuste, nel modo e nel momento giusto rientra in un bagaglio di competenze più ampio.
Cosa, cosa?
Vuoi sapere cosa mettere nel tuo bagaglio?
Ecco cosa fare 👇
4-5-6 novembre 2022
errore - al - lavoro

Come porre rimedio a un errore al lavoro?

Al lavoro si commettono errori, questo capita a tutti, senza eccezioni.
L’errore al lavoro è previsto, anche se le conseguenze possono essere gravi.
Nessuno infatti si aspetta la perfezione dagli altri.
Quello che veramente ci si aspetta, invece, sono le buone intenzioni post errore.

Comunicare le scuse

Le scuse. Da qui si deve partire. 
Scusarsi è importante, non solo per un semplice motivo di buona educazione, ma perché le scuse rientrano in una Comunicazione sana tra le persone. 
Questo vale sempre, ma oggi ci concentreremo sull’ambito professionale.
Scusarsi al lavoro per un errore professionale  è importante, perché trasmettiamo ai colleghi o ai capi la sincerità delle nostre intenzioni.
Questo è fondamentale per proteggere e costruire sane relazioni
Tuttavia chiedere scusa non è facile e richiede notevoli capacità comunicative.
 
 

Costruire fiducia e relazioni

Anche il lavoro più solitario del mondo, prima o poi ti mette in contatto con delle persone. Quando ci sono di mezzo persone che condividono attività, progetti e tempo, è importante che ci sia una forte consapevolezza e osservanza dei valori del rispetto e della fiducia. 
Quest’ultima, che è già indice di rispetto, è indispensabile per la costruzione di qualunque tipo di relazione.
 
 
Gli errori commessi al lavoro, nella maggior parte dei casi, ricadono su altre persone, questo rende necessarie non solo le scuse, ma anche delle azioni volte a dimostrare le buone intenzioni e l’impegno alla soluzione del problema generato.
 
 
Gli errori non devono frenarti!
Se ti concentri nel chiedere scusa in modo professionale, possono anzi spingerti a crescere. Chiedere scusa al lavoro è fondamentale per aiutarti a costruire, o a riparare, relazioni forti e di fiducia, mostrando ai colleghi che vale la pena lavorare per la soluzione.
 
Attenzione però: cosa significa chiedere scusa in modo professionale? 
Alcuni psicologi se lo sono chiesto ed hanno individuato delle formule molto efficaci.
 
Ne parliamo al prossimo articolo, ma intanto, se vuoi approfondire, inizia a valutare un lavoro sulle tue abilità comunicative in ambito professionale.
Come? dove?
Lo sai👇
4-5-6 novembre 2022
dire - no - a - lavoro

Il lavoro non ti dà tregua? Impara a dire NO!

Quando il lavoro non ti dà tregua puoi valutare diverse vie d’uscita, ma, ti posso già anticipare, la più efficace consiste nell’imparare a dire NO!
 
Non si tratta di adottare atteggiamenti di chiusura o di evitamento, ma di imparare a comunicare, in modo assertivo e costruttivo, i propri limiti rispetto alla disponibilità, o alla possibilità, di prendere parte a un’attività.

 

Comunicare il NO

Quando si lavora tutto sembra urgente e ognuno rivendica le priorità dei propri compiti rispetto a quegli degli altri.
Questo atteggiamento a lungo andare può rivelarsi deleterio per chi accetta qualunque richiesta e non è in grado di dire NO!
 
 
Allora è importante superare questo ostacolo e imparare a pronunciare la sillaba magica, con i dovuti modi però, perché il non verbale e il para verbale incidono più dei contenuti.
 
Dire NO è difficile perché il NO è spesso associato al rifiuto, alla mancanza di volontà, alla negazione.
Allora cosa fare quando sei già sommerso di lavoro e continuano ad arrivare richieste incessantemente?
 
Devi essere preparato a livello di Comunicazione.
Una buona strategia può essere avere un prontuario di risposte da utilizzare all’occorrenza.
 
Immagina quindi di essere pienamente focalizzato su un’attività impegnativa, con un’agenda stracarica per le prossime ore, se non giornate, e arriva l’ennesima richiesta.

Esempi di frasi per tuoi NO assertivi

Bene, non sei più da solo.
Hai uno strumento potente dalla tua parte: le parole.
Eccone alcune –  parole e frasi – da utilizzare per i tuoi No assertivi e costruttivi!
 

Vorrei poterlo fare, ma oggi sono sommerso di lavoro.

Mi dispiace, ma sono oberato di lavoro e non posso in questo momento.

Non sto accettando nuovi progetti al momento.

Grazie per aver pensato a me, ma non posso.

No, grazie. Sono molto occupato.

Purtroppo non è il momento giusto.

Mi dispiace, ma non questa volta.

Sembra allettante, ma dovrò rinunciare.

Ho troppe cose da fare in questo momento.

Vorrei poterlo fare, ma non è il momento giusto.

Se solo potessi, ma non ho abbastanza tempo per aggiungere altro al mio piatto.

Mi piacerebbe, ma non posso.

Non ho intenzione di occuparmi di altro in questo momento.

In altre circostanze mi piacerebbe, ma in questo momento non posso.

Sembra una grande opportunità, ma dovrò rifiutare.

Hai visto che elencone?
 
Tienile da parte per quando le circostanze lo richiederanno e soprattutto valuta bene quale scegliere in quelle circostanze.
 
 
Questo come sai non arriva dal nulla, ma va studiato, praticato, preparato.
Come? Dove?
Lo sai👇
4-5-6 Novembre 2022
presentazione - efficace

Vuoi conquistare il tuo interlocutore? Hai un’unica chance: una presentazione efficace!

Ogni volta che si è alle prese con una presentazione non si pensa ad altro se non alla conquista dell’interlocutore.
 
Sarà sicuramente capitato anche a te di dovere parlare della tua esperienza e delle tue competenze mentre proponi un progetto o mentre sei a un colloquio di lavoro!
La tendenza generale è quella di iniziare a parlare di sé, ma sei sicuro che questo significhi fare una presentazione efficace?
Quando ci si propone per una posizione, o per essere coinvolto in un’attività, si tende a pensare che l’elenco delle competenze e delle esperienze significative sia un’arma vincente, e dunque indispensabile.
Hai mai pensato che chi ti ascolta forse l’elenco delle tue competenze lo ha già letto?

Centrare l’obiettivo con l’interlocutore

 
Sai perfettamente che per  raggiungere i tuoi obiettivi nel corso di una presentazione, devi centrare l’obiettivo con il tuo interlocutore.
 
Non solo devi sapere chi è, cosa fa e cosa gli interessa, ma devi proporre qualcosa che possa davvero servirgli.
 
Non sprecare i primi 20 minuti della tua presentazione a raccontare chi sei e i titoli che hai conseguito. 
Investi piuttosto quel tempo per convincere il tuo interlocutore che quello che stai per dire lo aiuterà in un progetto, gli risolverà un problema spinoso, gli aprirà opportunità di business con nuovi clienti.
 
Vai al dunque: due parole per dire che sei e almeno il doppio per dettagliare il modo in cui puoi fare la differenza.
In questo modo potrai attirare l’attenzione del tuo interlocutore e sollecitare la sua curiosità verso di te, perché solo allora avrà compreso che tu sei quello di cui ha bisogno per fare la differenza.

Esempi di presentazione efficace

Ok, finora può sembrare facile, ma come si traduce a parole?
Sai che le parole sono degli strumenti potentissimi, quindi saperle usarle in modo efficace è la chiave per conquistare nuove opportunità.
 
Andiamo dunque nel vivo dell’esempio offrendoti 2 opzioni di presentazione:
 
1) Sono Mario Rossi e mi occupo di Formazione. Ho questa laurea, questo titolo, queste esperienze.
 
Ok e allora? Che succede adesso? 
Sai che ce ne sono molti come te?
 
2) Sono Mario Rossi, da oltre 10 anni (anche meno) mi occupo di supportare le aziende nei momenti di cambiamento organizzativo progettando percorsi di apprendimento mirato.
 
Noti qualche differenza?
Ti ho dato titolo e competenze, contesto di intervento, un‘idea concreta di come risolvo il tuo problema.
 
 
Questo significa arrivare all’interlocutore, senza se e senza ma.
 
Questo come sai non arriva dal nulla, ma va studiato, praticato, preparato.
Come? Dove? Quando?
 4 -5 -6-NOVEMBRE 👇
team-building

Come nasce un gruppo di lavoro? I cinque stadi del Team Building

Un gruppo di lavoro non nasce dal nulla. 

 

O meglio, sarebbe bene che così non fosse se non ci vuole ritrovare nella difficile situazione di dover mettere insieme parti incompatibili di un insieme che non funzionerà mai. 

Perché, va detto, un gruppo non è un insieme e basta, ma è l’unione di componenti molto preziose e delicate: le persone. 
 
Tutte le dinamiche che hanno a che fare con l’essere umano vanno impostate con una competente gestione delle relazioni basata soprattutto sulla Comunicazione. 
 
Grazie a una Comunicazione adeguata ed efficace, infatti, è possibile gettare le fondamenta per la costruzione di un gruppo che funzioni.

Il Team Building

 
La procedura di Team Buildingè la sola applicabile quando l’obiettivo è quello di costruire un gruppo di lavoro produttivo e sereno. 
Ogni team, infatti, ha una sua crescita, un suo percorso evolutivo.
Questo percorso deve essere accompagnato da una figura con precisi requisiti: un team leader competente. 
Quando il team è affidato a una guida competente, ecco allora che può iniziare la sua crescita, attraversando e superando, ad uno ad uno, i cosiddetti stadi del Team Building, ancora recentissimi, seppur ispirati all’elaborazione di Tuckman negli anni ’70.
Naturalmente li vediamo anche noi adesso! 

Stadi del Team Building

 
Forming
Il primo stadio è quello della vera e propria costituzione del team. Il mood è entusiastico, si ha voglia di fare. Il compito del team leader è quello di far confluire questo ottimismo in azioni efficaci. In questo stadio avviene la definizione dei compiti e la costruzione della fiducia.
 
Storming
Altrimenti detto: assalto. 
Qui iniziano le turbolenze. Il team è in bilico tra il rispetto verso il gruppo e il desiderio di chance personali di successo. Il ruolo del team leader qui è più che mai cruciale, perché deve intervenire, se necessario, nelle discussioni tra i vari componenti e assumere una modalità di direzione molto vicina al coaching portando alla luce le differenze tra le persone e valorizzandole agli occhi di tutti.
 
 
Norming
Il sentimento prevalente del gruppo in questo stadio è quello di accettazione. Superate le turbolenze infatti si fa strada lo spirito comune, la condivisione di valori e di regole di comportamento. In questa fase è fondamentale che il team leader assuma un atteggiamento partecipativo che guidi i singoli all’autonomia seppur nella condivisione.
 
 
Performing
In questo stadio il gruppo è fortemente concentrato sul compito. Tra le persone c’è una forte consapevolezza dei processi sia individuali, sia di gruppo, e soprattutto dei punti di forza di entrambi. C’è una generale tensione verso il cambiamento. È qui che le relazioni personali diventano la leva principale per svolgere il lavoro in modo efficace.
 
Adjourning
Meglio definito come “sospensione delle attività”. Questo è lo stadio di completamento del lavoro del team e, nella maggior parte delle volte, è qui che il team si scioglie perché arrivato alla conclusione del progetto. Il sentimento predominante è il senso di perdita accompagnato anche da un calo della motivazione. Il team leader deve essere in grado di gestire con lucidità questo momento di distacco per non appesantire ulteriormente gli animi degli altri. 
 
In ognuno degli stadi evolutivi del Team Building la relazione è il cuore dell’efficacia sui progetti.
La relazione è il risultato di processi comunicativi continui che vanno ogni volta tarati e contestualizzati.
Cosa dire, come dirlo, in che momento.
Ogni elemento gioca un ruolo decisivo negli equilibri di gruppo.
Per questo non puoi sbagliare un colpo.
Cosa devi fare?
Questo 👇
interlocutore - contesto- e-linguaggio

Interlocutore e contesto: a ognuno il suo linguaggio

Se un discorso vuole essere efficace, o meglio se tu vuoi essere efficace con il tuo discorso, il linguaggio scelto deve essere adeguato al contesto e agli interlocutori.

Immagina una situazione estrema (tutto può capitare quando si lavora) in cui devi presentare un determinato servizio a una platea. Non sai molto delle persone presenti, sai che hanno chiesto di conoscere il tuo servizio per valutarne l’acquisto.
 
 
Imposti una linea linguistica molto friendly, perché magari è il tipo di mood che caratterizza la tua azienda o il tuo stile personale, ma loro sono persone un po’ vecchio stile, che apprezzano la formalità e un certo registro linguistico.
Inoltre, con ogni probabilità, si serviranno del tuo servizio in un contesto altrettanto rigido e formale. 
 
Dimenticavo: sono ottimi potenziali clienti.
Che fare?
 
Un lavoro preventivo orientato all’imprevisto.
Non sempre è possibile sapere in che situazione ci si imbatterà.
Sicuramente però è possibile prepararsi all’imprevisto, prendendo in considerazione che puoi trovarti davanti a un pubblico diverso da quello che ti aspettavi.
 

La scelta del linguaggio 

La scelta del linguaggio non condiziona solo i momenti di vendita, ma l’intero contesto di un qualunque discorso.
Hai mai pensato all’eventualità di trovarti in un contesto fortemente politicizzato? O in cui la fede religiosa abbia rilievo più che in altri? 
 
 
Ogni comunità professionale si attiene ad un linguaggio di riferimento.
Per chiarire meglio la questione, entriamo nel merito degli elementi che in generale definiscono il linguaggio in cui le persone possono riconoscersi.
 

 

Geografico – territoriale

In una precisa regione si parla un determinato linguaggio. Questa è la più semplice categoria relativa alla scelta del linguaggio.
 

Organizzativo

In ogni azienda esiste un mood condiviso. Questo mood comune è dettato da vari fattori: la mission, il management, non ultimo il settore. A seconda di questi fattori le persone che agiscono all’interno dello stesso contesto organizzativo utilizzeranno un registro linguistico coerente con gli elementi citati.
 

Religioso

Esistono dei contesti, delle aree del mondo dove la presenza della religione ha una forte risonanza anche in ambito professionale e sociale. Pensiamo al mondo arabo, o a molti episodi storici riferiti al Cattolicesimo. In questi contesti è fondamentale utilizzare un registro linguistico che tenga conto di questi fattori valutando la situazione in base ai propri valori (che non siano in conflitto con quelli professati) e ai propri obiettivi (Devo vendere? Informare? Intrattenere?).
 

Politico

In questo caso il registro linguistico è fortemente incentrato su concetti ideologici, azioni concrete, pensieri nobili. In funzione del proprio obiettivo la Comunicazione andrà impostata in una modalità che renda possibile l’apertura di un canale di dialogo con tutti gli interlocutori.
 
 
C’è anche questo da tener in conto sì! 
La Comunicazione rispecchia molto la complessità della società d’altronde! 
 
Anche questo si può imparare?

Ebbene sì!

Cosa devi fare?
Questo 👇