Il rumore di uno scandalo sta nella comunicazione

Lo scandalo, per definizione, è un evento che irrompe nella normalità, interrompe la continuità e sicuramente introduce elementi di novità, quasi sempre negativi.

In questi giorni, tra il festival di Sanremo e tutte le notizie che ci fanno saltare dalla sedia da una parte all’altra del mondo, non ho potuto fare a meno di soffermarmi sul potere di comunicazione di uno scandalo.

La vicenda di Morgan e Bugo è sulla bocca di tutti, non l’ho capita granché perché non è che fosse proprio di mio primario interesse, ma non mi lascio sfuggire l’occasione, o meglio l’opportunità, di studiare determinate dinamiche per tirarne fuori un approfondimento su quello che è uno dei temi più importanti per me da anni: il modo in cui vengono comunicate le cose.

Del corona virus si parla tantissimo, si sono verificate contaminazioni in punti lontanissimi del globo e questo fa allarmare tutti, generando episodi di vera fobia collettiva.

Non c’è neanche bisogno di mettere in evidenza come non ci sia paragone tra i 2 eventi.
Eppure proprio questa mattina analizzando i google trends ho scoperto che il numero di ricerche su Morgan e Bugo ha superato, e di gran lunga, quello sul coronavirus.

Mi rendo conto che la curiosità sia una leva potente quanto legittima, ma il modo in cui è stato costruito il caso sanremese rispecchia fedelmente il modus operandi annuale di comunicazione che ruota attorno al festival, con la differenza che questa volta hanno agito in diretta (con un pre-dietro le quinte filmato alla perfezione) senza che nessuno dei due protagonisti (ufficialmente) tenesse minimamente conto del fatto di esibirsi in eurovisione.

L’antefatto è d’obbligo: sembra che pochi istanti prima di salire sul palco i 2 protagonisti, che si esibiscono insieme per rafforzare, grazie a Morgan, la notorietà ancora fragile di Bugo, abbiano avuto un confronto vivace per motivi personali. Morgan prende possesso del palco e inizia a cantare il testo, modificato, della canzone. Bugo lo raggiunge ma abbandona dopo pochissimi istanti il palco. Da lì se la battono a colpi di gossip e conferenze stampa.

Andiamo per gradi e sull’aspetto tecnico:

  • Livello d’impatto elevatissimo: gesto inatteso, contesto “istituzionale”, ascoltatori numerosi.
  • Contenuto: prossimo allo zero. Motivazioni di carattere personale che hanno rivestito un’importanza pressoché minima persino in conferenza stampa.
  • Modello comunicativo: ribaltato. C’è stato un evento in diretta. L’assenza di contenuto per ore, la costruzione di un contenuto in ultima istanza, la fragilità dello stesso contenuto rispetto al potere di risonanza.

Nulla di strano, nulla di nuovo: è lo schema di uno scandalo.

Sembrava forse banale fermarsi alle polemiche iniziali sull’uscita poco felice di Amadeus su Francesca Sofia Novello (leggi il  post se l’hai perso) e sull’ancor più infelice mancata reazione di lei?

C’era Morgan a disposizione e sembrava uno spreco non fargli combinare nulla stavolta?

La gente aveva bisogno di leggerezza e di non pensare per una settimana a come travisare le informazioni sul coronavirus per tramutarle in sfoghi di ansia collettiva?

Eh non lo so.
Non ho una risposta e non la voglio.
Io posso solo aiutarti a trarne qualcosa di utile e soprattutto di tecnico perché il gossip, come sai, non è roba mia.

Allora prendi nota e se lo scandalo non sarà il tuo mestiere, impara almeno a non diventare una sua vittima.

Impara a scomporre la sua struttura:
– Ha una funzione distraente, quasi sempre è pilotato ed è frutto di un intento comunicativo ben definito.
– È caratterizzato dalla debolezza di contenuto che si manifesta per lo più scarso o misterioso.
– Presenta fortissime connotazioni di carattere personale: alle persone interessano in primo luogo le persone. L’aspetto umano ha un richiamo d’attenzione potentissimo.

Pronta/o per riconoscere i tranelli della comunicazione?
Pronta/o per avere a disposizioni tutti gli strumenti utili per trarre vantaggio dal tuo e dall’altrui modo di comunicare?
Bene.
Devi fare solo un click.
Qui!

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