Il successo…da dove arriva?
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Intanto puoi dare un’occhiata qui!
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Quando si parla di discorso di successo si trascura spesso un dettaglio importante: chi ascolta decide e non è lì solo per apprendere contenuti interessanti.
I motivi per cui una presentazione fallisce li abbiamo già analizzati, quello che conta adesso è focalizzarsi sul fatto che a fare la differenza non è solo il contenuto, neanche la forma.
Chi ti ascolta decide
➡️ come apprende il tuo pubblico? Qual è la cultura di apprendimento dell’organizzazione da cui provengono i suoi componenti?
➡️ cosa motiva questo uditorio ad essere qui in ascolto? Le persone sono venute per un motivo specifico? Per un interesse generale? Perché qualcuno ha ritenuto opportuno che partecipassero?
➡️ quanto conta quello che dirai per le decisioni che devono prendere? In che misura i tuoi contenuti servono per agire un’azione di cambiamento migliorativo?
Questi 3 elementi che sembrano messi così quasi a caso, costituiscono per te una grande opportunità: quella di costruire un discorso che abbia un effetto concreto, che serva a modificare comportamenti, procedure e non si riduca alla mera composizione di un buon contenuto, fondamentale sempre, ma insufficiente per gli obiettivi di un uditorio e per il successo di una performance.
La simpatia è alla base del successo? Sicuramente è una caratteristica molto influente nelle scelte che operiamo, il suo peso rafforza, talvolta supera di gran lunga, quello di elementi più razionali.
Il potere della simpatia, al di là delle emozioni che può suscitare di primo impatto, è quello di dare inizio a una serie di pensieri ed emozioni positive, creando un circolo virtuoso molto accattivante.
Da uno studio, condotto prendendo in esame un campione rappresentativo di organizzazioni, è emerso che la scelta di un’azienda da parte di un cliente dipende principalmente da 3 fattori:
➡️ la simpatia delle persone che ci lavorano
➡️ l’esperienza dimostrata nel settore
➡️ l’efficacia della risposta ai bisogni del cliente
Non si tratta di porre le competenze in secondo luogo rispetto agli aspetti relazionali, ma di cercare nell’esperienza di acquisto/ingaggio una combinazione vincente tra persone e servizio.
Urge una definizione ufficiale con etimologia:
[dal lat. sympathia, gr. συμπάϑεια, comp. di σύν «con» e πάϑος «affezione, sentimento»]. – 1. a. Sentimento di inclinazione e attrazione istintiva verso persone, cose e idee
Fonte: Enciclopedia Treccani
Senza ombra di dubbio è la regina della soft skill, dove per simpatia non si intende la capacità di far ridere o divertire, quanto l’abilità di far sentire l’interlocutore a proprio agio, nel posto giusto con le persone giuste.
Pensa ai vantaggi nelle relazioni con i tuoi clienti interni ed esterni!
La simpatia è all’origine del successo nella vita privata e professionale, è quel famoso quid in grado di rendere la prima impressione irripetibile.
🔴 Che tu sia un coach, un team leader, un motivatore: il tuo compito è quello di prendere una persona, pianificare un intervento personalizzato in funzione di punti di partenza e obiettivi, e portarla il più speditamente possibile verso il successo che desidera.Se questo non succede vuol dire che il tuo intervento non ha avuto buon esito, non sei stato efficace, il tuo compito verrà affidato a chi saprà svolgerlo meglio di te.
Tra le metafore più acclamate della letteratura, ma anche della vita comune, c’è il viaggio.
È facile adottare il viaggio per raccontare praticamente qualsiasi cosa.
Questo è possibile perché il viaggio contempla 3 grandi punti cardini: un punto di partenza, un percorso intermedio, una meta desiderata. Sono gli ingredienti di ogni storia.Il viaggio di chi si rivolge a te per sua natura sarà sicuramente diverso dal viaggio di un altro, perché quello che mescola le carte e diversifica tutto sta proprio nel contenuto dei 3 grandi punti cardine.
Quando qualcuno si rivolge a te singolarmente o come componente di un gruppo ti chiede soluzioni e strumenti. Quanto più impegnativo sarà il suo progetto, tanto più competente devi essere tu che gli illustri il percorso.
Su cosa devi illuminarlo?
Bene partiamo.
🔴 Sulla destinazione: devi essere in grado di fargli visualizzare il punto di arrivo, o uno dei punti di arrivo. E soprattutto devi essere in grado di raccontarglielo come un posto migliore rispetto al punto di partenza, perché questo deve essere nella realtà, altrimenti restava fermo.
🔴 Sul percorso. Devi mettere la persona nella condizione di comprendere gli step necessari altrimenti non riesce a seguirti. Descrivi bene l’itinerario, illustra una previsione dei possibili imprevisti con tanto di piano di emergenza qualora dovessero verificarsi realmente.
Che tu sia un imprenditore, un team leader, un professionista, la scelta dei tuoi collaboratori ricadrà in primo luogo sui tuoi affari, perché dal loro lavoro dipendono anche i tuoi risultati, per non parlare della tua reputazione e presenza sul mercato.Un talento non è scienza infusa, ma un punto di partenza, la famosa pianta che se non viene annaffiata con regolarità, con la giusta esposizione alla luce e in funzione delle sue caratteristiche biologiche, muore.
Qui le funzioni biologiche ci interessano meno, qui parliamo di persone di cui bisogna prendere in considerazione:
Chi se ne deve occupare?
Tu.
E se deleghi?
Devi occuparti in primo luogo del delegato!
🔴 La tua azienda, il tuo team, il tuo progetto, fanno parte di quel bagaglio di cose a cui tieni, di cui hai la responsabilità sia in termini di protezione che di crescita.
Se non te ne occupi, se non ti occupi di chi se ne occupa, se sottovaluti e vai per approssimazione, la tua pianta muore e il suo mercato con essa.👎
🔴 L’obiettivo di oggi è focalizzarsi su come trasformare l’aspettativa di crescita di un collaboratore in realtà.
Domanda
Credi nei tuoi collaboratori?
Le persone che ogni giorno seguono un progetto per te godono pienamente della tua fiducia e della tua stima?Notizia: se non credi abbastanza in una persona ne limiti le potenzialità
Tu hai un ruolo importante in questo processo,per questo è necessario credere nei propri collaboratori, a meno che non ci sia accorga di aver fatto una scelta sbagliata, ma questo è un discorso di altro tipo.🔴 Ciò in cui si crede conta molto, solo così l’aspettativa genera realtà, perché contempla un passaggio intermedio, la credenza.
8 segreti per aumentare il tuo business, 8 ambizioni motivanti che Dean Spitzer ha elaborato affinché il tuo team trasformi un progetto in un successo certo.
Nel post della scorsa settimana (che ti invito a leggere immediatamente) ti ho elencato le prime 4 ambizioni motivanti, oggi entriamo nel merito delle successive 4 per avere 8 segreti infallibili e fondamentali per far sì che i tuoi collaboratori lavorino con motivazione ed efficacia.
Dopo potere, riconoscimento, competenza, significato, abbiamo a seguire:
🔴 Attività: in questo ambito possiamo rintracciare i collaboratori che sono motivati dalla varietà del lavoro e dall’interesse per le attività che svolgono.
🔴 Realizzazione: qui possiamo facilmente collocare quei membri del team che sentono il bisogno di essere messi alla prova con obiettivi concreti da conseguire.Fin qui tutto perfetto.
Sai quindi come motivarli?
Non è affatto detto che tu abbia l’opportunità di conoscerli così a fondo, allora ecco un utile esercizio da mettere in atto per ottenere le informazioni che ti servono per aumentare le performance del tuo team.👍
Coinvolgi i tuoi collaboratori in questo processo di ricerca:
Questo processo parte da te!
Le battute d’arresto sono toste, ma se si vuole sopravvivere è necessario trasformarle in leve per il successo.
Il primo passo da compiere è nel modo in cui te la racconti. Secondo lo psicologo e saggista statunitense Martin Seligman è fondamentale il modo in cui spieghiamo a noi stessi le nostre battute d’arresto.
Il suo punto di osservazione si focalizza sull’equilibrio tra ottimismo e pessimismo, è di questi due valori che bisogna studiare il processo, prima ancora di parlare di resilienza. Il livello di ottimismo o pessimismo che si mette in campo durante le battute d’arresto va misurato all’interno di specifiche variabili:
Permanenza: le persone ottimiste – che sono poi quelle che sviluppano più resilienza – tendono a considerare gli effetti negativi temporanei piuttosto che permanenti. Sono quelle che dicono “non ti è piaciuto il lavoro che ho svolto su quel progetto” piuttosto che fare la tragedia e dire “non apprezzi mai il mio lavoro”.
Pervasività: le persone resilienti che si impegnano per far prevalere l’ottimismo non permettono alle battute d’arresto di influenzare negativamente tutte le altre aree della propria vita. Sono quelle che dicono “non sono riuscito in questa cosa” anziché dire “non sono in grado di fare nulla”.
Personalizzazione: il resiliente non cerca colpevoli esterni o cause metafisiche. Ragiona sul concreto e si interroga sui passi compiuti. Si chiede “come posso far meglio” e non “a chi posso dare la colpa?”
Questi tre processi contribuiscono in modo preponderante alla profilazione del resiliente.
Ad arricchire lo scenario possono intervenire anche altri fattori che ci aiutano a conoscere meglio il profilo del resiliente.
La battuta d’arresto è una parte inevitabile della vita.Si sbaglia, si cade con la faccia a terra.Ma ci si deve rialzare, da qualunque profondità. L’unico modo per rialzarsi è sviluppare processi di pensiero che generino resilienza e ricominciare a costruire.
Dopo aver analizzato i 7 principi che definiscono la cultura aziendale (non ne sai nulla? Clicca subito qui!) oggi gli elementi che la influenzano.
Avere la consapevolezza piena della cultura della propria azienda, studio professionale o laboratorio, come già dicevamo la scorsa volta, significa sapere con lucidità e velocità le azioni da compiere nel momento in cui si decide di intraprendere un cambiamento e in cui si è coinvolti da esso.
Non esistono soluzioni valide per tutti, non ci sono formule standard, ci sono delle strategie sicuramente ma il tutto va declinato in funzione della storia dell’azienda e di altri elementi che a breve vedremo nello specifico.
A mano a mano che leggerai questi elementi chiediti quale sia il tuo livello di conoscenza del tuo contesto di lavoro, anche se l’azienda non fosse tua il tuo ruolo potrebbe comunque risultare determinante e il tuo contributo fare la differenza.
Ciò che contribuisce alla costruzione della cultura aziendale e ne influenza l’andamento può essere così identificato:
Ignorare questi elementi, così come sottovalutarli, è rischioso e sciocco.
Ogni azienda porterà a un risultato diverso nella combinazione di questi elementi. Dunque il programma di cambiamento deve tenere presente questo presupposto per conseguire risultati di successo.
Una volta raggiunto il risultato va raccontato, comunicato, nelle modalità che ti propongo da tempo!
Non ti è ancora chiaro cosa significa comunicare ad alto impatto?
Ho le indicazioni che ti servono, basta cliccare qui!