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L’apologia dei titani:Amazon, Apple, Facebook, Google testimoniano al Congresso.

Nel post della scorsa settimana (se lo hai perso clicca qui prima di proseguire) abbiamo ripercorso la seduta del 29 luglio al Congresso, in cui l’antitrust chiede formalmente delucidazioni ai 4 titani, i CEO di Amazon, Apple, Facebook, Google, in merito alle loro politiche economiche in particolare nei confronti della concorrenza.

Le singole argomentazioni difensive dei 4 sono state dettagliatamente riportate sul sito web del Comitato Giudiziario delle Camera.
Tim Cook, Sundar Pichai, Jeff Bezos e Mark Zuckerberg hanno esposto le loro motivazioni per difendersi dall’accusa di aver danneggiato i consumatori e soffocato la concorrenza con le loro azioni.

Ascoltando loro testimonianze è possibile individuare alcuni elementi chiave, nello stile di comunicazione e nei contenuti, utilizzati come argomentazioni e punti di forza delle loro dichiarazioni difensive.

La sobrietà linguistica.
L’estrema sobrietà dei loro stili comunicativi. Diretti, lineari, senza ridondanze linguistiche.

Il patriottismo.
Tutti si appellano al valore del patriottismo americano, sottolineando piuttosto i vantaggi che i loro servizi arrecano al popolo dei consumatori e alle piccole imprese.

La concorrenza.
Secondo le affermazioni dei 4 CEO è tutt’altro che facile gestirla e che il loro successo su di essa non è affatto scontato né tanto meno garantito. Addirittura Jeff Bezos ribadisce che le attività di Amazon rappresentano meno del 4% del mercato al dettaglio generale e che non è affatto facile, nonostante il dominio del colosso dell’e-commerce, affrontare concorrenti come Walmart e Target che offrono servizi sui quali Amazon non può competere con loro.

Le vendite online di Walmart sono cresciute del 74% nel primo trimestre. E i clienti si affollano sempre più verso i servizi inventati da altri negozi che Amazon non riesce ancora a eguagliare su scala di altre grandi aziende, come il ritiro sul marciapiede e i resi in negozio

Anche Tim Cook di Apple a tale proposito:
Il mercato degli smartphone è estremamente competitivo e aziende come Samsung, LG, Huawei e Google hanno creato business di smartphone di grande successo offrendo approcci diversi.
Apple non ha una quota di mercato dominante in nessun mercato in cui operiamo. Questo non è vero solo per iPhone; è vero per qualsiasi categoria di prodotti.”.

I prodotti offerti sono utili e apprezzati

Tutti e 4 riportano il grado di apprezzamento dei loro prodotti e rivendicano il fatto che nessuno di questi abbia il potere di danneggiare né consumatori né imprese. Zuckerberg osserva che i servizi di Facebook aiutano molte aziende ad entrare in contatto con i clienti, per poi supportare questi ultimi nel rimanere in contatto con le aziende e i brand di loro interesse.

La creazione di nuovi posti di lavoro.
In particolare Amazon, che di recente si è dovuto difendere da accuse relative al trattamento nei riguardi dei suoi dipendenti , sottolinea gli investimenti nel campo della formazione dei propri dipendenti, 700 milioni di dollari, e il fatto che siano ben pagati.
Bezos inoltre aggiunge che i suoi investimenti hanno creato circa 700.000 posti di lavoro indiretti in settori come l’edilizia per esempio.

Gli investimenti mantengono la tecnologia americana competitiva.
La parola a Sundar Pichai di Google, il quale mette in evidenza come in un momento in cui l’America si confronta con il mercato sempre più in crescita della Cina nel panorama tecnologico internazionale, gli investimenti di Google consentono agli Stati Uniti di mantenere il proprio vantaggio:

Ogni anno siamo tra i maggiori investitori mondiali in ricerca e sviluppo. Alla fine del 2019, la nostra spesa in ricerca e sviluppo è aumentata di quasi 10 volte in 10 anni, da $ 2,8 miliardi a $ 26 miliardi. Abbiamo investito oltre $ 90 miliardi negli ultimi 5 anni”.

Questi investimenti consentono agli Usa di consolidare la propria posizione di leader globali nelle tecnologie emergenti.

La versione video di questa seduta è qui!

L’attacco ai titani: Amazon, Apple, Facebook, Google accusati dal Congresso.

Mercoledì 29 Luglio ha avuto luogo una delle più importanti sedute di supervisione tecnologica degli ultimi anni. A partire infatti da una lunga indagine antitrust che ha prodotto volumi di documenti che superano il milione ed analizzato centinaia di ore di interviste, 4 titani dell’economia mondiale sono stati chiamati a difendersi di fronte al Congresso degli Stati Uniti d’America.
Sapete già chi sono i protagonisti di questa vicenda vero?

Tim Cook di Apple, Jeff Bezos di Amazon, Mark Zuckerberg di Facebook, Sundar Pichai di Google, i 4 CEO più noti del mondo.
Obiettivo del loro intervento: dimostrare che le loro attività commerciali non equivalgono a monopoli anticoncorrenziali.

I 4 CEO hanno declamato le loro arringhe sostenendo che le loro aziende attualmente stanno fornendo prodotti vantaggiosi in un quadro mondiale fortemente concorrenziale. Secondo le argomentazione addotte dai 4 la loro vasta scala semplicemente migliora l’efficacia del servizio che offrono.

Le loro tesi e testimonianze però non hanno particolarmente convinto i membri del Congresso, i quali hanno messo in dubbio diversi punti della difesa.

Sin dall’inizio della seduta, in apertura, il presidente della sottocommissione antitrust, David Cicilline ha messo in evidenza l’eccessivo potere e l’influenza esercitata dalle 4 più grandi società tecnologiche americane, sostenendo che:

“ … poichè queste aziende sono così centrali nella nostra vita attuale, le loro pratiche e decisioni commerciali hanno un effetto fuori misura sulla nostra economia e sulla nostra democrazia. Ogni singola azione di una di queste aziende può interessare centinaia di milioni di noi in modo molto profondo e duraturo.”

Un’apertura che non lascia spazio al dubbio: l’eccessivo potere di Amazon, Apple, Facebook, Google, rappresenta un pericolo per l’economia e la democrazia.

Non meno potente il corpo del discorso dello stesso Cicilline che ha messo in evidenza l’elemento che accomuna le 4 strategie delle società: ognuna di esse rappresenta un collo di bottiglia per uno specifico “canale chiave” di distribuzione, ognuna di esse utilizza i dati e le misure di sicurezza di altre società per acquisire informazioni stroncando la potenziale concorrenza.

Tutte le piattaforme, secondo l’incisiva arringadi Cicilline, abuserebbero del loro controllo sulle tecnologie attuali per incrementare il loro potere.

Dettano le condizioni, ribaltano le dinamiche di interi settori, […] rappresentano quasi il potere di un governo privato”.
Un corpo del discorso così severo non poteva che condurre a una chiusura tagliente:
“ … i nostri fondatori non si inchinerebbero davanti a un re, né dovremmo inchinarci noi davanti agli imperatori dell’economia online.”

Più conciliante l’intervento di James Sensenbrenner, membro del Congresso da oltre 40 anni, che ha affermato: “essere dei grandi non è necessariamente negativo, anzi direi piuttosto il contrario” .
L’apertura lascia spazio a un confronto meno inquisitorio rispetto a Cecilline, le argomentazioni sottolineano come negli Stati Uniti il successo sia un valore da sempre incoraggiato e premiato, ma, il veterano del Congresso non tralascia il punto centrale del dibattito e si avvia a una chiusura pronta ad accogliere le risposte dei quattro interessati: “ siamo qui per comprendere meglio i ruoli che le vostre aziende occupano nel mercato digitale, e soprattutto l’effetto che essi sortiscono sui consumatori e sul pubblico in generale.”

L’udienza è stata qui interrotta per lasciare spazio alle pratiche di igienizzazione anti covid, dopo un’ora i 4 testimoni erano in videocall al giuramento.

Nel prossimo post entrerò nel merito delle loro argomentazioni e soprattutto delle loro interessanti modalità di Comunicazione ad alto impatto: tempo poco e un obiettivo che riguarda più o meno le sorti dell’economia globale.

2 ORE … ed è il panico! I rischi della comunicazione social!

Dopo il blackout di Whatsapp e Instagram ho fatto un esperimento o meglio un’indagine… Leggi bene cosa ho fatto.

Da anni ormai siamo abituati a misurarci con un modello comunicativo dettato dalle dinamiche del mondo dei social, al punto che, quando questo mondo presenta segnali di cedimento, molti perdono la bussola…e questo non va bene.

La comunicazione nasce ben prima dei social e dei nuovi modi di parlare che questi hanno introdotto, eppure domenica, le due ore di buio di facebook e whatsapp hanno generato un tale caos che molti anziché alzare il telefono (che funzionava benissimo) e chiamare la persona con cui avrebbero dovuto comunicare via whatsapp, hanno preferito lanciare dei veri SOS nei social che ancora funzionavano (assaltando twitter nello specifico!).

Come sai il mondo della comunicazione offre sempre spunti di riflessione, ma in questo caso ha proprio sollecitato in me un desiderio di “indagine” perché sono rimasto stupito di come le persone siano entrate in affanno perché 2 tra i principali canali social del momento si sono presi una pausa di qualche ora.

La maggior parte di quelli con cui ho parlato (12 su 20), non ha pensato di sopperire al mal funzionamento di whatsapp con una telefonata o con un sms tradizionale, ma ha pensato di andare su facebook per verificare se qualcuno aveva lanciato l’allarme e se erano presenti comunicazioni in merito! Non sono riusciti ad accedere e chi ha un account twitter si è sfogato lì.

Andiamo a quelli che hanno scoperto prima il mal funzionamento di facebook e instagram: qui il panico vero.
Ho udito espressioni del tipo “ero fuori dal mondo”, “in isolamento”, “non ero aggiornato sui fatti del mondo e quando ho scoperto di whatsapp non sapevo a chi e come dirlo!”.

Ok
Calma
Respira

Stiamo scherzando?

Come è possibile che l’acquisizione di nuovi comportamenti comunicativi possa indebolire così tanto la capacità di cercare soluzioni comunicative alternative?
Noi non possiamo non comunicare: è il primo assioma!
E allora, come è potuto succedere che un numero esagerato di persone ha pensato di non poterlo fare, di non raggiungere i destinatari desiderati, o, ancora peggio, ma molto peggio, di non poter accedere all’informazione?

Urge la necessità di fissare alcuni punti:

  • Viviamo in un’epoca in cui ci è offerta l’opportunità di accedere a un numero elevatissimo di canali di comunicazione, non mi riferisco all’opportunità di chiedere aiuto su twitter, ma alla capacità di avere sempre un piano B per reperire le persone più importanti da contattare.
  • Non è cosa buona utilizzare i social come veicolo di informazioni sui fatti di cronaca, di politica e sulle notizie in generale: i social sono l’habitat della fake news e molte testate giornalistiche hanno preso l’abitudine di fare dei lanci piuttosto sbilanciati rispetto al contenuto della notizia, solo per racimolare like.
  • Cerca sempre di arrivare alla notizia e gira intorno alle chiacchiere: quando i social sono tornati a funzionare le homepage erano piene di lamentele, il numero delle condivisioni di articoli che spiegassero la natura tecnica del problema era prossimo allo zero.

Comunicare è inevitabile, farlo efficacemente è una competenza che va assolutamente sviluppata, allenata, divulgata!

Sai già come fare?
Io ti suggerisco di fare un salto qui!