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discorso - credibilità

La credibilità del tuo discorso: contenuto, forma, contesto.

La credibilità è il fattore più importante all’interno di un discorso.
Per quanto si possa essere preparati, disinvolti, competenti, se il discorso non è credibile non funziona.

La credibilità riveste un ruolo importantissimo per l’efficacia della Comunicazione in Pubblico.

Qualunque sia il contesto della tua comunicazione, e l’obiettivo che vuoi raggiungere, non puoi trascurare la credibilità, senza la quale non solo gli obiettivi si allontanerebbero da te alla velocità della luce, ma l’interlocutore difficilmente ti dedicherebbe la sua attenzione.

Ogni atto comunicativo avviene in un contesto specifico e non sempre le caratteristiche di questo contesto si possono scegliere.
Lo speaker quindi deve essere in grado di trasferire contenuti sul suo pubblico sfruttando in modo ottimale tutte le risorse a sua disposizione.
Contenuto, forma, contesto: questi 3 elementi devono essere gestiti con grande competenza.
Ergo:
➡️  prepara il tuo discorso con serietà, il che significa non preparare solo l’argomento su cui verte il focus, ma spazia, rendi te stesso capace di argomentare digressioni, aneddoti, approfondimenti. Aggiornati costantemente su tutto il ventaglio di argomenti di tua competenza.
➡️  cura la forma: linguaggio del corpo, tono della voce, stile linguistico, approccio con il pubblico. Abbi cura di chi ti ascolta in ogni aspetto.
➡️  cerca di controllare il più possibile il contesto: fai dei sopralluoghi se vai in presenza, un tour virtuale se la sede si trova in un’altra città. Fai tutti i check necessari se la tua conferenza è on line, cura l’audio, lo sfondo, la gestione dei documenti da condividere. Non lasciare nulla al caso.
Quando hai appurato che questi 3 aspetti sono sotto controllo concentrati sul tuo pubblico: sarai credibile sono quando le tue competenze saranno in grado di risolvere il problema del tuo pubblico e le tue capacità di oratore saranno in grado di comunicarglielo.
Perché un interlocutore dovrebbe dedicarti il suo tempo?
Perché grazie al modo il cui hai impostato ogni aspetto del tuo discorso chi ti ascolta deve capire, presto, che fa al caso suo.
E come?
Facendogli intravedere quello di cui ha bisogno, il modo in cui il tuo argomento interverrà nelle sue attività, nei suoi progetti e lo condurrà verso gli obiettivi che desidera.
Una cosa utile?
Racconta l’esperienza di chi ci è già passato, un aneddoto che spieghi con chiarezza i vantaggi di quel che descrivi.
Lo sai fare?
Aspetta prima di rispondere!
Parliamone!

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Il paraverbale nel Public Speaking: check up della voce!

Nella gestione di un discorso in pubblico, il controllo della voce è un elemento determinante per la buona riuscita nella trasmissione di un messaggio.
Quando parliamo di “voce” siamo ufficialmente nel campo del paraverbale.
La voce ha un ruolo molto importante in una performance, dal vivo o in call (soprattutto senza webcam),  dunque richiede l’applicazione di qualche piccola strategia per essere controllata al meglio.
Partiamo dal primo problema che può verificarsi durante una discorso pubblico: la voce nervosa.
Come controllare questa eventualità?
Ecco, prendi nota che è importante prima che il tuo pubblico si alzi e vada via.
➡️  Prendi consapevolezza che il disagio della voce alterata è più un discorso di percezione interna del suono aggravato dal tuo stato emotivo, il pubblico avverte molto meno che la voce è alterata, quindi un punto a tuo vantaggio.
➡️  Respira profondamente e con un ritmo ridotto per favorire il rilassamento, fatti questo regalo e sentirai che sollievo;
➡️  Evita di tirare continuamente colpetti di tosse per schiarire la voce: è un rumore molto irritante per chi ascolta ed è dannoso per le mucose. Aspetta qualche minuto, dopo l’inizio e questa sensazione di raucedine scompare. Quindi un po’ di pazienza e ti salvi anche da questo;
➡️  Inizia ad alta voce, come se dovessi rivolgerti ad una persona seduta nella ultime file. Esercizio preziosissimo!
Per quanto riguarda invece il volume di voce, è importante utilizzare la tua energia nervosa e trasformarla in un’opportunità raggiungendo un volume elevato ed energico.
Anche il tono di voce è un elemento fondamentale nella gestione della trasmissione del messaggio, soprattutto considerando che il nostro pubblico non è in grado di ricordare tutte le informazioni che riceve, bisogna, dunque, mettere in risalto le più importanti.
🔴  Chiariti gli aspetti basilari ecco un secondo gruppo di consigli imperdibili:
➡️  studia come utilizzare al meglio il tono di voce già dal momento della preparazione dei contenuti;
➡️  usa pause strategiche;
➡️  organizza la comunicazione attraverso piccoli strumenti estremamente efficaci, come: la ripetizione del messaggio e l’enfasi visiva.
➡️  varia il tono di voce durante la comunicazione.
Adesso puoi andare 😉
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Ci sta!

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Le abilità comunicative … ovvero gli strumenti dello speaker.
Le abilità comunicative sono innate?
Può darsi, ma da qui a diventare uno speaker competente…
Non tutti nella loro professione o vita privata sono chiamati a fare discorsi pubblici, o a tenere presentazioni, quello di cui però sono convinto è che con la giusta preparazione tutti, o quasi, possono acquisire gli strumenti per diventare un bravo speaker.
🔴  Prima però rendiamoci conto che ogni buon discorso, ogni chiacchierata di successo, oltre la facciata nasconde una serie di dettagli che all’apparenza sembrano insignificanti ma che in realtà fanno una grande differenza.
E proprio perché sono dettagli la maggior parte delle persone non li considera nella loro effettiva importanza, anzi tende a sottovalutare tutto ciò che leggerete nelle prossime righe perché, purtroppo, crede che il contenuto sia molto più importante della forma.
Attenzione: non sto dicendo che il contenuto non sia importante ma non meno importante è anche il modo in cui si trasferisce il contenuto e tutti gli accessori, o come mi piace chiamarli, tutti gli strumenti della nostra cassetta degli attrezzi, fondamentali perché vi permettono di diventare ottimi comunicatori.
Questi strumenti, o queste abilità, sono potenzialmente sviluppabili in tutti.
Quindi il primo passo prima di capire come rendere applicabili queste abilità consiste nell’individuare dei punti focali su cui lavorare per costruire le proprie competenze in termini di public speaking e diventare un professionista.
Riassumiamo queste abilità ora in un elenco così se vorrai affinare le tue capacità puoi approfondire ogni singolo step del percorso formativo:
➡️  Gestione dello stress
➡️  Contatto visivo
➡️  Linguaggio non parole e pause
➡️  Uso della voce
➡️  Personalità humor ed entusiasmo
➡️  Gestualità
➡️  Posizione e movimenti
➡️  Abbigliamento

Ogni macro area del bullet point è un mondo da esplorare, con contenuti da studiare e abilità da esercitare.

Non c’è bisogno di ribadire che, se la maggior parte delle persone si dedica allo studio del public speaking per migliorare performance professionali, anche la vita privata, le relazioni, ne ricavano grandi benefici, evitando equivoci, omissioni, errori difficilmente riparabili.
La regola generale non sbaglia mai: studiare, essere competenti, allenarsi.
Sempre 🔝
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Parlare in pubblico ti terrorizza? Conosci le tue paure per superarle.

Quante volte mi hai sentito di dire che la paura di parlare in pubblico è la seconda in assoluto dopo quella di morire?
Può sembrare assurdo, vero.
Quando sei sul palco, ma persino di questi tempi in call, si fanno spazio della paure che nemmeno sapevi di poter provare.
Te lo dico dopo anni di training a professionisti validissimi nelle loro professioni, ma terrorizzati all’idea di comunicare qualcosa, a voce, pubblicamente, fosse anche un pubblico di 10 persone.
Le paure risiedono nell’irrazionale, quindi, in questa sede, ha senso provare a conoscerle meglio con il solo obiettivo di superarle perché, te lo dico chiaramente, se ti lasci bloccare la delusione diventerà la più forte di queste paure.
E la frustrazione … meglio non tirarla in ballo.
Allora andiamo al sodo, affrontale subito, capendone la natura:
➡️  non riesco a parlare a lungo di un determinato argomento. Hai un timer interiore??? Ci sono due leve da poter utilizzare: in primo luogo oggi la sintesi è molto apprezzata … ad una condizione però – ed è il secondo punto –  che ci sia sostanza, quindi il contenuto va studiato e preparato bene!
➡️  qualcuno tre il pubblico ne sa più di me. Può darsi che accada, inutile temerlo. Questa condizione è possibile che si verifichi, ma non su tutta la performance. Ti spiego: è possibile che qualcuno ne sappia più di te su un punto, un argomento, ma non su tutto quello che hai da dire. Se poi si tratta di un collega e le vostre competenze sono simili o complementari, gestisci la tua presentazione coinvolgendolo, ti conferirà sicurezza e apertura mentale. Può essere funzionale al tuo discorso, pensaci!
➡️  non verrò preso sul serio: questa è una della paure più terribili, ma qui con un buon allenamento non c’è bisogno di improvvisazione. Ecco la soluzione: competenza negli argomenti trattati e soprattutto un buon lavoro sulla tua  Comunicazione d’Impatto per creare un alto livello di credibilità. Non sai farlo? C’è poco da fare: vieni da me e non avrai più questo problema.
➡️  risulterò buffo? Perché mai? Già è capitato? Ti succede quando sei nervoso? Autoironia e personalità! Questa è la chiave vincente. Bisogna lanciarsi, capire i propri limiti e solo così scoprire con meraviglia inaspettati punti di forza.
Sono esaurite qui le paure?
Certo che no, te ne elencherò ancora, ma la regola generale non sbaglia mai: studiare, essere competenti, allenarsi.
Sempre 🔝
Adesso puoi andare 😉
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Ci sta!

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Il veglione…di settembre!

C’è chi sostiene che l’inizio dell’anno debba essere festeggiato a settembre…considerando tutto quello che ognuno di noi è chiamato a muovere dopo la fine dell’estate, direi che quest’affermazione davvero non fa una piega.

Si ricomincia: questa è la parola d’ordine.
Cosa, come, dove, quando è poi nell’esperienza di ciascuno, ma quello che davvero accomuna tutti è la necessità di alzare il culo (ops) dalle sdraio e immergersi in una nuova stagione tutta da costruire.

Da anni sostengo la motivazione come valore alla base di molte azioni, fondamentale per intraprendere percorsi e attività.

Tutti i miei percorsi per te sono pronti, ho tutto quello che ti serve per le tue performance in pubblico: strumenti, strategie, tips, conoscenze per una corretta lettura dei contesti e dei tuoi interlocutori.
Hai tutto a disposizione per far decollare le tue performance comunicative: niente più titubanze, intoppi, perdite di tempo e soprattutto niente più buchi nell’acqua: è arrivato il momento del successo!

La domanda che ti faccio è semplice: tu sei pronto?
Essere pronti non si traduce nel volerlo e basta, è un processo strutturato anche questo, quindi il mio primo intervento per te dopo l’estate comincia adesso dandoti gli strumenti per prepararti all’apprendimento e alla messa in pratica delle competenze che ti consentiranno di arrivare spedito ai tuoi obiettivi.

Devi, e dico devi:

· avere assoluta consapevolezza di voler diventare speaker eccellente e di avere le abilità per poterlo essere concretamente;
· maturare la convinzione che l’abilità di parlare in pubblico non è qualcosa di irraggiungibile o metafisico, ma una competenza che si può acquisire raggiungendo un’adeguata preparazione seguendo regole e passaggi ben definiti;
· pensare in termini positivi il tuo obiettivo, visualizzando il momento in cui esporrai un discorso in pubblico come un momento positivo, immaginando di avere successo come abile oratore nella professione e nel privato;
· dedicarti all’esercizio: l’abilità comunicativa va allenata, seguendo percorsi precisi di studio e di applicazioni pratiche per affinare le capacità e avvicinarci all’eccellenza;
· sfruttare tutte le occasioni per fare pratica in materia di Public Speaking, sia buttandoti in situazioni che lo richiedono, mettendo alla prova la tua abilità, sia osservando gli altri e catturando spunti utili.

Non finisce qui, per il momento ti faccio fare un giro panoramico di quello che ti aspetta, clicca qui!

Benvenuto in questo settembre ricco di opportunità!

Sempre la parola giusta e…Personalità!

Io sono fatto così!
Non ci posso fare niente! Questa è la mia personalità!

ESATTO e deve essere espressa quando parli in pubblico. Scopri perché e come motivo voglio attirare la tua attenzione su un aspetto sicuramento meno tecnico di quelli che generalmente condivido, ma fondamentale per la tua performance in pubblico perché si tratta di una di quelle cose che ti appartiene in modo intrinseco, su cui puoi lavorare sicuramente e che porti sempre con te, ti precede e ti insegue: sto parlando della Personalità!

L’obiettivo dello speaker, oltre naturalmente a quello di trasmettere efficacemente i contenuti che espone, è quello di risultare brillante in una performance davanti ai propri interlocutori.

Quindi adesso ti chiedo di concedermi questi preziosi momenti della tua attenzione per ragionare insieme su quali sono dunque i fondamentali requisiti affinché tu riesca a risultare brillante agli occhi del tuo pubblico

Eccoli:
· Personalità
· Humor
· Entusiasmo

Per poter contare sulla personalità durante un discorso in pubblico è in primo luogo fondamentale averne consapevolezza e sapere su quali aspetti del nostro carattere possiamo investire. E’ importante esprimersi davanti al pubblico con naturalezza e disinvoltura come se ti trovassi in un ambiente a te familiare, questo rende più efficace l’esposizione dei contenuti in quanto si superano eventuali barriere tra lo speaker e l’uditorio.
La distanza tra lo speaker e il pubblico può rappresentare un serio ostacolo alla riuscita dell’esposizione in quanto rende poco partecipativo il pubblico e di conseguenza poco vivace l’intera situazione.

Anche lo humor è un aspetto che può fare la differenza nella relazione con l’uditorio se utilizzato con moderazione e solo quando si è sicuri di averlo!

Suggerimenti:

· Ricorri all’umorismo solo se è un aspetto che ti appartiene davvero, se non fa per te meglio evitare e puntare su altri aspetti del tuo carattere;
· Utilizza il tuo humor in maniera spontanea se e quando le situazioni ne creino l’opportunità;
· Se il programma da presentare prevede un aneddoto umoristico è fondamentale che questo sia collocato all’interno di un contesto logico per rafforzarne il messaggio;
· Evitare di inaugurare la presentazione con una battuta umoristica, è importante che l’incipit si concentri sull’obiettivo.
Nella fase di apertura il pubblico potrebbe non essere pronto, tieni sempre ben presente che nei primi secondi l’uditorio si sta costruendo un’idea di te, è in quel momento che stiamo definendo la nostra credibilità professionale e l’atmosfera non è ancora così disinibita da poter coinvolgere il pubblico con battute.

L’entusiasmo è uno strumento con un potenziale molto decisivo: è l’autentica forza della comunicazione. L’entusiasmo è la capacità di trasmettere ai tuo interlocutori la convinzione in ciò che stai comunicando. L’entusiasmo è ricco di energia che, declinandosi in gesti, toni di voce, contatto visivo, conferisce una forza incredibile al messaggio e si trasforma in energia mentale.
L’entusiasmo può essere ad una sola condizione: che realmente crediamo in ciò che stiamo facendo, questo è l’unico requisito richiesto per realizzarne l’efficacia.

Adesso che ti ho dato qualche spunto per riflettere sul tuo carattere, fai un salto qui per vedere cosa ti aspetta se vuoi che le tue performance nella Comunicazione siano eccellenti!

Le 10 cose da non far dire alla tua bocca

Mentre ripercorro un articolo di Forbes di qualche tempo fa sulle cose da non far dire al tuo corpo, rifletto su quella che da sempre è la mia linea d’azione e che è all’origine dell’hashtag #semprelaparolagiusta … e mi rendo conto che sarebbe davvero il caso di fare un decalogo delle cose da non far dire alla nostra bocca per rendere più efficace la nostra comunicazione.

Prendi nota perché qui si entra nel merito dei tuoi discorsi!
10 cose da non far dire…alla tua bocca!

  1. Non esprimerti a suon di negatività! Per quanto possa essere giusta la causa, non è mai una buona idea trasmettere all’interlocutore un messaggio utilizzando toni, parole, atteggiamenti che richiamino la negatività.
  2. Conta le volte in cui citi te stesso! Hai mai notato quante volte dici la parola “io” all’interno di una conversazione? Per descrivere il tuo stato d’animo, per mettere in luce i tuoi meriti, per raccontare esperienze che reputi fondamentali da raccontare? Ricorda che in ogni persona c’è un “io” e l’interlocutore potrebbe essere infastidito, o anche offeso, da un eccesso di egocentrismo a scapito del confronto con l’altro.
  3. Chiudi la bocca ogni tanto! Metti in atto uno dei più preziosi strumenti di comunicazione: l’ascolto. Entra in empatia con l’altro, con un pubblico, con chi ti sta davanti. Solo concedendoti momenti di ascolto attivo potrai davvero intraprendere una conversazione alla pari ed efficace in termini di Comunicazione!
  4. Non avere fretta di nominare i tuoi difetti! Proprio così. Non si tratta di nascondere o omettere, si tratta semplicemente di concentrarsi sulle proprie virtù per comunicare il meglio di sé agli altri, sia attraverso le parole che attraverso i comportamenti.
  5. Non tirare in ballo persone che non sono presenti e non possono difendersi né produrre argomentazioni. Ci sarà un momento per offrire loro la possibilità di spiegarsi.
  6. Non nasconderti dietro la comunicazione scritta per dare sfogo all’orco che c’è in te! Questo fenomeno ha preso piede in particolare con l’avvento dei social, dove tutti, anche gli insospettabili, si sono sentiti investiti del potere di esprimersi su tutto sentendosi protetti da un’esposizione meno diretta (ma molto più massiva ahiloro!)
  7. Non parlare male degli altri per supportare le tue tesi. Se le tue argomentazioni sono convincenti, i contenuti validi e le tue capacità oratorie eccellenti, non hai bisogno di servirti delle debolezze dei tuoi competitor, in qualunque ambito.
  8. Non perdere mai di vista il contesto. Affinché tutto ciò che dici sia congruo, coerente e funzionale chiediti sempre se è in una giusta relazione con il contesto. Il significato delle parole, dei toni, dei movimenti ha ragione d’essere se legato al contesto.
  9. Non esagerare con le citazioni! Dai mettici qualcosa di tuo! Poi se un personaggio autorevole ci ha già messo lo zampino tanto meglio, ma non puoi tenere un discorso saltando da una citazione all’altra!
  10. Rispetta sempre, attraverso le parole, chi hai di fronte. Non sai chi sia, che storia abbia, cosa stia provando in quel momento. Sai solo che è lì per te, davanti a te e ti sta ascoltando: preoccupati sempre che le parole che usi non siano offensive nei confronti di nessuno.

Hai preso nota di tutto?
Sei pronto per fare un giro in un mondo più vasto?
Non posso svelarti tutti i segreti della Comunicazione se non sai usare #semprelaparolagiusta!

Corri a leggere qui!

Instagram sovverte le regole della persuasione

Ma allora le teorie elaborate da Robert Cialdini ne “Le armi della Persuasione” come si collocano in questo imminente (non ancora speriementato da tutti gli account a seconda degli aggiornamenti) stravolgimento di Instagram?

Alt! Procediamo con calma. Partiamo dall’antefatto, escludiamo facili deduzioni e poi vengo al dunque!

Da qualche giorno gli utenti di Instagram si sono accorti che i likes alle proprie foto non sono visibili agli altri frequentatori della piattaforma ma solo a se stessi.

Inizialmente in molti hanno creduto che si trattasse di un problema tecnico, per poi apprendere che si tratta di una specifica scelta con tanto di motivazione a carico.
Sembra infatti che il social network popolato dalle foto e dagli hashtag degli utenti di tutto il mondo abbia deciso di concentrarsi sulla qualità dei contenuti, o meglio, sull’intento da parte degli utenti di condividere contenuti di valore senza essere offuscati dall’ebbrezza del desiderio di ottenere più like.
Caos totale tra i cacciatori di like ai quali al momento viene meno la certezza del metro di misurazione per eccellenza: il consenso, o meno, dei follower della propria pagina.

La prima domanda che ci si è posti è stata: e gli influencer?
Come si fa da adesso in poi a capire se sono fighi?

Il metro di valutazione, nonché di misurazione, diventa dunque invisibile?
Eh no, il punto è proprio questo: l’utente sa quanti like ha ricevuto, sono gli altri utenti a non saperlo.
Come si traduce questo processo sul piano della Comunicazione?
Cosa accade a livello tecnico?
A risultare alterato non è tanto l’assetto tecnico della comunicazione quanto piuttosto le ripercussioni sociali che derivano da questo cambiamento.

Partiamo da un elemento strutturale: il Feedback degli utenti. C’è sempre, ma non è più condivisibile nella misura in cui non è più visibile: questo incide profondamente su quello che Robert Cialdini definisce “Il principio della riprova sociale”.

Quali sono le conseguenze di questa rivoluzione per niente silenziosa (nulla fa più rumore di ciò che scompare)?

Volendo analizzare il processo prendendo in esame il ruolo giocato dal feedback, la mia analisi può tranquillamente limitarsi a 4 punti:

  • Il feedback si libera del condizionamento degli altri: il like espresso, pubblicato, è un fatto privato. Rientra in un conversazione tra chi posta e chi apprezza.
  • Il feedback è il risultato di un’analisi più attenta e veritiera dei contenuti: quel post non ti piace perché piace a chi reputi figo, quel post ti piace e basta.
  • Il feedback non è più un elemento di appartenenza: non metti il like perché la tua community ideale o desiderata lo fa e dunque tu ne sei parte attraverso una condivisione di idee.
  • Il feedback amplifica la responsabilità del singolo utente: non ci sono altri like ad avallare il tuo, sei tu che scegli di essere da una parte dove forse approderanno altri tuoi simili o dove forse sarai solo senza che tu lo sappia.

Veniamo al dunque quindi: quale aspetto colpisce maggiormente gli influencer, e in generale i leoni da tastiera e da scatto fotografico, del social network?

Torniamo a Cialdini: nel suo libro “Le armi della persuasione” analizza le 7 armi della Persuasione una delle quali è proprio la riprova sociale secondo cui l’individuo tende a fare quello che maggiormente è approvato, condiviso, applicato dalla comunità a cui apparteniamo.

Hai mai notato che in un ambiente molto pulito nessuno si sognerebbe mai di buttare una briciola a terra? Questo è un esempio basilare del principio.

Finora la massa di like trascinava con sè quasi in automatico il consenso di altri, senza eccessivi momenti di analisi o riflessione. Adesso non è visibile la direzione della corrente, pertanto si naviga secondo la propria personale analisi, secondo i propri parametri e gusti.

Questa rivoluzione del like dunque rappresenta davvero un ostacolo per gli influencer?
Io non ne sarei così sicuro!

Vuoi capire meglio di cosa sto parlando?
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Candidato politico … e fattelo un corso di Public Speaking [storia vera]

Perché tutti, ma proprio tutti, dovrebbero fare un corso di Public Speaking?

Perché serve, in ogni situazione, in molteplici contesti, nella vita di tutti i giorni.

Pensare che il Public Speaking serva solo a chi per professione è tenuto a parlare spesso in pubblico è la credenza più diffusa e la più pericolosa perché espone al rischio di non poter essere efficace per se stessi e per le persone a cui teniamo nel momento in cui dire le cose nel modo giusto potrebbe fare davvero la differenza in termini di efficacia.

In questo momento le campagne elettorali sono nel centro del mirino, sia perché i cittadini vogliono capirci qualcosa su chi votare, sia per chi è interessato ai processi comunicativi.

Improvvisazione, schemi fallimentari, incapacità di gestire le emozioni e la scarsa esperienza, sono gli elementi principali della brodaglia che mette a rischio la reputazione di molti candidati.

Ti voglio raccontare il caso reale di Alessia, una mia collaboratrice, che lunedì mattina è entrata in ufficio e mi ha raccontato una sua esperienza.

Andiamo nel concreto, e questa volta nel piccolo, in una piccola città, dove valgono le stesse e identiche leggi che nelle metropoli, dove Alessia si è recata per ascoltare la presentazione di una lista di candidati e ha riportato alcune gravi distorsioni comunicative di cui è necessario analizzare i passaggi.

Punto per punto, una piccola riflessione “tecnica” su quello che è accaduto:

  • Non si può elencare ogni singolo passaggio di una strategia, sulla carta vincente, toccando il cuore e le emozioni degli interlocutori, per poi concludere con un “tutto questo potrebbe sembrare utopistico”. Errore gravissimo! Stai contraddicendo tutto quello che hai esposto prima!
  • Parlare male degli avversari ruba solo tempo ed energia! Concentrati sui punti vincenti della tua proposta!
  • Le emozioni. Ci sono, è giusto che ci siano, ma controllarle è necessario.
  • L’esperienza. Insegna sì, ma non vince sempre, quindi non ha senso auto celebrarsi per le esperienze precedenti, il tuo discorso deve puntare sul presente e sull’immediato futuro.

Direi di sfruttare le ore di silenzio elettorale per ripassare le strategie vincenti, a partire dall’analisi della struttura di un discorso pubblico.
Non hai scelta: vieni a leggere qui!

I discorsi che hanno fatto la storia: il “Discorso d’insediamento” di Franklin Delano Roosevelt

Eccoci ai grandi discorsi della storia, il filone “narrativo” che ho inaugurato con il discorso di Gandhi alla Marcia del sale e che voglio continuare guardando all’esempio dei grandi discorsi che hanno lasciato un segno nel tempo.

Continuo a sottolineare che, a prescindere dai personaggi, dalle epoche, dalle loro idee e iniziative, quello che mi interessa analizzare è l’aspetto della comunicazione in termini di struttura dei discorsi e di impatto sugli interlocutori.

Oggi vorrei citare il discorso di Roosvelt conosciuto anche come “Discorso d’insediamento” del 1933.

Prima di entrare nel merito del discorso è bene inquadrarlo storicamente per comprendere al meglio il tono, la finalità e il momento in cui è stato pronunciato.

Franklin Delano Roosevelt è stato eletto Presidente degli Stati Uniti nel mezzo di una crisi economica senza precedenti, il “Discorso d’insediamento” rappresenta, per l’appunto, il suo ingresso alla Casa Bianca.

La vera particolarità di questo discorso è che contiene, dall’incipit alla chiusura, un elemento difficilmente gestibile nella sfera comunicativa: l’invettiva.

Si tratta infatti di un discorso “contro” qualcuno, si tratta di contenuti d’accusa nei confronti di chi si ritiene sia responsabile delle condizioni in cui versava in quel momento la Nazione più potente al mondo.
Ne condivido uno dei passi più salienti per entrare nel cuore della sua intensità:

E’ triste vedere che niente è cambiato, da allora. Anzi. Di fronte al fallimento del credito, essi hanno saputo soltanto proporre di ricorrere a nuove concessioni di credito. Quando è stato loro impossibile di continuare a prospettare il miraggio del profitto per indurre il nostro popolo a seguire le loro false teorie di governo, essi hanno creduto di poter correre ai ripari con pietose esortazioni invitanti a concedere ancora la perduta fiducia. Essi non conoscono altre norme, che quelle di una generazione di difensori dei propri interessi.

Non c’è dubbio, né possibilità di equivoco, basta scomporre anche solo questo passo per individuare la severità, la fermezza, la volontà d’accusa, nelle sue 3 componenti principali:

  1. Incipit: parte da uno stato d’animo che rappresenta il dolore di un popolo intero che ha creduto in un cambiamento ed è stato deluso. Si immedesima subito in chi è all’ascolto, perché sa di arrivare al cuore, alla condizione di disagio in cui molti cittadini sono ridotti dopo la crisi del ‘29.
  2. Corpo: cosa è stato fatto, e soprattutto cosa non è stato fatto, per tutelare gli interessi dei cittadini. Emergono qui gli elementi concreti, misurabili, le azioni all’origine dello status quo.
  3. Chiusura: la presa di coscienza, la piena e triste consapevolezza di dove si è giunti a causa delle azioni di alcuni e la precisa volontà di attribuire delle gravi responsabilità.

Non è facile impostare un discorso basato su un’invettiva senza minarne la solennità, soprattutto se le argomentazioni vanno a toccare tasti tanto delicati e drammatici. Si tratta di un discorso politico, collocato all’interno di una precisa strategia, deve quindi rispettare una struttura tecnica per poterne garantire l’efficacia.

Ho scelto il passo più saliente perché ci tenevo a farti vedere come si possa raggiungere il picco di efficacia anche all’interno di un discorso breve, avendo a disposizione, in termini di contenuto, solo lo scontento di un’intera nazione e la volontà di trasmettere un senso di responsabilità e di presa in carico capace di fare la differenza.

Veniamo a te, alle tue esperienze comunicative…sai che ogni discorso rispetta regole molto precise che ne garantiscono l’efficacia?
Vuoi sapere meglio di cosa sto parlando?

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