Articoli

matte_maserati_comunicazione_alto_impatto

Tempo poco, efficacia al massimo: trasmetti il tuo valore attraverso la Comunicazione ad Alto Impatto

Il 1° Luglio è qui e il corso sulla Comunicazione ad Alto Impatto è davvero alle porte.
Tra qualche giorno in aula ti svelerò le strategie più efficaci per eccellere nelle performance di comunicazione! 
 
 

 

Comunicazione ad Alto Impatto: tempo ed efficacia al massimo.

 
L’obiettivo della Comunicazione ad Alto Impatto non lascia spazio al dubbio: l’interlocutore deve sapere chi sei, cosa hai da dire e quanto vali in un tempo molto limitato.
 
In una logica di questo tipo le tua abilità comunicative devono puntare all’eccellenza perché, quasi sicuramente, non avrai una seconda occasione per convincerlo delle tue argomentazioni.
 
Le tue parole, per quanto ponderate, saranno efficaci solo se calibrate in funzione del messaggio che devi trasmettere. 
 
Il risultato della tua performance di comunicazione non di dovrà basare su una tua sensazione o impressione: imparerai a misurare il gradimento dei tuoi interlocutori. 
 
 
Un elemento imprescindibile quando si parla di tempo limitato ed efficacia è sicuramente l’attenzioneComunicazione ad Alto Impatto significa saper catturare un elevato livello di attenzione di chi ti ascolta, in modo che nessun elemento possa interferire con il messaggio trasmesso e minarne l’efficacia. 😱
 
Alla luce di questo il tuo obiettivo di comunicazione deve essere chiaro, dettagliato, inequivocabile!
 
Sbagli se pensi che la capacità di arrivare agli altri con efficacia sia una dote naturale, una specie di talento da leader carismatico.
Ebbene non si tratta di questo, la Comunicazione ad Alto Impatto è una competenza e sono qui per lavorarci insieme.
 
 
Solo con il giusto set di skill e abilità potrai arrivare non solo alla mente, ma anche al cuore del tuo interlocutore, facendo dialogare la sua sfera razionale con quella emotiva, conquistando così il 100% della sua attenzione. 
 
Non stai nella pelle all’idea di saper applicare uno strumento così potente?
 
Il 1° Luglio è alle porte!
Ultima chiamata per Comunicazione ad Alto Impatto!
Per scriverti ecco cosa fare👇
Per ulteriori informazioni contattami 👇
info@matteomaserati.it
matteo_maserati_strategie_comunicazione_alto_impatto

Comunicazione ad Alto impatto: strategie innovative per un mercato in evoluzione.

Il 1° Luglio si avvicina e il corso sullaComunicazione ad Alto Impatto è davvero alle porte.
Non vedo l’ora di vederti in aula per raccontarti le strategie più efficaci e innovative per farti eccellere nelle tue performance di comunicazione

Perché una Comunicazione ad Alto Impatto

Perché saper comunicare non basta più, o meglio, è un punto di partenza imprescindibile, ma se si vuole fare il salto di qualità è sull’impatto che ci si devono porre le domande giuste. 
  • Come arriva agli altri ciò che dico?
  • Quanto risulto credibile quando espongo le mie motivazioni?
  • Quanto condiziono il comportamento di chi mi ascolta orientandolo verso i miei obiettivi?
Porsi queste domande significa stabilire dei parametri di misurazione che mi fanno dire se le mie parole, e il modo in cui le dico, sono in grado di generare impatto oppure no.
Ma perché, qualcuno si chiederà – e poi mi chiederà – è così importante partire dall’impatto? 
Perché l’impatto è già un risultato, quindi pormi un alto impatto come obiettivo significa allenarmi all’eccellenza.
L’eccellenza oggi non è lusso, ma una condizione fondamentale se si vuole stare al passo con un mercato che evolve alla velocità della luce.
Un tempo le competenze di comunicazione erano richieste solo, e in special modo, a chi per professione si trovava più spesso alle prese con presentazioni, intrattenimento, insegnamento. 
Oggi il mercato chiede a un numero sempre maggiore di professionisti – in tutti i settori – di sviluppare competenze di comunicazione
Per un semplice motivo: perché non se ne può fare a meno e restarne lontano significa perdere opportunità e fette importanti di mercato. 
Che tu venda servizi o prodotti, i tuoi clienti e i tuoi interlocutori sono sempre più informati e curiosi di entrare nel dettaglio, smaniosi di sapere cosa scegliere e perché. 
Molti arrivano con domande complesse, altri con verità strappate a Google che vanno spiegate o smentite.
Un altro effetto della digitalizzazione sulla capacità di saper comunicare efficacemente è la necessità di fare ognuno la propria parte, qualunque sia il ruolo professionale e la posizione che si occupa: ci si confronta dal vivo e in virtuale con clienti, colleghi, responsabili.
E lì l’impatto conta nella Comunicazione, eccome. 
In sintesi: se prima erano in pochi a dover padroneggiare l’arte dell’oratoria, oggi è una competenza sempre più richiesta e soprattutto innovativa, visto che il modo di comunicare è cambiato a seguito delle dinamiche dell’economia attuale.
Qual è il segreto per affrontare – e con successo – tutto questo?
Farsi trovare pronti, non solo nel comunicare, ma nell’eccellere in modo da generare un alto impatto su tutti gli interlocutori coinvolti.
Io ho pensato a tutto naturalmente!

 

 

Da dove si comincia?

Da un appuntamento a cui non puoi mancare!

Comunicazione ad Alto Impatto 1 Luglio 2023

Per ulteriori informazioni contattami 👇
info@matteomaserati.it
lavoro - valori

Il futuro del lavoro: scopri quali valori coltivare

Oggi voglio parlare con te di lavoro.
Eh che novità!
Non di lavoro in generale, a dire il vero, ma di ambiente di lavoro, dove le persone esprimono se stesse attraverso le proprie competenze. 
Indubbiamente, senza ripercorrere ogni singolo avvenimento, negli ultimi anni il lavoro ha raggiunto un livello di flessibilità mai sperimentato prima d’ora.
Si può dire che le peculiarità di questa nuova “era” del lavoro siano proprio la flessibilità nelle attività e l’approccio ibrido.
Questi due elementi fanno sì che le persone possano lavorare nelle modalità più adatte per loro.
Questo nuovo scenario, in alcuni casi sempre più vicino alle esigenze di chi lavora, richiede alle aziende una presa di coscienza per affrontare, anzi abbracciare, questa veloce e importante trasformazione.
Diventa sempre più importante ed essenziale che le aziende perseguano e diffondano nuovi valori.
Sembrano così tante le novità in essere, e di fatto davvero lo sono, che anche la moltitudine di valori a cui ispirarsi rischia di raggiungere un numero elevato.
In realtà, l’importante è perseguire quelli giusti, che devono essere declinati in funzione delle nuove dinamiche del mondo del lavoro e delle esigenze dei professionisti.

I valori di un ambiente di lavoro ibrido e inclusivo

I nuovi ambienti di lavoro, come abbiamo visto, sono caratterizzati da una maggiore flessibilità, questo nuovo assetto richiede alle aziende di essere sempre più ibride e inclusive.
Nello specifico, l’inclusività è il risultato della creazione di pari condizioni di collaborazione, il che significa: uguaglianza per tutti i dipendenti  nelle possibilità di accesso e nella disponibilità di strumenti per poter lavorare in modo flessibile. 
L’altro aspetto fondamentale consiste nella creazione di un ambiente di lavoro –  sia esso fisico che virtuale – che possa ospitare queste nuove logiche.
Nello spazio virtuale ci sono ormai molteplici strumenti che consentono a colleghi distanti geograficamente di parlarsi, fare meeting, condividere esperienze.
Con lo stesso intento anche gli ambienti fisici si prestano a una flessibilità strutturale per far sì che le persone possano utilizzare lo spazio fisico dell’ufficio in modo diverso a seconda delle attività da svolgere. 
Assistiamo così alla costruzione di ambienti con pareti flessibili, removibili,  per creare spazi isolati o aprire tutto per i momenti di attività condivise.
In questa ottica di fluidità, collaborazione e inclusività diventano un binomio necessario che si alimenta da entrambe. 
 
Quando si parla di collaborazione e inclusività, nelle aziende come nella vita, la Comunicazione assume un ruolo di rilievo in ogni suo aspetto: dalla scelta delle parole alla valutazione dei contesti, dall’individuazione di un registro comune al linguaggio non verbale, espresso anche attraverso specifici segnali o soli movimenti del viso.
Io mi occupo di ognuno di questi aspetti da anni e ne ho visti di risultati!
Se anche tu vuoi incrementare i tuoi risultati devi cominciare ad arricchire il tuo bagaglio di ogni elemento utile.
Io ho già un evento da proporti: voglio renderti partecipe di un percorso che ho appena progettato e sta per uscire!
25 Febbraio
L’unico sistema per capire i messaggi nascosti nelle espressioni del tuo viso!
Per avere maggiori informazioni e per iscriverti
Se invece vuoi avere informazioni sui prossimi corsi o per una consulenza specifica scrivimi qui 👇
info@matteomaserati.it
parlare-in-pubblico

Parlare in pubblico: perché è una competenza così richiesta.

Che parlare in pubblico sia una competenza ormai è una certezza che nessuno osa più mettere in dubbio.
Tuttavia per molti non è una professione e questo complica le cose quando –  sia come liberi professionisti, sia per un’azienda in cui si è dipendenti –  c’è bisogno di mettere in atto le competenze di public speaking.

Parlare in pubblico: una competenza nella storia

L’elenco dei grandi oratori della storia la dice lunga, quella di Cicerone è solo una delle immense voci che ha incantato il pubblico. Ma non si tratta solo di questo.
Chiariamoci: ascoltare un magnifico oratore è un’esperienza fantastica, ma questa dote diventa una competenza quando chi ascolta non si limita ad assimilare ciò che ascolta, ma inizia a modificare i propri comportamenti, non a caso alcuni grandi oratori nella storia hanno scritto la politica o il pensiero sociale del loro tempo.

Parlare in pubblico: una competenza trasversale

Parlare in pubblico non è la professione principale per molti.
Quanti public speaker di professione conosci?
Alcuni sicuramente, ma gli strumenti della comunicazione in pubblico servono a una vasta gamma di professionisti: tutti.
Questo significa che spesso il ruolo di speaker è assegnato a chi fa altro di lavoro, o meglio, è specializzato in una specifica competenza di cui deve insegnare i contenuti o quantomeno fare un buon lavoro di divulgazione.
Parlare in pubblico non richiede un vasto numero di ascoltatori, anche se ne hai uno, e magari è quello decisivo, stai già parlando in pubblico.
Questo spiega perché è la competenza numero 1 richiesta.
Devo passare alle maniere un po’ forti chiedendoti uno sforzo immaginativo: sai quanto danno può arrecare al tuo business o alla tua azienda una cattiva gestione e un uso incompetente della comunicazione?
Inizia a contare, c’è tempo per fermarsi.
Puoi permettere che accada?
Rispondo io per te: mai e poi mai no!
Sai qual è la seconda paura al mondo dopo quella di morire?
Volare mi dirai tu.
E invece no, lì si va più volentieri che su un palco a parlare di qualcosa.
Quante volte a un passo da una presentazione l’ansia ha iniziato a manifestarsi?
Quante volte dopo una presentazione ti sei reso conto che non sei stato abbastanza persuasivo con il tuo discorso o sei andato fuori focus?
Quante volte hai avuto la sensazione che tra quello che dicevi e chi ti ascoltava ci fosse un abisso?
Questi sono solo alcuni esempi di possibili scenari.
🎖️Una competenza è un’evoluzione, un affinamento, un arricchimento di un talento.
O semplicemente è il risultato di chi vuole apprendere strumenti fondamentali per lavorare o avere una vita più felice.
Come si fa ad acquisirla?
Sto lavorando per te!
Se vuoi avere informazioni in anticipo 👇
info@matteomaserati.it
sviluppo_talento

Sviluppo del talento: aspettative e azioni del Team Manager

Lo sviluppo del talento dipende da specifiche aspettative e azioni del team manager.
Tra le principali responsabilità di un team manager spicca lo sviluppo e la valorizzazione del talento.
Ogni singolo componente di un team svolge delle mansioni, in base a competenze specifiche e all’esperienza maturata.
♦️ Un team manager coordina, spesso gestisce, prende decisioni, risolve problemi.
Nel mare magnum di queste attività può accadere che si metta da parte, o si trascuri del tutto, il complesso processo di sviluppo del talento.
🔖 Sviluppare il talento di una persona significa indagare il campo delle competenze e confrontarlo con il risultato delle performance per capire cosa quella risorsa fa e come lo fa.
Molte volte accade che ci si interroghi sulle competenze di un dipendente solo quando si arriva all’errore, che, sai bene, ha un costo, per tutti.
Occuparsi dello sviluppo del talento significa agire prima, alle radice, ma se questo non accade allora bisogna essere in grado di recuperare la situazione quando il problema si presenta, prima che sia davvero troppo tardi.
Una situazione frequente, e anche molto rischiosa, è che le risorse siano bloccate da un management inadeguato.
Se una persona al lavoro non rende quanto potrebbe, bisogna interrogarsi sul management e sulle competenze della persona, contemporaneamente.
♦️ La domanda che il team manager deve porsi è: quale mio intervento può cambiare le cose?
Vediamo una lista di possibili scenari a monte di performance al di sotto delle aspettative:
  • chiarezza del compito: il team manager ha spiegato chiaramente le aspettative dell’azienda rispetto alle attività da svolgere?
  • impatto delle attività: è chiaro a chi le svolge?
  • competenza: la persona possiede le giuste competenze per le attività che le sono state assegnate?
  • ostacoli: quali e quanti?
  • ricompensa dell’insuccesso: è possibile che il team manager stia prendendo decisioni che premiano il comportamento sbagliato?
  • corrispondenza ruolo – persona: la risorsa svolge il ruolo giusto? Si trova nel team giusto?
  • feedback sulla performance: viene fornito in modo preciso e costruttivo?
Le domande sono il punto di partenza.
Poi si passa all’azione.
C’è un modo per imparare a farlo?
Certo che sì!
Come partire?
Parliamone!

Scrivimi: info@matteomaserati.it

Intanto puoi dare un’occhiata qui!

gestione-del-cambiamento-intelligenza-emotiva

Gestione del cambiamento: sviluppare un’organizzazione con l’intelligenza emotiva

Perché parlare di Intelligenza Emotiva in merito ai cambiamenti organizzativi?
Perché, seppur non è l’unico, è un elemento di grandissima importanza.
Vediamo subito in che modo.
La prima necessità a farsi largo in un clima di cambiamento organizzativo è quella che i manager siano in grado di mettere in campo, oltre alle loro competenze specifiche e di settore, anche di tutta una serie di soft skill di cui l’intelligenza emotiva è il pilastro.
Non si tratta di un talento o di una caratteristica innata, si sviluppa attraverso un lavoro che la trasformi da obiettivo a competenza.
Partiamo però dall’inizio.
Come capisci che è tempo di lavorare sul fattore “intelligenza emotiva” nella tua organizzazione?
Osservando se sono presenti i seguenti inequivocabili segnali:
➡️  perdita di produttività
➡️  mood generale negativo
➡️  stress organizzativo manifesto
➡️  carenze o imperfezioni nel rapporto con i clienti
➡️ alto turnover dei collaboratori
➡️  carenza di un equilibrio vita/lavoro dei collaboratori
➡️  necessità di attrarre talenti
Ognuno dei fattori in elenco porta con sé una preoccupante dose di guai, quindi non bisogna perdere un solo minuto.
AGIRE!
Dopo aver individuato questi elementi e fatto luce sul loro peso all’interno dell’organizzazione, è necessario porsi delle domande sull’ IE (intelligenza emotiva):
– Come può aiutare l’IE❓
– Quali sono le figure che in questo momento ha più  senso formare in termini di IE ❓
– C’è già qualcuno in grado di mettere a disposizione dell’azienda e in base alle proprie competenze la propria IE ❓
– In che modo l’IE andrà comunicata e diffusa in termini di cultura aziendale❓
Elementi da osservare e domande da porsi: questo il punto di partenza e, ti avviso, e già tanto lavoro da organizzare e gestire, ma sapere da dove partire è senza dubbio un grande vantaggio!
Al lavoro subito!
Vuoi già saperne di più 👇

Ci sta!

Scrivimi: info@matteomaserati.it

Intanto puoi dare un’occhiata qui!

la-collaborazione-nell-era-tecnologica

La collaborazione nell’era tecnologica: una preziosa skill per il cambiamento

Collaborazione nell’era tecnologica

Nel pieno dell’era tecnologica, la collaborazione spesso non riceve l’importanza che merita. 
Le persone sono abituate ad agire in piena autonomia potendo contare sull’ausilio di app e di tutorial per qualunque cosa.
 
L’intelligenza artificiale facilita la vita nelle piccole attività quotidiane, facendoci precipitare nello sconforto più totale se per qualche motivo – e di solito per poco più di qualche minuto – viene a mancare.
Nella vita privata e nelle organizzazione l’abilità richiesta nell’utilizzo di certi strumenti è così fondamentale da poter essere data addirittura per scontata.
L’abitudine di passare da uno strumento all’altro spesso genera una continuità tra le attività private e quelle di lavoro fino a qualche anno fa inimmaginabile, generando una serie infinita di possibilità: 
 
–  seguire un training dal proprio smartphone
– condividere le proprie conoscenze con colleghi e collaboratori da app di sharing aziendali
– misurare i proprio risultati di performance consultando  il proprio smartphone
– monitorare il tempo e l’energie dedicati a ogni singola attività.
 
L’elenco non si esaurisce qui, ma la domanda lecita emerge a gran velocità: dov’è l’apporto personale nelle attività sempre più facilitate dalle possibilità tecnologiche?
 
🔴  Qual è il valore aggiunto delle persone?
 
All’interno di questa abbondanza di fluidità spicca nel mare infinito di competenze la capacità di collaborare.

 

Il valore della collaborazione

 
Si potrebbe scrivere un trattato infinito sul valore della collaborazione, ma quello che mi interessa sottolineare è che il tocco magico dell’intervento umano si traduce nella capacità di generare significato, e quest’ultimo non può che essere il risultato di un passaggio e una condivisione strutturata e continuativa di conoscenze, dove ogni persona può trasferire il valore di quello che sa agli altri e apprendere a sua volta quello che sanno trasmettere. 
 
Il valore della collaborazione all’interno delle organizzazioni è cambiato così tanto nell’era tecnologica al punto da modificare la declinazione dei ruoli e delle responsabilità. Basti pensare al leader che non è più una figura autoritaria il cui valore va ricercato nella posizione gerarchica che occupa, quanto piuttosto nella sua capacità di facilitare il lavoro dei collaboratori trasferendo competenza, esperienza, attraverso soft skill specifiche quali l’empatia, la consapevolezza, la visione creativa.
 
Nella sua opera “La saggezza della follia”, James Surowiecki esalta la collaborazione come possibilità di raggiungere la vera conoscenza:
 
I gruppi possono essere intelligenti solo se esiste un equilibrio tra le informazioni condivise da tutti e quelle in possesso dei suoi singoli membri …”
Adesso vuoi saperne di più, come immaginavo!
Scrivimi ⬇️
info@matteomaserati.it

Scopri le 8 ambizioni motivanti per aumentare le performance dei tuoi collaboratori.

Le performance dei tuoi collaboratori condizionano inevitabilmente l’andamento del tuo business, in sostanza possiamo affermare che il tuo business è direttamente proporzionale alle performance delle risorse della tua azienda, a prescindere dalle dimensioni.

Prima di fare una drammatica previsione dei danni inestimabili che può causare un collaboratore che non lavora bene, partiamo da un altro presupposto: i tuoi collaboratori sono legati a te da un doppio filo.

Da una parte ciò che vi lega è sicuramente un filo di natura umana: sono le persone che hai scelto, che stimi, che per te hanno un valore umano a prescindere.

Dall’altra c’è un filo legato al tuo business: dal loro lavoro dipende il successo della tua azienda, i profitti.

🔴  Ogni imprenditore o manager sa bene che il livello di soddisfazione di un collaboratore è una variabile tanto preziosa quanto delicata.

A prescindere dallo specifico incarico assegnato, dalle mansioni di cui è responsabile, ogni individuo ha delle leve motivazionali assolutamente soggettive. 🧐

Dean Spitzer – una delle principali autorità mondiali in materia di misurazione delle prestazioni, gestione delle prestazioni e sistemi di motivazione organizzativa – ha individuato 8 ambizioni motivanti, che a seconda delle aspirazioni personali, costituiscono delle leve motivazionali estremamente potenti.

Vediamole:

  • Potere: in questa sfera risiedono le ambizioni legati al controllo, allo status e alla possibilità di fare carriera.
  • Riconoscimento: siamo nella sfera delle referenze esterne. Qui troviamo il bisogno di essere lodati o di essere guidati in caso di bisogno.
  • Competenza: le persone che fanno leva sulla competenza amano imparare dagli errori e sviluppare i propri punti di forza.
  • Significato: l’ambizione prevalente qui è quella di dare un contributo significativo al team avendo un ruolo centrale, traendo dal lavoro un senso di valore personale.

Vuoi conoscere le altre 4?

Appuntamento al prossimo post per avere l’elenco completo delle ambizioni motivanti.

Il successo quasi mai è casuale: 7 principi per renderlo possibile

Nel precedente post, che ti invito a rileggere o leggere per la prima volta cliccando qui, ti ho anticipato i 7 principi validi e necessari affinché l’esito di un cambiamento sia il successo.

Il cambiamento il più delle volte è un fenomeno inevitabile e agisce ancor prima che chi ne è investito ne abbia consapelezza.

In generale per sua natura è dotato di una certa imprevedibilità, ma se contestualizzato nelle organizzazioni è bene che manager, imprenditori, professionisti, consulenti si facciano trovare pronti e ne studino la struttura in modo da poter agire tempestivamente e con competenza alle prime avvisaglie della sua manifestazione.

Riprendiamo i 7 principi chiave:

Vision condivisa
Conoscenza profonda e dettagliata dell’azienda
Allineamento culturale
Comunicazione
Aiuto di un esperto esterno se necessario
Una leadership significativa
La partecipazione e il consenso di tutti i soggetti interessati dal fenomeno in atto.

Vision condivisa
Tutti i componenti di un’organizzazione devono avere ben chiara la direzione verso la quale il cambiamento condurrà l’organizzazione. Non solo è importante che il cambiamento venga ben definito e che tutti ne comprendano il significato, ma è anche fondamentale che questo cambiamento abbia senso per tutti. Diversamente il successo costituirà un miraggio sempre più irraggiungibile.

Conoscenza profonda e dettagliata dell’azienda
Quali sono le caratteristiche principali dell’azienda? Qual è la sua storia? Quali sono gli aspetti su cui bisogna concentrarsi maggiormente? Quali è pericoloso sottovalutare? Queste domande devono costituire il vademecum durante la gestione di un cambiamento. Rispondere con criterio e capacità di analisi significa porre le basi per il successo.

Allineamento culturale
Se si vuole arrivare dritti al successo bisogna fare in modo che il cambiamento sia introdotto attraverso modalità simili a come vengono solitamente fatte le cose in azienda, tranne nel caso in cui il cambiamento investa proprio queste modalità.

Comunicazione
Qui potrei scrivere un manuale su come comunicare il cambiamento nel modo giusto e alle persone giuste. L’argomento è stato affrontato in questo post, clicca per approfondire!

Aiuto di un esperto
Per esser certi che la direzione intrapresa sia quella del successo è necessario verificare l’efficacia delle metodologie e degli strumenti utilizzati. Se nel corso di questo processo ci si rende conto di non avere a disposizione tutto il set di competenze necessario, bisogna ricorrere all’aiuto di un esperto esterno, sia esso concepito in termini consulenziali, di body rental, coaching, etc.

Leadership forte
Una leadership significativa, è alla base del processo di cambiamento finalizzato al successo. Deve infatti essere in grado di sostenere e traghettare tutti i componenti dell’organizzazione verso un nuovo stadio raggiungendo risultati di successo. Questa persona deve concentrarsi esclusivamente su questa missione , deve avere autorevolezza e un elevato livello di credibilità per poter guidare tutti.

Partecipazione/consenso di tutti i soggetti coinvolti
Il consenso è una conditio sine qua non. Non si può raggiungere un obiettivo di successo se ci sono risorse che stanno andando contro il senso di marcia o che non hanno il giusto livello di motivazione e convinzione nel raggiungimento dell’obiettivo aziendale. Parlo qui di tutti i soggetti interessati: dirigenti, capi, dipendenti, proprietari, finanziatori.

L’obiettivo finale è il successo e la combinazione, strutturata, di questi 7 principi è l’unica modalità di intervento per il conseguimento di questo importante traguardo.

La tua storia aziendale, il tuo percorso dal cambiamento al successo potrebbe essere utile ad altri e uno spunto di analisi e confronto per altri lettori.
Condividila nei commenti al post sul blog o sui social.

Per approfondire le mie tematiche il link lo conosci già… oppure no?
Clicca subito qui!