A: Ti do un feedback! B: anche io, STAI ZITTO!

Feedback? Sì Grazie, ma solo se te lo chiedo.
—> PS: ci vado giù pesante (quindi scusate se smuovo un po’ di acque) <—

La prima regola di cui ci si dimentica è che  il feedback ha senso, funziona ed è giustificato se il tuo interlocutore:
– è nella condizione psico/emotiva per accettarlo e tramutarlo in valore (ma questo già lo sapevi)
– è sottoscritto da entrambe le parti un accordo di restituzione (anche questo già lo sapevi)
– VIENE CHIESTO!!!!!! (azz! questo non lo sai o non è chiaro o te lo dimentichi)

Prendo spunto da questo articolo di @giovannaprina uscito oggi sul #sole24ore in cui si può leggere una analisi precisa su come nelle organizzazioni viene vissuto il feedback (one to one, 360, etc…).  


La frase ” TI DO UN FEEDBACK ” prego lor signori di considerarla come la più grande violazione e violenza verbale che si può agire in un rapporto tra persone adulte.


Violenza? Sì, Violenza! Perchè quando sei in una posizione subalterna e all’affermazione “TI DO UN FEEDBACK” (bada bene è un’affermazione non una domanda) ti trovi nell’impossibilità di rispondere “NO, GRAZIE” (sia mai rispondere in questo modo, il mese successivo sarebbe il peggiore della tua vita) significa che non sei libero di parlare ed agire e questa violazione dell’accettazione altrui è una violenza.

Sono anni che passo le mie giornate nelle organizzazioni e a contatto con manager restitutori di feedback ed alcuni sono veramente straordinari. Ma altri non hanno la più pallida idea di cosa significhi migliorare le prestazioni di un proprio collaboratore e creare un clima teso al miglioramento, alla positività, alla crescita.

Il Feedback è un delicato processo di presa di coscienza in cui il soggetto A si impegna affinché l’operato o il comportamento del soggetto B possano migliorare o rinforzarsi, al fine di implementare i risultati dell’organizzazione, del gruppo o del rapporto.

 

1° Chi ti dice che voglio migliorare?

2° Chi ti dice che lo foglio fare ora?

3° Chi ti dice che lo voglio fare con te?

 

e non per ultimo e non scontato …

 

4° Chi ti dice che ci sia qualcosa da migliorare?

 

Certo che se ti capita di avere davanti a te una persona che ti elenca una dopo l’altra queste obiezioni, ogni comune mortale la manderebbe a … prendere un caffè anzi una tisana del KAIZEN. (Kaizen (改善) è la composizione di due termini giapponesi, KAI (cambiamento, miglioramento) e ZEN (buono, migliore), e significa cambiare in meglio, miglioramento continuo. È stato coniato da Masaaki Imai …)

 

Quindi semplifichiamoci la vita.

 

  • Crea il momento affinché sia B a chiederti un feedback
  • Invece di dire “TI DO UN FEEDBACK”, stai zitto
  • Se la situazione creata è un “cagata pazzesca” non c’è bisogno di dare un feedback basta analizzare i fatti, spersonificando (se così si dice) le azioni ed i risultati.

Da oggi potrai anche dire : ANALIZZIAMO I FATTI! AZIONI e RISULTATI!

 

That’s all Folks!

 

https://www.ilsole24ore.com/art/management/2019-01-15/saper-accettare-feedback-aziende-vale-come-tesoro–152427.shtml?uuid=AEQojAFH

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