Articoli

matte_maserati_comunicazione_alto_impatto

Tempo poco, efficacia al massimo: trasmetti il tuo valore attraverso la Comunicazione ad Alto Impatto

Il 1° Luglio è qui e il corso sulla Comunicazione ad Alto Impatto è davvero alle porte.
Tra qualche giorno in aula ti svelerò le strategie più efficaci per eccellere nelle performance di comunicazione! 
 
 

 

Comunicazione ad Alto Impatto: tempo ed efficacia al massimo.

 
L’obiettivo della Comunicazione ad Alto Impatto non lascia spazio al dubbio: l’interlocutore deve sapere chi sei, cosa hai da dire e quanto vali in un tempo molto limitato.
 
In una logica di questo tipo le tua abilità comunicative devono puntare all’eccellenza perché, quasi sicuramente, non avrai una seconda occasione per convincerlo delle tue argomentazioni.
 
Le tue parole, per quanto ponderate, saranno efficaci solo se calibrate in funzione del messaggio che devi trasmettere. 
 
Il risultato della tua performance di comunicazione non di dovrà basare su una tua sensazione o impressione: imparerai a misurare il gradimento dei tuoi interlocutori. 
 
 
Un elemento imprescindibile quando si parla di tempo limitato ed efficacia è sicuramente l’attenzioneComunicazione ad Alto Impatto significa saper catturare un elevato livello di attenzione di chi ti ascolta, in modo che nessun elemento possa interferire con il messaggio trasmesso e minarne l’efficacia. 😱
 
Alla luce di questo il tuo obiettivo di comunicazione deve essere chiaro, dettagliato, inequivocabile!
 
Sbagli se pensi che la capacità di arrivare agli altri con efficacia sia una dote naturale, una specie di talento da leader carismatico.
Ebbene non si tratta di questo, la Comunicazione ad Alto Impatto è una competenza e sono qui per lavorarci insieme.
 
 
Solo con il giusto set di skill e abilità potrai arrivare non solo alla mente, ma anche al cuore del tuo interlocutore, facendo dialogare la sua sfera razionale con quella emotiva, conquistando così il 100% della sua attenzione. 
 
Non stai nella pelle all’idea di saper applicare uno strumento così potente?
 
Il 1° Luglio è alle porte!
Ultima chiamata per Comunicazione ad Alto Impatto!
Per scriverti ecco cosa fare👇
Per ulteriori informazioni contattami 👇
info@matteomaserati.it
pubblico-ascolto

Vuoi che il tuo pubblico resti in ascolto? Per te 4 preziosi segreti!

Sai qual è l’incubo peggiore di chi deve parlare in pubblico?
Sì che lo sai: vedere le facce di chi ascolta vagare nell’etere!
Dai pericoli della noia e della distrazione ti ho già messo in guardia, ma non è tutto.
Se invece di immaginare il disastro di non essere ascoltato provassi a visualizzare la gioia di un pubblico partecipe alla tua presentazione?
Vero che è tutta un’altra musica?
La Comunicazione in generale funziona così: solo se il messaggio arriva nel modo giusto il destinatario può accoglierlo contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del mittente.
Non c’è altra strada.
Quello che bisogna fare, dunque, non è mai abbracciare la fortuna e sperare che faccia sedere tra il nostro pubblico solo persone interessate, ma fare in modo che diventino interessate e partecipi proprio grazie a quello che stiamo dicendo.
Cosa fare allora?
Molte cose, a dir la verità, ma sarebbe piuttosto complicato esaurirle in un articolo.
In questo preciso istante, proprio questo, quello che puoi fare è prepararti al meglio su tutto quello che ti serve per la tua Comunicazione Efficace.
Parole, gesti, piccoli movimenti: ogni elemento fa la sua parte e influenza il risultato finale.

Quattro  segreti per un pubblico attento e partecipe

Prima di aprirti lo scenario completo voglio però lasciarti un regalo: 4 segreti per far sì che il tuo pubblico sia attento e partecipe.
👉 Brevità: cerca di andare al sodo subito e se l’argomento prevede un preambolo lungo anticipa intanto il focus del discorso!
👉Creatività: quel che hai da dire sicuramente è già stato detto, ma non come potresti dirlo tu! Ogni persona ha l’incredibile opportunità di dare il suo originale contributo alle cose, quel tocco di creatività fondamentale per differenziare il contenuto stesso o il modo per veicolarlo.
👉Empatia: usa le emozioni per arrivare al pubblico. Osserva le persone, fai domande per capire quali corde toccare e soprattutto arricchisci il tuo discorso con le tue personali emozioni!
👉Coinvolgimento: se vuoi che il tuo pubblico sia partecipe devi essere tu per primo in grado di coinvolgerlo. Interagisci, cerca feedback, chiama le persone a prendere parte a quel che si sta dicendo.
Questi 4 segreti sono solo una piccola, ma fondamentale, parte di quello che puoi fare per tenere il tuo pubblico in ascolto.
Ogni strategia di Comunicazione è davvero efficace solo che chi la adotta è stato in grado di scegliere quella soluzione tra molte.
Questo richiede che un buon oratore, o speaker, come preferisci, debba conoscere la vasta gamma di opportunità che questa immensa disciplina offre, solo così è possibile approdare alla parola giusta, alla comprensione dell’espressione facciale alle modalità più efficaci in generale.
Io mi occupo di ognuno di questi aspetti da anni e ne ho visti di risultati!
Se anche tu vuoi incrementare i tuoi risultati devi cominciare ad arricchire il tuo bagaglio di ogni elemento utile.
Io ho già un evento da proporti: voglio renderti partecipe di un percorso che ho appena progettato e sta per uscire!
25 Febbraio
L’unico sistema per capire i messaggi nascosti nelle espressioni del tuo viso!
Per avere maggiori informazioni e per iscriverti clicca qui!
Se invece vuoi avere informazioni sui prossimi corsi o per una consulenza specifica scrivimi qui 👇
info@matteomaserati.it
comunicazione-informale-azienda

La comunicazione informale in azienda: il discorso per le occasioni fugaci.

Nessuna azienda, o quasi, insegna ai propri manager o dipendenti a comunicare nelle situazioni informali.

Eppure queste rappresentano contesti chiave di relazioni, collaborazioni e negoziazioni.

Saper comunicare anche in ascensore o davanti alla macchinetta del caffè (senza slide o discorsi preparati) può fare la differenza e ti può regalare gran belle soddisfazioni.

La comunicazione informale in azienda

In azienda è molto probabile trovarsi in situazioni del tutto informali.
Può capitare infatti di dover condividere del tempo e dello spazio fisico con delle persone con le quali non si lavora direttamente, ma che si conoscono per reputazione o per ruoli aziendali.
Soprattutto nelle grandi aziende è possibile incrociare nei corridoi, negli ascensori, alla macchinetta del caffè, persone che si conoscono di vista, di cui si conosce il ruolo e il reparto, ma con le quali non si è mai parlato.
Cosa fare in questi casi?
Anche qui bisogna agire con criterio e metodo, perché, ricorda sempre, in azienda ogni relazione è importante e può avere un peso sul buon esito di un’attività e sulla coesione interna tra collaboratori, per questo è importante creare dei momenti di scambio anche con chi non si è mai parlato.

Cosa non fare nelle occasioni informali in azienda

Partiamo dalle azioni da non compiere.
Avere cura delle relazioni informali in azienda non deve sicuramente tradursi in una serie di procedure o atteggiamenti di circostanza, la cui scarsa credibilità, ed efficacia, non tarderebbe a manifestarsi.
Cosa non fare:
  • sorrisi finti e impostati: si riconoscono a distanza!
  • esordire con discorsi sul meteo, sull’ultima iniziativa politica, sul traffico … no!
Questi approcci denotano un interesse generico e non autentico.
Anche se una persona si conosce poco e si incontra per caso quel che sicuramente apprezza è un reale interesse, seppur momentaneo e fugace.

Come comunicare nelle situazioni informali

Alle persone fa piacere quando qualcuno si interessa a loro, in modo adeguato alle circostanze ovviamente.
Non ha senso fare domande personali o esagerare con gli elogi. 
Se una persona lavora nella tua azienda sarai sicuramente aggiornato sulle attività o sulle novità della sua area, se non lo sei informati!
Cerca di avere un quadro completo del contesto in cui lavori, anche delle aree in cui non intervieni direttamente perché hanno comunque a che fare con te attraverso le persone con cui interagisci.
Chiedi come è andato un evento, una presentazione, come vanno le cose dalle loro parti.
Se ti capita di osservare un elemento che possa farti introdurre un discorso specifico allora lanciati, altrimenti non andare mai sul personale.
 
 
Le relazioni sono importanti anche nei momenti informali, ma non bisogna forzarle.
Cosa sto cercando di dirti?
Che se non riesci a immaginare una serie di discorsi da intraprendere nel tuo lavoro in situazioni informali è meglio adoperarsi per ampliare la sfera di argomenti di cui parlare.
 
Se proprio non sai cosa dire e ti accorgi che stai virando verso l’elenco del “cosa non fare” piuttosto TACI!
 
I discorsi sono fondamentali per costruire relazioni, le parole giuste ne sono l’anima e il motore.
 
Se hai bisogno del discorso giusto in ogni occasione e delle parole giuste per essere efficace e opportuno in ogni circostanza contattami! 👇🎖️
 
info@matteomaserati.it

Gaffe al festival di Sanremo: la comunicazione non va sottovalutata mai!

Che Sanremo sia “terra” di polemiche non è certo una novità e anche questa volta il Festival della canzone italiana non è venuto meno al suo annuale compito di sollevare polveroni.

La comunicazione sanremese meriterebbe un capitolo a sé, potrei esaminare per un anno intero quello che accade in quelle poche serate di febbraio.

Un festival celebrativo di un paese dal punto di vista della musica e delle parole e che spesso è nell’occhio del ciclone anche per quello che non “dice”.

Potrei tornare sull’argomento a festival concluso, oggi voglio riflettere su quello che prima ancora di iniziare si è verificato.

Da giorni sui social imperversano gli utenti contro la sicuramente non felicissima uscita di Amadeus nei confronti della co-conduttrice Francesca Sofia Novello.

Le cose sono andate così: il 14 gennaio, in sede di conferenza stampa, Amadeus si sofferma sulla presentazione delle professioniste che lo affiancheranno nella conduzione del festival.

In occasione dell’introduzione della Novello, le parole utilizzate per il “lancio” non sono state particolarmente apprezzate, giustamente, dal pubblico.

Nello specifico racconta di averla scelta per “ la bellezza ma anche per la capacità di stare accanto a un grande uomo, stando un passo indietro “.
Il grande uomo in questione sarebbe Valentino Rossi.

Corre l’anno 2020 e la bellezza rimane al primo posto nel “discorso” di un uomo che deve presentare le proprie colleghe a una platea.

Corre l’anno 2020 e nessuna delle suddette colleghe, tanto meno quella direttamente coinvolta, ha osato proferire una sola parola in merito all’accaduto.

Facciamo chiarezza.
Non è che adesso fare un complimento alla bellezza di una donna sia un reato, ma viene qui meno uno degli elementi fondamentali della comunicazione che un uomo di spettacolo non può permettersi di ignorare: il contesto!

Siamo in conferenza stampa, si sta presentando un festival conosciuto a livello internazionale e stai parlando delle tue collaboratrici. Non sei a Miss Italia e come professionista nel tuo settore dovresti saperlo.

L’emozione?
Sì, può darsi che ti condizioni, ma non a tal punto da esprimere in sole 3 parole quello che è giustamente considerato un bagaglio di pensiero maschilista, non egualitario e retrogrado così ben radicato che nessuna delle donne presenti ha osato intervenire per non rovinare il momento, per non disturbare “il capo” che parla.

Mai come in questo caso #semprelaparolagiusta è venuto meno.
La giustificazione del conduttore è stata in perfetto stile, pessimo, con la frase dello scandalo: “volevo solo mettere in luce il fatto che non ha approfittato della visibilità del compagno per fare carriera”.
Anche qui l’obiezione arriva spontanea: perché mai dovremmo dare per scontato che una professionista che nella vita privata ha scelto di stare con un uomo famoso debba essere sospettata di approfittare della situazione?
Perché la comunicazione arriva dal cervello, e nel cervello spesso ci abitano convinzioni sbagliate, pregiudizi pericolosi.

Sai qual è la cosa davvero triste?
Che se questa ragazza, per la prima volta al festival, oserà commettere un errore umano, alzerà il dito qualcuno in difesa di quella poi tutto sommato non immotivata presentazione del conduttore. E non se ne viene fuori.

Da un uomo che si occupa di comunicazione peraltro rivolta a un pubblico numeroso ed eterogeneo mi aspetto sicuramente educazione ma assolutamente professionalità, conoscenza, studio!
La comunicazione non è quello che ti passa per la testa, ma il è modo più efficace per esprimere te stesso dando valore aggiunto a chi ti riceve in qualunque contesto!

3 elementi tecnici mi stupiscono qui e ritengo che ci si debba lavorare:

  • Mancata analisi del contesto
  • Mancata conoscenza del contenuto (perché non ci credo che tutto quello che sai dirmi seppur in due parole di questa ragazza sia la bellezza e l’anonimato rispetto al compagno)
  • Mancata professionalità: ti occupi di comunicazione ma non ne conosci gli elementi fondamentali.

Non è mio compito alimentare le polemiche, è mio compito continuare a ricordarti che gli strumenti, lo studio, la conoscenza fanno la differenza nel lavoro, nella vita.

Quello che ho studiato e programmato per te non è gioco e va fatto bene.
Tanto per cominciare ti accompagno io, prima che in aula … qui!

La manifestazione del dissenso: comunicare un NO!

Lo stile assertivo è molto efficace anche nella comunicazione di un “no”, è la modalità relazionale più efficace nella manifestazione del dissenso.

L’assertivo sa dire no dopo aver ascoltato le argomentazioni dell’altro motivando il suo rifiuto, oppure chiedendo di rimandare la valutazione di una proposta non realizzabile in quel momento.

Lo stile assertivo è quello che più degli altri richiede riflessione e ragionamento, è il meno istintivo tra i tre stili descritti perchè è quello meno condizionato dalla componente emotiva.
Lo stile assertivo è molto efficace nelle situazioni in cui è necessario fare chiarezza, in cui devi chiedere una spiegazione, un perchè anche ai tuoi superiori.

Anche per lo stile assertivo mi soffermo su qualche indizio di comunicazione non verbale e paraverbale:

· Adotta un tono di voce molto espressivo ponendo enfasi sulle parole più significative.
· Ha una gestualità che denota determinazione e sicurezza
· Tende a guardare negli occhi l’interlocutore, ma non in modo assillante
· Ha una fluidità verbale chiara e senza intoppi
· Gestisce la prossimità spaziale in funzione del contesto e del momento della conversazione, dunque si avvicina e si allontana
· Nel controllo del tempo è equilibrato e si alterna con l’interlocutore.

Sono arrivato alla fine di questo percorso sugli stili relazionali e prima di salutarti per darti appuntamento al prossimo post, voglio lasciarti qualche utile frase che ti aiuterà nell’individuazione dei 3 stili

· Il passivo: parla più che altro a se stesso “non sarò inopportuno?” “potrei essere giudicato male dicendo questa cosa” “non vorrei ferire qualcuno esponendo la mia idea”.
· L’aggressivo: “devi fare in questo modo”, “ma cosa stai dicendo?”, “non hai capito niente”
· L’assertivo: “potresti espormi nuovamente la tua idea”, “i nostri punti di vista sono diversi è vero, cerchiamo di capirci meglio”, “potresti aiutarmi a comprendere meglio?”

Per concludere
Lo stile assertivo è quello che ti aiuta ad esporti in prima persona valorizzando le tue idee e proposte, è una modalità relazionale che si declina attraverso espressioni come “ritengo, mi sembra opportuno, propongo di, etc. ). Da quanto detto finora potrebbe sembrare che lo stile assertivo sia fortemente idealizzato, che tenda alla perfezione, sicuramente anche in questo caso non vi verrà in mente qualcuno che possa essere rappresentato solo da questo stile. Lo stile assertivo è lo stile a cui tendere, l’atteggiamento più efficace per la comunicazione con l’altro e lo strumento più potente per creare il clima relazionale giusto.

Adesso sai tutto sugli stili relazionali, dal prossimo post entrerò nel vivo del mobbing, un fenomeno che va conosciuto, evitato, combattuto.

Non farti mai trovare impreparato su questi temi: questo è il primo passo per avere successo!

Leggi qui prima di andar via!

Lo stile che fa la differenza? L’assertività!

Siamo arrivati al dunque: è qui che avere il giusto stile di comunicazione può fare realmente la differenza!
Ti sarà forse già noto che lo stile assertivo è quello che maggiormente si addice alle caratteristiche di un buon comunicatore.

Entro nel dettaglio.

Lo stile assertivo denota in primo luogo:
· Una piena consapevolezza di sé
· Fiducia in se stessi
· L’assunzione di responsabilità

I comportamenti tipici dello stile assertivo sono:
• Avere una piena consapevolezza dell’obiettivo e agire in quella direzione
• Affermazione dei propri diritti nel pieno rispetto di quelli degli altri
• La capacità di presentare le proprie argomentazioni in modo chiaro
• Esprimere le proprie emozioni motivandole
• Essere in grado di distinguere i fatti concreti dalle opinioni personali.
• Proporre nuove idee valutandone le possibili conseguenze.
• Dedicarsi all’interlocutore praticando l’ascolto attivo
• Manifestare atteggiamenti di apertura verso l’interlocutore per condividere idee e soluzioni
• Accogliere le argomentazioni degli altri valutandole come suggerimenti
• Riconoscere i propri limiti mettendosi in discussione e mostrandosi disponibile al miglioramento.
• Assumersi la piena responsabilità delle proprie azioni.

Le dirette conseguenze dell’assunzione di questo stile sono:
• Si evita un clima di tensione che favorisce posizioni di conflitto
• Si crea un clima relazionale favorevole allo scambio comunicativo
• Si ha la possibilità di esprimere le proprie idee

La persona assertiva presenta le seguenti caratteristiche:
· Flessibilità
· Autoironia
· Autocritica e tendenza al miglioramento
· Valuta e non giudica
· Accoglie le opinioni degli altri
· Cambia opinione se si rende conto di aver proposto idee non efficaci o carenti
· Ascolta
· Non subisce
· Sa dire no

Credimi non si tratta di un’idealizzazione, ma dell’acquisizione di tecniche e strumenti efficacissimi per gestire relazioni in ambito professionale e privato.
Ti cambia la vita!
Non sai da dove cominciare?

Te lo dico io: clicca subito qui!

Ospite a casa! Le giuste regole!

Da cosa nasce l’esigenza di fare una riflessione sul rapporto che intercorre tra il valore dell’ospitalità e il modo poi di comunicarlo?

Calma! Te lo racconto subito.
Mentre mi godo la decompressione di agosto non perdo occasione per tenere allenate le mie abilità di osservatore e, sarà deformazione professionale accanita, mi ritrovo ad analizzare le situazioni osservandone gli aspetti di comunicazione.
Vado dritto al punto perché la questione è davvero singolare: nel caso in cui si ospita qualcuno in casa propria, o in cui si è ospite, come viene gestito questo rapporto in termini di comunicazione?

Questo pensiero nasce dall’esperienza di una mia amica che, a dire il vero, al ritorno dalla vacanza non è ancora in grado di dire se si è trattato di una disavventura oppure no.

Giulia non aveva organizzato granché per le sue vacanze quest’anno, fresca di divorzio, desiderosa di riposo, riceve per ferragosto l’invito da parte di alcuni amici a trascorrere qualche giorno al mare presso la loro casa in Montenegro. Giulia entusiasta accetta l’invito, organizza la sua partenza, ma arrivata lì, pur conoscendo le persone che le avevano spontaneamente offerto l’alloggio, si è sentita fortemente in imbarazzo perché non riusciva a comunicare in maniera “sana” con questi amici.

Fatte salve le differenze culturali che vanno sempre messe in preventivo anche senza uscire dai confini nazionali, può capitare che il modo diverso di percepire e di trasmettere il valore dell’ospitalità possa creare situazioni davvero poco piacevoli.
Il rapporto di ospitalità nasce da un presupposto: c’è qualcuno che accoglie in casa propria qualcun altro, questo implica posizioni non allineate a prescindere dalla vicinanza affettiva tra le persone coinvolte.
Alcuni manifestano freddezza non mettendo a proprio agio l’ospite, altri sono invadenti e gli organizzano la vita, altri ancora lo travolgono con le proprie attività…alt!
Facciamo ordine!
Proviamo a buttare giù un vademecum dell’ospitalità che possa in qualche modo fungere da “regolatore” nelle dinamiche comunicative inserite in questo contesto.
Prendi nota:

  • L’ospite non è un prigioniero, e quest’ultimo, dal canto suo, deve sentirsi libero di far presente la necessità di non allinearsi necessariamente a tutte le proposte degli ospitanti. Con i dovuti modi e usando #semprelaparolagiusta
  • L’ospite non è un soprammobile: non puoi pretendere nemmeno che una persona alloggi a casa tua e stia fermo lì ad aspettare i tuoi tempi e le tue necessità per svolgere qualunque tipo di attività. Accoglienza ok, ma anche libertà di lasciarlo organizzare attività in autonomia mentre tu sei impegnato in altro!
  • L’ospite non è il tuo baby sitter: ebbene sì ho sentito anche questa! La persona ospitata troverà sicuramente il modo di manifestare la sua gratitudine, ma non diventando un dipendente al vostro servizio.
  • L’ospitalità non è dovuta e non sei in hotel: questa è per gli ospitati! Non sei in albergo: ripaga l’ospitalità, ci sono tanti modi, trovane uno e soprattutto contribuisci in termini di pulizia alla gestione degli spazi che occupi.
  • Chi ti ospita ha il piacere di stare anche un po’ con te: ok che non si debba passare le vacanze in simbiosi, ma si dà per scontato che se ti invitano è anche per il piacere di condividere esperienze, quindi non fare l’opportunista e approfitta di questo tempo per curare i rapporti di amicizia.

Insomma si fa presto a dire ospitalità!
Come vedi, è tutto un gioco di equilibri, come del resto molte situazioni comunicative lo sono!
Quindi vedi di prepararti al meglio e vieni ad approfondire qui!

Le 10 cose da non far dire alla tua bocca

Mentre ripercorro un articolo di Forbes di qualche tempo fa sulle cose da non far dire al tuo corpo, rifletto su quella che da sempre è la mia linea d’azione e che è all’origine dell’hashtag #semprelaparolagiusta … e mi rendo conto che sarebbe davvero il caso di fare un decalogo delle cose da non far dire alla nostra bocca per rendere più efficace la nostra comunicazione.

Prendi nota perché qui si entra nel merito dei tuoi discorsi!
10 cose da non far dire…alla tua bocca!

  1. Non esprimerti a suon di negatività! Per quanto possa essere giusta la causa, non è mai una buona idea trasmettere all’interlocutore un messaggio utilizzando toni, parole, atteggiamenti che richiamino la negatività.
  2. Conta le volte in cui citi te stesso! Hai mai notato quante volte dici la parola “io” all’interno di una conversazione? Per descrivere il tuo stato d’animo, per mettere in luce i tuoi meriti, per raccontare esperienze che reputi fondamentali da raccontare? Ricorda che in ogni persona c’è un “io” e l’interlocutore potrebbe essere infastidito, o anche offeso, da un eccesso di egocentrismo a scapito del confronto con l’altro.
  3. Chiudi la bocca ogni tanto! Metti in atto uno dei più preziosi strumenti di comunicazione: l’ascolto. Entra in empatia con l’altro, con un pubblico, con chi ti sta davanti. Solo concedendoti momenti di ascolto attivo potrai davvero intraprendere una conversazione alla pari ed efficace in termini di Comunicazione!
  4. Non avere fretta di nominare i tuoi difetti! Proprio così. Non si tratta di nascondere o omettere, si tratta semplicemente di concentrarsi sulle proprie virtù per comunicare il meglio di sé agli altri, sia attraverso le parole che attraverso i comportamenti.
  5. Non tirare in ballo persone che non sono presenti e non possono difendersi né produrre argomentazioni. Ci sarà un momento per offrire loro la possibilità di spiegarsi.
  6. Non nasconderti dietro la comunicazione scritta per dare sfogo all’orco che c’è in te! Questo fenomeno ha preso piede in particolare con l’avvento dei social, dove tutti, anche gli insospettabili, si sono sentiti investiti del potere di esprimersi su tutto sentendosi protetti da un’esposizione meno diretta (ma molto più massiva ahiloro!)
  7. Non parlare male degli altri per supportare le tue tesi. Se le tue argomentazioni sono convincenti, i contenuti validi e le tue capacità oratorie eccellenti, non hai bisogno di servirti delle debolezze dei tuoi competitor, in qualunque ambito.
  8. Non perdere mai di vista il contesto. Affinché tutto ciò che dici sia congruo, coerente e funzionale chiediti sempre se è in una giusta relazione con il contesto. Il significato delle parole, dei toni, dei movimenti ha ragione d’essere se legato al contesto.
  9. Non esagerare con le citazioni! Dai mettici qualcosa di tuo! Poi se un personaggio autorevole ci ha già messo lo zampino tanto meglio, ma non puoi tenere un discorso saltando da una citazione all’altra!
  10. Rispetta sempre, attraverso le parole, chi hai di fronte. Non sai chi sia, che storia abbia, cosa stia provando in quel momento. Sai solo che è lì per te, davanti a te e ti sta ascoltando: preoccupati sempre che le parole che usi non siano offensive nei confronti di nessuno.

Hai preso nota di tutto?
Sei pronto per fare un giro in un mondo più vasto?
Non posso svelarti tutti i segreti della Comunicazione se non sai usare #semprelaparolagiusta!

Corri a leggere qui!