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Prossemica nel discorso pubblico: errori e soluzioni.

La prossemica è una delle numerose componenti della comunicazione non verbale, che assume particolare rilievo in un discorso pubblico.

La prossemica: cos’è?

 
Per essere chiari e precisi, quando parliamo di prossemica ci riferiamo a tutto ciò che ha a che vedere con la gestione dello spazio fisico di una persona. 
Nello specifico, quello che in un discorso pubblico incide fortemente sulla trasmissione del messaggio è il controllo dei movimenti e la tenuta della posizione.
Il controllo dello spazio attraverso la posizione e i movimenti denota la padronanza della situazione che lo speaker trasmette al suo uditorio.
Quindi anche quando pensi che il tuo contenuto sia interessante e persuasivo, non devi mai trascurare tutto ciò che con i tuoi movimenti riesci a comunicare.

Errori di comunicazione non verbale legati alla prossemica

La comunicazione non verbale contribuisce fortemente all’efficacia della comunicazione in quanto supporta il messaggio verbale e ne condiziona la percezione da parte del pubblico.
 
Questo significa che anche un banale errore può influenzare l’idea che il pubblico si fa di te e rendere meno persuasivo ciò che stai comunicando. 
Facciamo quindi un utile zoom sugli errori più comuni per evitare che facciano precipitare il tuo discorso e far fuggire altrove il tuo pubblico.
 
Il mio consiglio è: trasforma questi errori in una lista di cose da non fare.
  • non muoverti casualmente nella stanza, è indice di insicurezza e nervosismo. In questo modo riesci in una sola cosa: far innervosire chi ti ascolta.
  • mai dare le spalle al pubblico, è un errore frequente quando si commentano le slide.
Non dare per scontato queste cose perché quando ti trovi davanti a un pubblico, ti posso assicurare che sarai completamente assorbito da quello che vuoi dire. Questo potrebbe farti avere meno controllo su altri aspetti, come la prossemica, per l’appunto.

La corretta posizione dello speaker costituisce di per sé un canale di comunicazione con il pubblico in quanto facilità il primo contato viscerale con gli interlocutori, quindi il suo potere di trasmissione è elevatissimo.

 
Un altro tassello si aggiunge alle competenze da apprendere, o affinare, per rendere efficaci, ed eccellenti, le tue performance pubbliche. 
Ma come imparare tutto questo?
Ovvio …
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Distanziamento personale e distanza sociale: la storia modifica il linguaggio.

Distanziamento personale

Il distanziamento è ormai un concetto noto al punto da essere una delle parole più utilizzate dal 2020. 
 
Chi lo stabilisce, come si definisce, è facile rispettarlo?
I fatti recenti hanno lasciato poco spazio alla libera iniziativa, stabilendo le nuove distanze in funzione di regole ben precise dettate dall’urgenza e dalla prudenza.
Rispettare un distanziamento per alcuni è più facile che per altri, per diversi motivi: maggiore indipendenza e capacità di restare da soli, svolgere una professione che può essere seguita anche da casa, avere un nucleo affettivo raggiungibile anche in situazioni di isolamento.
 
Insomma, in termini sociali il distanziamento è stato oggetto di osservazione per mesi e mesi, quello su cui è necessario interrogarsi è come abbia inciso sul linguaggio e sul modo di comunicare.
 
Durante il periodo degli europei di calcio sono entrato in una pizzeria da asporto e, mentre aspettavo il mio turno, l’occhio mi è caduto su un avviso affisso sul bancone: mantenere la distanza sociale di 1 metro dalle altre persone.
 
Mi ha incuriosito il fatto che a qualcuno sia venuto in mente di usare questa espressione, di unire il termine “sociale” ad una parola che si spiegava in modo esaustivo da sola.
Distanza personale, sarebbe stato più corretto, ma l’utilità di quell’avviso ad oggi sta nel fatto che ha aperto una riflessione nella mia testa su tutte le possibili sfumature della prossemica e di quanti fattori entrino in gioco quando le persone si avvicinano le une alle altre, pandemia a prescindere.
 
🔴  La distanza sociale ha una definizione ben precisa che ti invito a ripassare cliccando sull’articolo dedicato (LA PROSSEMICA: GESTIONE DELLO SPAZIO NELLE DINAMICHE INTERPERSONALI), il distanziamento personale è una misura d’emergenza adottata per salvaguardare la salute delle persone nel corso di un’emergenza sanitaria.
 
Tuttavia il concetto di distanza prossemica subisce molte inflessioni in funzione di specifici fattori che hanno un peso non indifferente e su questo voglio condividere una riflessione con te.
 
Quando le persone si avvicinano, fisicamente, in un’interazione, tutto il loro comportamento è soggetto a cambiamenti. Questi cambiamenti si verificano in base ad alcuni fattori, quali.
 
➡️  il livello di intimità nei rapporti: se una persona è a te cara, potresti vivere una sua distanza fisica come un abbandono e non come una forma di rispetto.
 
➡️  lo status sociale: i personaggi di potere hanno una sfera prossemica molto vasta, legata al senso di rispetto, alla protezione della privacy, all’assenza di elementi da condividere.
 
➡️  l’etnia: in funzione della cultura di appartenenza la distanza viene percepita positivamente o negativamente, questo nella storia non ha facilitato alcune volte le relazioni diplomatiche.
 
➡️  il temperamento: un elemento assolutamente personale e soggettivo che può avere una grande influenza sulla percezione della distanza. Solitamente infatti le persone più estroverse tendono a oltrepassare i limiti della distanza sociale, quelle più timide restano nel loro spazio riservato e protetto.
 
Osserva.
Guarda come si muovono le persone nelle varie situazioni, analizza il modo in cui gestiscono lo spazio nell’interazione con gli altri.
 
Osserva e studia!
Ma soprattutto presta sempre grande attenzione al tuo linguaggio, non cadere nei tranelli della comunicazione, pur apprezzandone le strategie.
Vuoi già saperne di più 👇

Ci sta!

Scrivimi: info@matteomaserati.it

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La prossemica: gestione dello spazio nelle dinamiche interpersonali

Lo spazio e i rapporti interpersonali

La prossemica definisce la gestione dello spazio nelle dinamiche interpersonali.
Da sempre lo spazio fisico condiziona le relazioni interpersonali, ma ancor prima di entrare nel merito delle relazioni, possiamo affermare che lo spazio e il suo utilizzo regolano le relazioni sociali 🚦
 
Di esempi potremmo farne a non finire.
 
Sali in treno, ci sono posti liberi con accanto o di fronte un passeggero e posti liberi con accanto altri posti liberi.
Ti dico io dove ti siedi: dove tutto è completamente libero.
Occupi il tuo spazio sociale, quello che reputi ti faccia sentire più a tuo agio in generale e più comodo nello spazio.
 
 🧐 Per comprendere a fondo la naturalezza di un simile comportamento basti pensare al mondo animale, che spesso riassume le nostre attitudini ancestrali.
I cani, i gatti, le scimmie, demarcano il territorio, agiscono dei comportamenti specifici per farlo, e quei comportamenti definiscono non solo il loro rapporto con lo spazio, ma anche con altri animali.

La prossemica

Quello che accade nel mondo umano invece è regolato dalle leggi della prossemica, che descrivono il rapporto dell’individuo con lo spazio in funzione del comportamento sociale che esso comporta.
🔴  Correva l’anno 1966 quando un certo Hall ha coniato il termine “Prossemica”, ma soprattutto ha introdotto 4 zone, corrispondenti al tipo di distanza interpersonale:
➡️  zona intima: implica intimità, confidenza, vicinanza. Lo spazio che ti divide dal tuo interlocutore al massimo si estende ai 50 centimetri. Si tratta di una vicinanza concessa solo a persone di cui ci si fida.
 
➡️  zona personale: è una distanza che regola il rapporto tra individui che si conoscono, ma non intimamente. Colleghi e conoscenti possono rientrare in questa zona che prevede tra gli interlocutori una distanza da 50 centimetri a 1 metro.
 
➡️  zona sociale: riservata agli incontri formali, nel lavoro e nelle occasioni speciali. Prevede tra gli interlocutori una distanza da 1 a 3 metri. Questa è la distanza più utilizzata quando si lavora insieme senza però entrare in un rapporto eccessivamente confidenziale.
 
➡️  zona pubblica: qui oltrepassiamo i 3 metri di distanza, in quanto questo tipo di distanza viene applicata in conferenze e meeting dove non è previsto un coinvolgimento diretto tra i presenti. 
 
Quella presentata può sembrare in apparenza una semplice classificazione delle possibili distanze spaziali-relazionali tra le persone.
In verità un’analisi più approfondita non tarderebbe a far emergere interessanti implicazioni di carattere sociale, a partire dalla messa in atto di specifici comportamenti.
 
Alt! 
Per ora è tutto, ma non perdere il prossimo post!
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Prrr…come Prossemica!

Oggi voglio parlarti di qualcosa che consapevolmente o inconsapevolmente porti con te nei momenti comunicativi e che la dice lunga sul rapporto con il tuo interlocutore!

La prossemica!
“Che strana parola”, starai pensando!
La prossemica nasce intorno agli anni ’60 per definizione dell’antropologo americano Edward Hall! Lui iniziò dallo studio del comportamento animale per il controllo del territorio.
Il termine “prossemica” deriva dal latino proximus, prossimo ed è la disciplina che studia il modo in cui l’uomo si muove nello spazio, di come reagisce agli stimoli provenienti da questo spazio e di come se ne serve per comunicare con gli altri.
La prossemica, dunque, riguarda quella sfera della comunicazione non verbale legata alla gestione dello spazio nella comunicazione.
Hall prende in esame lo spazio attorno all’uomo e per primo riconosce che questo spazio non è vuoto, ma suddiviso in precise aree concentriche, invisibili, entro le quali l’individuo si muove e fa entrare gli altri seguendo criteri ben precisi: all’aumentare dell’intimità diminuisce la superficie dell’area occupata.

Le aree di azione dell’uomo identificate da Hall sono 4:
· L’area intima
· L’area personale
· L’area sociale
· L’area pubblica

L’area intima: è la distanza che si mantiene con le persone care, quelle con cui si ha maggiore confidenza e familiarità. In termini spaziali riguarda una zona dai 20 ai 50 cm e copre la distanza raggiungibile dalle nostre mani se teniamo i gomiti vicino al corpo. La distanza è così breve che in questo caso è possibile il contatto con il corpo della persona vicina, è l’area dell’abbraccio, uno spazio in cui si sentono le parole anche se appena sussurrate, in cui è possibile sentire l’odore e addirittura variazioni del colorito legate all’arrossire o l’impallidire.

L’area personale: è la zona in cui facciamo entrare le persone con cui abbiamo un rapporto di conoscenza, ma non intimo, è la giusta distanza per una stretta di mano o per una conversazione di cortesia. L’estensione è dai 50 ai 120 cm ed equivale alla distensione del braccio. A questa distanza il tono della voce può rimanere moderato, si avverte sicuramente il cambiamento di colorito del volto. Non si avvertono più in quest’area gli odoro personali e il profumo, a meno che quest’ultimo non sia così forte da invadere la zona dell’altra persona.

L’area sociale: in quest’area la distanza si raddoppia rispetto all’area personale ed arriva fino a 240 cm. In quest’area sono collocate le persone che non conosciamo bene, quelle con cui abbiamo un rapporto poco intimo e casuale: un funzionario della banca, un tecnico chiamato per lavori di manutenzione. In quest’area sono collocate le persone con cui si ha un rapporto professionale privo di coinvolgimento affettivo.

In questa area i gesti sono molto utilizzati per facilitare la comprensione, l tono di voce è più elevato, non è possibile toccarsi o sentire profumi degli interlocutori. Il contatto è prevalentemente di natura visiva, quindi lo sguardo è la modalità comunicativa privilegiata.

L’area pubblica: questa è l’ultima area in cui è possibile inserire persone con le quali si hanno rapporti diretti, e copre una distanza che va da 240 cm a 8 metri. Questa è la zona d’interesse per chi deve parlare in pubblico e rivolgersi a un uditorio. In questa zona assume maggior rilevanza la componente verbale che necessita dell’ausilio di un paraverbale un po’ più robusto, voce alta, e di un non verbale altrettanto ricco.
La prossemica è importante per comprendere tutte le dinamiche messe in atto in un processo di comunicazione e naturalmente l’importanza del suo ruolo emergerà anche nello studio della Comunicazione d’Impatto!