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I sei step di un ascolto efficace!

Ti è ormai chiaro quanto l’ascolto sia un elemento chiave per una comunicazione efficace.
Spesso la capacità di ascoltare in modo empatico è resa possibile o facilitata da tutta una serie di accorgimenti “preparatori”, dei veri e propri step di un ascolto efficace.
L’ascolto è uno dei fattori chiave di una Comunicazione efficace, per questo è importante conoscerne le caratteristiche e soprattutto gli effetti della sua applicazione.   
 
L’ascolto empatico presuppone che si crei un momento di forte sintonia tra chi parla e chi riceve, è quindi importante che l’ascoltatore sia anche in grado di comunicare che è pronto ad accogliere dimostrando all’interlocutore la propria disponibilità nel dedicare tempo e attenzione a ciò che ha da dirgli.
 

Gli step di un ascolto efficace

Può essere utile tenere a mente i seguenti fondamentali step per un ascolto efficace, metti queste tips nella tua cassetta degli attrezzi!
 
  • Poniti di fronte al tuo interlocutore per poterlo guardare negli occhi. Si ascolta con le orecchie, è vero, ma sappiamo quanto il non verbale possa contribuire a creare empatia e a comunicare vicinanza;
  • Ritagliati del tempo dedicato al tuo interlocutore: se una persona ti sta parlando di qualcosa apprezzerà molto il fatto che tu ti sia ritagliato del tempo per poter dedicare all’ascolto la massima attenzione;
  • Evita di rispondere prematuramente a quel che dice, prenditi tutto il tempo per assimilare i dettagli che ti trasmette, le sfumature della sua voce, l’enfasi che pone su alcuni contenuti piuttosto che altri;
  • Non omettere né aggiungere elementi nel riformulare ciò che hai ascoltato: attenersi sempre alla versione dell’emittente (per usare termini tecnici). 
  • Assumi una posizione confortevole in modo da non doverti spostare e distrarre il tuo interlocutore;
  • Elimina o fai in modo di gestire i rumori: questi possono essere esterni, quindi legati al contesto o all’ambienti, oppure interni, quando ad esempio abbiamo troppi pensieri.
Questi strumenti se applicati con cura e attenzione possono davvero fare la differenza tra un ascolto approssimativo e un ascolto davvero efficace.
Se invece vuoi essere tu a fare la differenza … lavora su tutti gli aspetti della tua Comunicazione per far sì che ti porti direttamente al raggiungimento dei tuoi obiettivi.
Cosa fare per approfondire il tema dell’ascolto e avere una Comunicazione Efficace e proficua?
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Comunicazione verbale e non verbale: parole e significati a confronto

Torniamo a parlare di Comunicazione verbale e non verbale per introdurre il quarto assioma della Comunicazione.

In verità, questa volta, quello su cui ci soffermeremo è la differenza tra il modo di concepire parole e significati rispettivamente nella comunicazione numerica, verbale, e la comunicazione analogica, non verbale.

Comunicazione verbale e non verbale

Per spiegare il quarto assioma della comunicazione si ricorre spesso all’esempio della lingua cinese, ovvero al confronto tra il nostro sistema linguistico occidentale e il loro.

Quando si studia il cinese, infatti, si entra in un sistema linguistico del tutto diverso dal nostro. Siamo abituati, nello studio delle lingue occidentali, che ogni parola corrisponde a un significato e non che una parola possa addirittura “disegnare” il suo significato.

 

Il nostro sistema linguistico di riferimento è numerico, ovvero verbale. Ok, mi dirai, ma che significa?

Significa che alle scuole elementari ti insegnano che quando vedi una parola scritta così FIORE devi pensare a quel vegetale che cresce nella terra e fa petali bellissimi e devi memorizzare questa informazione per il resto della tua vita.

Hai imparato quindi che alla sequenza di lettere alfabetiche che compongono la parola FIORE va collegata una specifica immagine. Nella lingua cinese funziona invece che il modo in cui è scritta una parola somiglia in qualche modo al suo significato, per questo si dice analogica: tra il significato e il significante (l’immagine del fiore) c’è un’analogia, ovvero una somiglianza grafica.

 

Quarto assioma della Comunicazione

 

Veniamo al quarto assioma e partiamo dalla sua definizione: gli essere umani comunicano sempre sia con il modulo numerico (verbale), sia con il modulo analogico (non verbale).

Il cuore di questo assioma non è nella definizione delle differenze, quanto piuttosto nell’importanza di saper integrare e fondere l’universo numerico con quello analogico per raggiungere il massimo dell’efficacia comunicativa.

L’utilità di questa considerazione sta nel fatto che  quando si deve trasmettere un messaggio è fondamentale scegliere “come” farlo. Avere due parametri di riferimento è fondamentale per scegliere quello più adatto al di contesto in cui la comunicazione può aver luogo, o al tipo di obiettivo che con quel messaggio si vuole raggiungere.

 

Per semplificare, questo significa che le parole a volte sono fondamentali, altre volte devono affidarsi maggiormente al non verbale, a quell’analogia tra il modo in cui le cose si esprimono e il significato che hanno.

I cinesi con l’immagine dell’abbraccio semplificano molte emozioni, perché alla fine quello che conta è che ti sto comunicando che la questione si chiude con un abbraccio. Se magari ti dicessi “ora ti darei un abbraccio” non otterrei probabilmente lo stesso risultato.

Al contrario va detto che il linguaggio numerico consente di fare astrazioni più complesse per la spiegazione di concetti e situazioni.

La soluzione è nel dosare i due universi, capire quando l’uno e quando l’altro.

 

Come puoi capirlo?

Credo di poterti aiutare!
Sai cosa devi fare vero?

espressioni - facciali

Cos’è quella faccia? Breve storia delle espressioni del viso.

Ho subito una domanda per te.
Quante volte qualcuno si è rivolto a te dicendo: “Cos’è quella faccia? Cosa ti è successo?“.
Si tratta di una situazione così frequente che so anche dirti cosa hai pensato: “Si vede davvero così tanto?“.
Ebbene sì: il nostro stato d’animo, molte emozioni, tante piccole sensazioni apparentemente silenziose e invisibili, sono proprio lì stampate sul nostro volto, a disposizione di chi ci osserva.
Occhio però, alcune cose valgono anche se ribaltate: se chi ti osserva può interpretare i tuoi pensieri e le tue emozioni, puoi fare lo stesso quando l’osservatore sei tu.
A quale scopo?
Non ti viene in mente proprio nessun vantaggio nel saper interpretare cosa gli altri pensano o nel saper gestire in modo efficace ciò che stai provando tu?
A proposito di questo ho molto da raccontarti nel mio prossimo evento, di cui tra poco ti darò tutte le informazioni.
Intanto però voglio parlarti di questo mondo fatto di espressioni facciali e di modi diversi, impercettibili, di comunicare, o cogliere messaggi comunicati.
Molti studi sulla Comunicazione non verbale, nello specifico sul Linguaggio del corpo, hanno rilevato che si fa risalire ai primati la capacità di comunicare attraverso le espressioni facciali, altre specie, invece, appartenenti a un livello più basso della scala evolutiva, si esprimono attraverso la postura, come ad esempio i rettili, gli anfibi o gli uccelli.
Perché i primati usano le espressioni facciali?
Perché vivono in un sistema sociale più complesso, dove la relazione tra singoli è più ricca e diversificata al livello comunicativo.
Questo piccolo “dettaglio evolutivo” fa sì che primati siano muniti di una sorta di archivio di espressioni facciali a cui ricorrere quando devono comunicare: predominanza, comando, obbedienza, gioco, cura, pericolo.
Un bagaglio di possibilità a cui ricorrere per gestire le relazioni con i propri simili nel sistema di relazioni più vicino a quello umano.
Questo è un piccolo accenno di storia evolutiva delle espressioni facciali, ma di curiosità su questo tema ce ne sono diverse.
Può darsi che ti racconterò qualche altro aneddoto prima del corso.
IL CORSO!!!
Questa volta le espressioni facciali in oggetto saranno quelle umane però!
Ti ho già anticipato che voglio renderti partecipe di un percorso che ho appena progettato e sta per uscire!
25 Febbraio
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espressioni - facciali

Vuoi sapere chi hai davanti? Osserva bene il suo viso!

Hai mai pensato al vantaggio che avresti se solo fossi in grado di interpretare i segnali comunicati dalle espressioni facciali dei tuo interlocutori?
La Comunicazione è un processo a due vie: questa è una delle prime informazioni che sentirai sulla Comunicazione interpersonale.

Questa premessa introduce il concetto di mittente e destinatario, ma, considerando la molteplicità dei messaggi, degli interlocutori, dei contesti, possiamo piuttosto definire la Comunicazione come un processo a più vie che si intersecano, lungo le quali si verificano numerosi scambi.

 

L’interlocutore

Uno dei protagonisti della comunicazione è l’interlocutore, il quale accoglie il messaggio e, a partire dal momento della ricezione, attiva una serie di comportamenti dando vita a momenti di comunicazione verbale e non verbale.

Non sempre la comprensione dell’interlocutore però è immediata o di veloce interpretazione.
Può infatti capitare che si esprima a parole in un senso, o solo fino a un certo punto, e poi trasmetta con l’atteggiamento un messaggio diverso (o addirittura opposto) rispetto a quello esternato verbalmente.

Forse è capitato anche a te di ascoltare un feedback, o una semplice risposta a una tua affermazione, notando qualcosa di poco rassicurante nelle espressioni del viso del tuo interlocutore, al punto da chiedergli:

” …ma sei sicuro di quello che stai dicendo?”

“… non mi sembri convinta delle tue affermazioni”

“… ho detto qualcosa di sbagliato?”

Devi sapere che ogni piccolo movimento della bocca, degli occhi, addirittura del naso, potrà svelarti un universo di significati solo attraverso la decodifica di quei segnali.

Se ti può facilitare pensa ai segnali emessi dal volto – ma vale per il linguaggio del corpo in generale – come una proiezione dei pensieri, una manifestazione istintiva e meno controllata di ciò che davvero si pensa, e che non si può o non si vuole dire.

Ignorare questi segnali, o non saperli decifrare, spesso si traduce nella perdita di informazioni importanti che potrebbero incidere in modo significativo sull’obiettivo di Comunicazione.

C’è una sola soluzione a questa eventualità: imparare a comprendere i messaggi veicolati dall’interlocutore attraverso le espressioni facciali!

Cosa fare?

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come - porgere - scuse - da- remoto -

Porgere le scuse da remoto? Scopri come farlo efficacemente!

La Comunicazione da remoto è l’abilità della nostra epoca.
Tutte le competenze relazionali del mondo professionale sono state declinate nella modalità “a distanza”.
Questo non significa che siano meno efficaci.
Una cosa importante di cui tener conto è che da remoto manca quella fetta di Linguaggio del corpo che incide molto all’interno di un flusso di Comunicazione.
 
Questo ha una conseguenza immediata: quello che manca deve essere compensato da altro.
 
Vediamo dunque come porgere efficacemente le scuse da remoto
 
 

Le scuse da remoto: in che forma?

 
Se si decide di scegliere la forma scritta per porgere le scuse per un errore professionale, allora è bene scegliere il canale giusto.
La chat può essere eccessivamente informale, ma se c’è in ballo qualcosa di importante, o grave, una mail formale è senza dubbio la modalità più efficace.
Se con la persona a cui devi chiedere scusa hai un rapporto di amicizia, è bene che a quella mail segua una telefonata, ma la mail resta importante.
 
 

Chiarezza assoluta nelle scuse da remoto 

 
Un altro aspetto fondamentale da remoto è che ci si esprima con assoluta chiarezza. Quando si scrive, ma anche quando si parla al telefono, si perdono le espressioni interrogative o dubbiose del volto dell’interlocutore, quindi è bene non lasciare spazio ad alcun tipo di dubbio. 
Cerca di essere ancora più chiaro ed esplicito nelle scuse scritte, anche se sembrano eccessive.
Ricorda che quando comunichi per iscritto perdi molte indicazioni importanti.
 
 

Essere se stessi

 
Sii te stesso!
Le scuse scritte tendono ad essere più formali rispetto a quelle fatte di persona o in video. Ma questo non vuol dire che devi diventare un testo scritto o robotico!
Le migliori scuse sono comunque quelle che arrivano dalla persona, non da un modello o da un team di PR.Le scuse, per quanto professionali o formali, devo essere veicolate da una voce autentica.

 

 

Cosa succede dopo le scuse?

 

Le scuse sono essenziali per trasformare gli errori in un lavoro migliore e in relazioni più forti, ma sono solo il primo passo!

Le ricerche hanno rilevato che, da sole, le scuse non servono a molto. Se non sono seguite da azioni concrete, anche le scuse più professionali sono inutili. Possono addirittura essere dannose, in quanto erodono la fiducia nelle tue parole e ti fanno sembrare poco sincero!

Quindi nella richiesta di scuse è necessario inserire l’impegno all’azione!

Come porrai riparo al tuo errore?
Spiegalo al tuo interlocutore in modo concreto!
 
Sei pronto per imparare tutto questo ed essere impeccabile anche nei momenti di difficoltà?

Impara a gestire il tuo discorso anche quando il suo contenuto può metterti in difficoltà … anzi, direi, impara a comunicare nel modo più efficace soprattutto quando sei in difficolta!
 
Cosa fare 👇
4-5-6 novembre 2022
dire - no - a - lavoro

Il lavoro non ti dà tregua? Impara a dire NO!

Quando il lavoro non ti dà tregua puoi valutare diverse vie d’uscita, ma, ti posso già anticipare, la più efficace consiste nell’imparare a dire NO!
 
Non si tratta di adottare atteggiamenti di chiusura o di evitamento, ma di imparare a comunicare, in modo assertivo e costruttivo, i propri limiti rispetto alla disponibilità, o alla possibilità, di prendere parte a un’attività.

 

Comunicare il NO

Quando si lavora tutto sembra urgente e ognuno rivendica le priorità dei propri compiti rispetto a quegli degli altri.
Questo atteggiamento a lungo andare può rivelarsi deleterio per chi accetta qualunque richiesta e non è in grado di dire NO!
 
 
Allora è importante superare questo ostacolo e imparare a pronunciare la sillaba magica, con i dovuti modi però, perché il non verbale e il para verbale incidono più dei contenuti.
 
Dire NO è difficile perché il NO è spesso associato al rifiuto, alla mancanza di volontà, alla negazione.
Allora cosa fare quando sei già sommerso di lavoro e continuano ad arrivare richieste incessantemente?
 
Devi essere preparato a livello di Comunicazione.
Una buona strategia può essere avere un prontuario di risposte da utilizzare all’occorrenza.
 
Immagina quindi di essere pienamente focalizzato su un’attività impegnativa, con un’agenda stracarica per le prossime ore, se non giornate, e arriva l’ennesima richiesta.

Esempi di frasi per tuoi NO assertivi

Bene, non sei più da solo.
Hai uno strumento potente dalla tua parte: le parole.
Eccone alcune –  parole e frasi – da utilizzare per i tuoi No assertivi e costruttivi!
 

Vorrei poterlo fare, ma oggi sono sommerso di lavoro.

Mi dispiace, ma sono oberato di lavoro e non posso in questo momento.

Non sto accettando nuovi progetti al momento.

Grazie per aver pensato a me, ma non posso.

No, grazie. Sono molto occupato.

Purtroppo non è il momento giusto.

Mi dispiace, ma non questa volta.

Sembra allettante, ma dovrò rinunciare.

Ho troppe cose da fare in questo momento.

Vorrei poterlo fare, ma non è il momento giusto.

Se solo potessi, ma non ho abbastanza tempo per aggiungere altro al mio piatto.

Mi piacerebbe, ma non posso.

Non ho intenzione di occuparmi di altro in questo momento.

In altre circostanze mi piacerebbe, ma in questo momento non posso.

Sembra una grande opportunità, ma dovrò rifiutare.

Hai visto che elencone?
 
Tienile da parte per quando le circostanze lo richiederanno e soprattutto valuta bene quale scegliere in quelle circostanze.
 
 
Questo come sai non arriva dal nulla, ma va studiato, praticato, preparato.
Come? Dove?
Lo sai👇
4-5-6 Novembre 2022
prima - impressione - in - videochiamata

La prima impressione conta…anche in videochiamata!

La prima impressione è oggetto di studi in molti campi: psicologia, comunicazione, arte, sociologia.
Quello che cambia è l’angolazione da cui viene osservata e il punto di partenza per analizzarla. 
In questo passaggio epocale alle relazioni professionali virtuali,la prima impressione mantiene la sua importanza, anzi assume per alcuni aspetti ancora più rilievo se si considera che non si ha la possibilità di recuperare dal vivo la mancata opportunità di aver fatto una buona impressione!
La prima impressione è il modo in cui gli altri ti registrano nel loro cervello. Quello che penseranno in quei primi pochi secondi si arricchirà con il tempo, verrà smussato o accentuato, ma di certo resterà nella loro memoria per sempre. 
Per questo è importante che la prima impressione lasci un segno positivo, un desiderio di tornare ad ascoltare quello che hai da dire.

L’importanza della prima impressione in videochiamata

Anche in videochiamata è fondamentale trasmettere un buona impressione.
Chi sta dall’altra parte ti vede parzialmente, ascolta tutto quel che dici ma riceve il tuo non verbale per metà, forse meno.
Date queste premesse è importante sia dal vivo che in videochiamata curare quella serie di elementi che concorrono a trasmettere una prima buona impressione.
Focus sugli imperdibili👇

L’incipit

Chi ben comincia è a metà dell’opera. Si dice ed è vero. L’incipit è il motivo per cui le persone restano ad ascoltarti: perché sono interessate a quello che stai loro comunicando. Un buon incipit significa saper generare un’aspettativa positiva: hai trasmesso valore in pochi secondi e chi ti ascolta vuole approfondire quel valore.

Sempre la parola giusta

Le parole arrivano dritte all’interlocutore. Preparati impeccabilmente sui contenuti. Hai diversi modi per capire quali parole scegliere affinché siano quelle giuste: conosci il contesto, informati sui tuoi interlocutori, scegli un discorso impattante per valorizzare i tuoi argomenti

Il para verbale

Se il tuo obiettivo è l’attenzione dell’interlocutore, anche la voce riveste un ruolo importante. Non urlare né sussurrare, ma soprattutto scegli un timbro e un ritmo che non facciano addormentare gli altri. Cambia tono quando devi enfatizzare, scegli le pause quando devi richiamare l’attenzione!

Il non verbale

Sia dal vivo sia davanti a una webcam il non verbale deve essere impeccabile, a partire da te. Il tuo aspetto deve essere curato e in ordine, il tuo abbigliamento appropriato. Perché?
Perché condiziona la tua performance e di conseguenza l’impressione che susciterai in chi ti ascolta!
Anche il contesto fisico merita attenzione, quando ti colleghi assicurati che sia tutto in ordine, se non hai una postazione dedicata ci sono molti strumenti che ti consentono di allestire il tuo spazio di lavoro o di collegamento in poco tempo.
⚙️ Quindi, ricorda: ogni elemento fa la sua parte, per questo è fondamentale creare il giusto incastro, equilibrato e funzionale, tra gli elementi coinvolti. 
Come imparare a trasmettere i contenuti giusti, nel modo giusto, per avere l’attenzione dell’interlocutore e riuscire nella titanica impresa della prima irripetibile buona impressione?
Acquisendo le conoscenze e gli strumenti necessari.
Cosa devi fare?
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credibilità-e-comunicazione

Credibilità e comunicazione: come ti relazioni con i tuoi interlocutori?

Il legame è tra credibilità e comunicazione è molto stretto e si fonda su un principio semplice: se ciò che dico convince, chi mi sta davanti mi ascolta. 
La credibilità riveste un ruolo fondamentale in tutto gli ambiti della comunicazione verbale e non verbale.
Sei uno speaker e devi esporre un discorso in pubblico?
Devi essere credibile.
Stai promuovendo un prodotto o un servizio a un possibile cliente?
Devi essere credibile.
Vuoi confidare un tuo stato d’animo e ricevere l’appoggio e l’aiuto della tua famiglia?
Ebbene sì, anche con loro devi essere credibile.
All’interno di un processo di comunicazione, anche la credibilità è una caratteristica che va contestualizzata.
Non essere credibili in una circostanza non significa non essere credibili come persone in generale.
Con ogni probabilità la mancata credibilità in una specifica circostanza può dipendere da errori di Comunicazione.
Per questo è fondamentale che quando si ha qualcosa da dire si sia in grado di trasmetterla in modo che il significato dei contenuti arrivi agli altri esattamente nel modo in cui vogliamo che arrivi.
Grandi verità o informazioni utili possono essere veicolate in modo approssimativo o poco persuasivo con la conseguenza di non raggiungere gli obiettivi comunicativi desiderati.
La credibilità è importante sempre, ma è ancora più incisiva quando non si ha molto tempo per arrivare all’interlocutore e condurlo verso l’obiettivo che ci siamo posti.
Quando si dà inizio a un processo comunicativo si deve avere nella testa un primo imprescindibile obiettivo: catturare l’attenzione di chi ascolta.
Senza l’attenzione non si apre una strada per arrivare dove vogliamo.
Perché stai dicendo questa cosa a questa persona? 
Dove vuoi arrivare e soprattutto cosa puoi fare per lei/lui?
A quale suo bisogno stai rispondendo?
Per quale suo problema hai una soluzione da proporre?
 
Questa domanda rappresenta un punto di partenza focale per impostare la relazione con i tuoi interlocutori.
 
Sapere cosa puoi fare per loro sarà fondamentale per raggiungere i tuoi obiettivi di comunicazione e condurre l’interlocutore dove vuoi tu.
Perché?
Perché hai qualcosa di utile e risolutivo per lui/lei.
 
Come imparare a trasmettere i contenuti giusti nel modo giusto per avere l’attenzione dell’interlocutore?
Acquisendo gli strumenti necessari, quelli che aumentano il valore di quel che dici.
Cosa devi fare?
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management - comunicazione

Management e relazioni: le comunicazioni di progetto.

Cosa lega il management a una buona qualità delle relazioni?
La comunicazione!

Comunicazione e Management

Quando parliamo di discorso pubblico e lavoriamo sulle abilità di Public Speaking la maggior parte delle persone non pensa subito al management, ma alla declamazione davanti a un grande pubblico o alle presentazioni da palcoscenico.
Parlare in pubblico è questo, ma anche molto altro.
Due persone sono già un pubblico e se queste due persone stanno lavorando a un progetto, la buona riuscita di quest’ultimo dipende sia da come il leader di progetto comunica con queste persone sia da come comunicano tra di loro.
Fino a qualche anno fa Comunicazione e Management sembravano due rette parallele, due discpipline separate, ognuna per la propria strada, senza un punto di intersezione.
Nel mondo delle aziende i processi di Comunicazione erano piuttosto flussi di informazione, dove il passaggio di dati, procedure, idee, era unidirezionale e non contemplava uno scambio attivo che prevedesse il contributo di tutti i soggetti coinvolti.
Poi ci si è accorti che la Comunicazione, quella efficace e strutturata, rappresenta non il valore aggiunto, ma il valore cardine all’interno di qualunque organizzazione. 
Oggi la situazione è molto diversa e già da anni le aziende hanno maturato la consapevolezza di dover investire una grossa fetta di tempo e risorse nella Comunicazione. 
Già nel 2013, che a guardarlo da qui sembra il passato remoto, il Project Management Institute ha rilevato come i progetti di aziende caratterizzate da una forte attenzione alla Comunicazione soddisfano tutti i requisiti di progetto e i vincoli di budget per oltre il 50% in più di quelle che non investono in Comunicazione.
Questo perché?
Perché la Comunicazione funziona. 
La conclusione ovvia di questa ricerca ha portato alla luce i rischi nefasti: oltre la metà dei casi di insuccesso nelle aziende sono in larga parte attribuibili, per oltre il 50%, a una comunicazione inefficace.

Le comunicazioni di progetto

 

Quando parliamo di comunicazioni di progetto ci riferiamo a un passaggio di informazioni tra persone o gruppi di persone che si trasmettono contenuti.
Per far sì che questi flussi di parole –  e di linguaggio non verbale –  siano efficaci, è necessario che si verifichi l’applicazione del Modello della Comunicazione, riferimento assoluto dal 1948 quando è stato elaborato da Shannon e Weaver.
 
Il modello prevede il transito di informazioni tra più soggetti che si arricchisce via via diventando un ciclo comunicativo la cui caratteristica principale sta nell’essere pluridirezionale.
Scopriremo così, al prossimo articolo, come una comunicazione di progetto evolve in una relazione di progetto. 
Sembra facile?
No, non lo è, ma è fondamentale imparare ad applicarlo!
Come imparare tutto questo?
linguaggio - del - corpo

Vuoi essere uno speaker di successo? Conquista il tuo pubblico con il linguaggio del corpo!

Se vuoi essere uno speaker di successo devi sapere che è importante conquistare il tuo pubblico con il linguaggio del corpo.

La postura dello speaker nel discorso pubblico

La postura è l’elemento del linguaggio del corpo che maggiormente influenza la percezione di chi ci osserva. 
La posizione che lo speaker assume rispetto al suo pubblico veicola messaggi spesso più espliciti delle parole.
 
Il momento dell’esposizione del discorso pubblico è di massima importanza, soprattutto perché spesso di tratta di presentazioni che non avranno luogo, con lo stesso pubblico, una seconda volta.
Questo significa che mai come in questa circostanza non c’è una seconda occasione per una prima buona impressione. 
Questa premessa implica che se lo speaker non è in grado di gestire qualunque aspetto, il rischio di fallimento è altissimo. 
Quando parliamo di fallimento, in casi come questo, non ci riferiamo alla disfatta della singola performance, ma, con più probabilità, a un contratto che salta, a un progetto che non viene accettato.
Tutto questo perché?
Perché lo speaker non è stato in grado di trasmettere la sua autorevolezza e credibilità anche attraverso il linguaggio del corpo.
 
 
Ti confesso una triste verità: puoi essere il massimo esperto in una materia ma se il tuo modo di gestire la comunicazione non verbale è inefficace, il tuo pubblico non vedrà in te un riferimento attendibile.
Il rischio di sembrare in balia dell’improvvisazione dopo aver imparato un testo a memoria è molto alto!
Allora entriamo nel merito dell’esempio pratico e vediamo quali utili consigli puoi applicare per esercitarti nell’esposizione di un discorso pubblico, di qualunque natura esso sia.

Il linguaggio del corpo di successo

 
Come muoversi dunque affinché il linguaggio del corpo adottato sia un successo?
Prendi nota:
♦️ posizionati in piedi, di fronte al pubblico, evitando tutte le possibili barriere di separazione (tavoli, sedie, schermi, proiettori, etc);
 
 

♦️ mantieni una posizione equilibrata su entrambe le gambe, spalle erette e mani lungo i fianchi rivolte in avanti.

Anche il movimento merita attenzione:
♦️ inizia il tuo discorso in posizione centrale in modo da essere il più equidistante possibile da tutti i presenti;
♦️ la postura non deve essere rigida, ma trasferire una sensazione di relax al pubblico;
♦️ stabilizza il tuo baricentro con le gambe leggermente divaricate. Questa posizione è molto importante per trasmettere sicurezza e stabilità;
Sembra facile?
No, non lo è, ma è fondamentale imparare ad applicarlo!
Come imparare tutto questo?
Ovvio …