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Motivazione e bisogni: le due leve della crescita professionale.

La motivazione è alla basa della crescita professionale, oggi più che mai, date le complesse dinamiche di mercato.

La motivazione è quell’elemento che ci spinge a fare le cose, che ci consente di trovare la forza e le energie per realizzare un obiettivo a cui teniamo e che per noi è importante ed è la principale leva della crescita professionale, nonché personale, di un individuo.

 

Dai bisogni alla motivazione

 

La motivazione alla crescita personale risponde a un preciso bisogno dell’individuo: quello di autorealizzazione e autostima, collocato nel quarto livello della piramide di Maslow.

Che cos’è adesso questa piramide?

La piramide di Maslow rappresenta un tentativo, effettuato per l’appunto dallo psicologo Maslow nel lontano 1954, di catalogare e ordinare i bisogni principali degli individui.

Per facilitarti nella comprensione di questo modello, ripassiamo un attimo insieme l’ordine dei bisogni, ovvero come sono collocati dalla base alla punta della piramide, partendo dunque dai più basilari ed essenziali per arrivare a quelli più complessi ed evoluti.

Bisogni:

  • sopravvivenza. Abbiamo in questo livello tutti i bisogni fisiologici: respirare, mangiare, dormire, omeostasi;

 

  • sicurezza. In questo livello troviamo la protezione fisica, occupazione del territorio, la morale, la proprietà, la famiglia;

 

  • appartenenza. Questo bisogna si ricollega alla famiglia, le amicizie, le relazioni;

 

  • stima. Qui troviamo il bisogno di autostima, nonché di autorealizzazione ed è il livello che più ci interessa in questo articolo;

 

  • autorealizzazione. Anche questo livello verte in modo particolare sui temi di questo articolo perché riguarda la sfera della creatività, dell’assenza di pregiudizio e dell’accettazione. Tutte prerogative fondamentali per la crescita, non solo professionale, degli individui.

 

 

La motivazione alla crescita risponde sicuramente al bisogno di autorealizzazione, questo richiede un lavoro sistematico sulla persona, in termini di caratteristiche e competenze.

 

Saper far fronte a tutto questo è un talento?

No. Si tratta di una competenza a sua volta.

Una competenza che va acquisita e su cui naturalmente posso aiutarti.

Da dove si comincia?

 

Contattami!

info@matteomaserati.it

 

 

 

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Il pubblico è eterogeneo: quali bisogni soddisfa il tuo discorso?

Un pubblico per sua natura è eterogeneo e il tuo discorso deve tener conto di questo.
L’analisi dei bisogni è sicuramente un punto di partenza fondamentale per strutturare gli argomenti e creare un mood adatto agli ascoltatori, ma, per quanto si possano raccogliere dati, è piuttosto difficile cogliere le sfumature di ognuno.
Ora visualizza 🧐
Immagina di avere in sala 10 persone, 7 di loro hanno molti interessi in comune e così, in base alla legge della maggioranza, inserisci nel tuo discorso molti punti di incontro tra i 7. L’obiettivo è quello di avere la loro attenzione, farli sentire coinvolti.
Fin qui tutto bene.
La brutta notizia è che non sai quanto possano metterti in difficoltà e incidere sull’esito del tuo discorso pubblico quei 3 che hanno meno in comune degli altri 😟
Come organizzarsi dunque?
La buona notizia è che per quanto le persone possano essere diverse, ed esserlo dunque anche i loro bisogni, ci sono alcuni denominatori comuni che ci permettono di identificare dei bisogni di base, validi per un gran numero di persone 😊
E qui chiamerò in causa il massimo esperto in fatto di bisogni: il nostro amico Maslow che nel 1956 si è chiesto cosa ci fosse alla base della motivazione delle persone alla crescita personale!
Maslow, per chi non ha ancora avuto l’opportunità di conoscerne il pensiero, ha elaborato una piramide dei bisogni dell’individuo, suddivisa per livelli.
Vediamo come individuare questi livelli in un contesto di declamazione di un discorso pubblico.
♦️ Sopravvivenza. Ti sembrerà assurdo ma non è scontata 😂 in fase di preparazione del contesto è bene che tu ti assicuri che l’ambiente sia fornito di tutto ciò di cui una persona può aver bisogno: riscaldamento, aria condizionata, igiene, cibo, buona acustica, sedie ergonomiche, momenti di relazione con i colleghi.
♦️ Sicurezza: è importante che l’uditorio abbia la sensazione di aver affidato il proprio tempo a una persona competente, che sappia centrare l’obiettivo e rispondere alle domande di approfondimento.
♦️ Appartenenza: è piuttosto frequente che le persone provengano da aziende diverse, il che vuol dire impostazioni e visioni diverse. Il discorso è per tutti, quindi deve essere strutturato e declamato in un modo che faccia sentire le persone parte di un gruppo.
♦️ Stima personale: qui entra in gioco il rapporto speaker – pubblico. Lo speaker deve essere autorevole ma non presuntuoso e porsi in un’ottica collaborativa con chi ascolta. Allo stesso modo non deve sminuire se stesso. 
 
♦️ Autorealizzazione: il discorso pubblico rappresenta un ottimo contesto per stimolare la crescita personale e professionale di un individuo. Un buon relatore sa che l’esposizione di obiettivi che facciano intravedere ai partecipanti la possibilità di una crescita delle competenze professionali attraverso l’acquisizione di nuovi strumenti è quanto di più coinvolgente possa essere loro proposto.
 
Ora mi chiederai: come si fa tutto questo?