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Gestione del cambiamento: sviluppare un’organizzazione con l’intelligenza emotiva

Perché parlare di Intelligenza Emotiva in merito ai cambiamenti organizzativi?
Perché, seppur non è l’unico, è un elemento di grandissima importanza.
Vediamo subito in che modo.
La prima necessità a farsi largo in un clima di cambiamento organizzativo è quella che i manager siano in grado di mettere in campo, oltre alle loro competenze specifiche e di settore, anche di tutta una serie di soft skill di cui l’intelligenza emotiva è il pilastro.
Non si tratta di un talento o di una caratteristica innata, si sviluppa attraverso un lavoro che la trasformi da obiettivo a competenza.
Partiamo però dall’inizio.
Come capisci che è tempo di lavorare sul fattore “intelligenza emotiva” nella tua organizzazione?
Osservando se sono presenti i seguenti inequivocabili segnali:
➡️  perdita di produttività
➡️  mood generale negativo
➡️  stress organizzativo manifesto
➡️  carenze o imperfezioni nel rapporto con i clienti
➡️ alto turnover dei collaboratori
➡️  carenza di un equilibrio vita/lavoro dei collaboratori
➡️  necessità di attrarre talenti
Ognuno dei fattori in elenco porta con sé una preoccupante dose di guai, quindi non bisogna perdere un solo minuto.
AGIRE!
Dopo aver individuato questi elementi e fatto luce sul loro peso all’interno dell’organizzazione, è necessario porsi delle domande sull’ IE (intelligenza emotiva):
– Come può aiutare l’IE❓
– Quali sono le figure che in questo momento ha più  senso formare in termini di IE ❓
– C’è già qualcuno in grado di mettere a disposizione dell’azienda e in base alle proprie competenze la propria IE ❓
– In che modo l’IE andrà comunicata e diffusa in termini di cultura aziendale❓
Elementi da osservare e domande da porsi: questo il punto di partenza e, ti avviso, e già tanto lavoro da organizzare e gestire, ma sapere da dove partire è senza dubbio un grande vantaggio!
Al lavoro subito!
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Ci sta!

Scrivimi: info@matteomaserati.it

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