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I livelli di ascolto: l’escalation di una Comunicazione efficace

Analizzare la differenza tra “sentire” e “ascoltare” ci ha aperto le porte verso questo universo complesso che è l’ascolto.
Abbiamo visto come il vero elemento differenziante sia, non solo l‘intenzionalità dell’azione di ascoltare, ma soprattutto l’assunzione di responsabilità nel porsi in una condizione di ascolto.
Una volta appurata questa differenza c’è da porsi un’altra importante domanda: come si differenzia al suo interno l’ascolto?
Ci sono diversi modi di ascoltare?
Ebbene, ovviamente, sì.
Anche l’ascolto conosce una sua differenziazione interna che si esprime nei diversi livelli di ascolto.

I livelli di ascolto

L’attenzione dedicata all’interlocutore, la responsabilità che ci assumiamo nell’ascoltare, possono variare da situazione a situazione, da persona a persona e anche da stato d’animo a stato d’animo.
Insomma non tutti ascoltiamo nella stessa maniera e soprattutto una persona non ascolta sempre nello modo.
Per questo è stata operata una distinzione tra tre diversi livelli di ascolto.

Primo livello: ascolto passivo.

Immagina di ascoltare un podcast, una presentazione, una lezione che ti interessa.
Puoi ascoltare, ma non intervenire.
Il tuo livello di attenzione e concentrazione può essere sicuramente alto, ma non c’è un’interazione con gli interlocutori.
Questa modalità è definita passiva e non va confusa con il sentire, quest’ultimo infatti, come abbiamo visto si riferisce agli aspetti organici dell’azione agita dall’udito.
L’ascolto passivo può avere un alto livello di attenzione, ma è definito passivo perché non c’è interazione, ma solo la registrazione delle informazioni ricevute.

Secondo livello: ascolto attivo.

Qui siamo a un passaggio evolutivo successivo.
L’ascoltatore, infatti, dopo aver recepito le informazioni è anche in grado di rielaborarleriformularle per dare evidenza del livello di attenzione e partecipazione.
In questa fase dunque, oltre all’assimilazione dei contenuti, entra in gioco anche la capacità di interpretare e rielaborare.
In questo livello dunque, il destinatario assume la posizione di emittente e restituisce, senza aggiungere o togliere, quello che ha ricevuto e rimanda all’altro la comunicazione ricevuta.

Terzo livello: ascolto empatico.

Qui il salto di livello è dato pienamente dal significato della parola empatia e dalla sua applicazione.
Infatti l’ascolto empatico si verifica quando il destinatario entra così tanto in sintonia con il mittente da condividerne lo stato d’animo.
Questa condizione si manifesta non solo nella restituzione verbale del messaggio ricevuto, magari attraverso una risposta, ma anche nel linguaggio non verbale attraverso gesti e prossemica.
Le distanze si accorciano e gli atteggiamenti sono di maggiore apertura.
Questi tre livelli di ascolto rappresentano tre parametri di riferimento per lo studio dell’ascolto come processo complesso, non sono sempre così nettamente distinte le situazioni e le condizioni di ascolto.
L’ascolto è uno degli elementi più importanti di una Comunicazione efficace, per questo è importante conoscerne il funzionamento.
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Cosa rende un professionista virtuoso ? … Una bella litigata con mia madre!

“… E… ma quello è un lavoro prestigioso …”
Così è iniziata la litigata con mia madre.Da sapere :
Mia madre si è fatta da sola (self made woman)
Mia nonna, la madre di mia madre, fin da quando ero piccolo mi ha sempre detto “studia così fai un lavoro di prestigio… come lavorare in banca o il prete”.
A 19 anni ero fuori di casa.
A 20 consegnavo volantini in strada.Ora puoi leggere:È finita l’era in cui “Il lavoro nobilita l’uomo”.
Molte persone pensavano, ed alcune lo pensano ancora, che sia il lavoro a nobilitare l’uomo.
La verità è che siamo nell’epoca in cui è l’uomo a rendere nobile un lavoro.

(NB. “Il lavoro nobilita l’uomo” è una delle frasi più celebri dell’antichità, tanto che molti ne attribuiscono la paternità – non è certo però che sia così – nientemeno che a Charles Darwin).

Come ben ci insegna il mondo della parola e ogni studio sulle tematiche di Comunicazione, molto spesso i proverbi sono strettamente legati ai contesti in cui si verificano determinate situazioni o semplicemente all’epoca storica.

Ciò che può aver avuto un immenso valore in un determinato periodo, può averlo perso in un altro. Ciò che rende virtuoso l’agire umano può avere accezioni di significato diverse in funzione dei valori vigenti nel tempo e nel luogo in cui si verificano i suoi comportamenti.La vita di moltissimi individui è scandita da un timing professionale, in cui si diventa più o meno importanti – più o meno fighi – a seconda o del tipo di lavoro o del tipo di livello di carriera ottenuto.😕

Da sapere :
Credo che mia mamma lo pensi ancora

Il valore del lavoro in questo modo sale in proporzione al riconoscimento del proprio ruolo professionale, che arriva a sovrapporsi alla perfezione al ruolo sociale.
Sei un figo se fai un lavoro figo.

Ok.

Qual è un lavoro figo?
O, per essere più formali, quali sono le caratteristiche affinché un impiego possa definirsi prestigioso o meno?

È più prestigioso avere un impiego da operatore ecologico o dirigere un’azienda?

Eccoti qua, sei giunto alla domanda provocatoria, la cui risposta rischia di sembrare ovvia e invece ovvia non è.

Perché?

🔴 Perché il mondo è cambiato e oggi non è più cosa fai a renderti un professionista virtuoso, ma come lo fai, il livello di responsabilità che investi in ogni decisione presa, il senso di rispetto che preserva gli altri, quelli che dovranno subire le conseguenze delle tue azioni. 🔝

Ho conosciuto persone che svolgevano lavori riconosciuti socialmente come di gran prestigio così accecate dal loro ruolo e dall’ansia del risultato che avevano davvero perso il senso della dignità del lavoro.

Così come ho conosciuto persone alle prese con lavori ufficialmente più umili essere serene rispetto all’aver agito in una modalità che rendesse più facile, più sicura, più serena, anche per poco, la vita di qualcun altro.
Ci sono professionisti con carriere impeccabili a livello di curriculum che vengono smontate nel tempo di un’indagine a seguito della quale magari si viene anche radiati.Bisogna uscire dallo schematismo tradizionale che vuole ancora che ci siano lavori di prestigio e lavori umili.
Ci sono senz’altro lavori più vicini alle proprie inclinazioni, persone più fortunate di altre, persone che si impegnano più di altre per avere ciò che meritano, persone che non riescono nonostante il loro impegno.
Il puzzle ha una composizione molto variegata e l’attuale mercato ci permette di ribaltare il proverbio.

È l’uomo che nobilita il lavoro e che meriterebbe di guadagnare in modo direttamente proporzionale al livello di responsabilità che mette in quel che fa. E se consideriamo meglio il livello di responsabilità di un lavoro, allora quanto più alta sarà la responsabilità, tanto più alto dovrebbe essere il guadagno, o quanto meno il riconoscimento sociale.

Un esempio per tutti ?L’insegnante.
E qui mi taccio.