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Il valore della critica nella Comunicazione: le tre azioni da evitare.

La critica nella comunicazione è fondamentale, ma sono ben tre le azioni da evitare per non rischiare di rovinare tutto.
Partiamo da zero.

La critica è uno strumento importante e applicarlo nel modo corretto è l’unico modo per sfruttarne il potenziale e soprattutto i vantaggi.

La critica per sua natura, e per colpa del pregiudizio, gode di una connotazione negativa.

Nella nostra cultura in passato è andata spesso di pari passo con modalità educative come la punizione o il riconoscimento della colpa, generando sentimenti molto negativi come la frustrazione, il senso di colpa, il senso di fallimento.

Ma in questo l’etimologia aiuta e ci fa notare che la parola “critica” ha la stessa radice della parola “crisi”, che, come ben sappiamo, è vittima della stessa sorte.
 
Sulla parola crisi però qualche segnale di lume c’è stato e già da qualche anno qualcuno la avvicina al concetto di “nuovo inizio” o “opportunità”. 
Lo stesso deve valere per la critica ma il percorso è un po’ più in salita.

Il bambino che a scuola sbaglia che iter segue?
Spesso ancora oggi: il rimprovero (davanti a tutti), la punizione, l’umiliazione di dover intraprendere l’apprendimento dell’errore commesso in una modalità tanto deprimente.
I collaboratori possono sbagliare allo stesso modo.
E lì che succede?
Dipende dal capo, dal team leader, dal supervisore, che il destino ti ha assegnato.

Anche nel mondo adulto e professionale viaggiano aneddoti di interventi molto aggressivi e offensivi nei confronti dell’errore di un collaboratore. Senza arrivare all’estremismo del mobbing esistono realtà in cui la cultura del rimprovero governa tuttora indisturbata.
Come nella migliori tradizioni radicate nel tempo, anche in questo caso è facile azzardare una previsione delle conseguenze:
la critica è pesante, il collaboratore subisce un’offesa che sconfina inevitabilmente nel personale.
 

Nella migliore delle ipotesi si innesca un meccanismo di conflitto pericoloso per la salute mentale dei collaboratori e per il business, nel peggiore dei casi il livello motivazionale del collaboratore si abbassa al minimo storico, entra in un loop di crisi di competenza, qui neanche oso entrare nel merito della quantificazione del danno.

Disastro.


🔴  Una comunicazione efficace ha la funzione di migliorare le relazioni e, anche nel caso della critica, esistono almeno 5 azioni che si possono intraprendere per renderla positiva e costruttiva.
Prima di entrare nella parte bella della storia, è utile operare dei tagli ed eliminare una volta per tutte quelle iniziative, non chiamarle strategie, volte al rimprovero, alla derisione, all’accusa, che danneggiano la persona e il business, perché, in entrambi i casi, sarebbe un grave fallimento.Evita:

  • la casualità temporale. Anche il momento della critica va preparato e pianificato, perché c’è una precisa logica da seguire. Non ha senso intervenire subito, sulla base dell’emotività, solo per la fretta di incolpare. Aspetta il momento giusto che si traduce piuttosto nel “pianifica il momento opportuno”.
  • la presenza di altre persone: prima di stabilire che un feedback negativo, una critica, possano essere utili per tutti, è necessario valutare dopo un primo confronto con il diretto interessato. Una volta estrapolati i contenuti utili di una critica allora si può strutturare una condivisione costruttiva.
  • la generalizzazione. Le critiche non circoscritte, quelle che mettono in discussione non un singolo evento, non una specifica azione, non un momento isolato, ma l’intero operato della persona, o addirittura, la persona stessa.

 

Lavora su questo e smantella vecchi modi di ragionare e di operare 💪

Al prossimo contenuto ragioneremo su come impostare una critica in modo positivo, efficace, costruttivo con 5 specifici step!


Stay tuned!