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Il successo…da dove arriva?

La parola successo richiama una serie di concetti, astratti e non, tutti volti a rappresentare un punto di arrivo, un risultato.
Indubbiamente se si immagina un punto di partenza in qualunque situazione, non si pensa subito al successo, ma ad un percorso da intraprendere per arrivarci.
Per alcuni è frutto del talento, per altri è strettamente legato ai soldi e al potere di influenza, ma se si vuole davvero comprendere cosa sia il successo, e soprattutto arrivarci, è necessario capire cosa va cambiato, quale comportamento va adottato.
Se vuoi arrivare al successo presumo che tu non ci sia ancora approdato. Non parlo di un successo assoluto, come persona nella vita, ma parlo del successo di un progetto, di un’attività, individuale o organizzativa.
♦️ Uno step è necessario definirlo: per condurre una situazione da uno stato attuale perfezionabile ad uno stato desiderato (il successo) devi introdurre un cambiamento. Questo cambiamento può riguardare la sostanza, la forma, la disposizioni, o anche solo la velocità di alcune cose, ma va introdotto nel modo più efficace e funzionale alle necessità di chi lo intraprende.
E già da qui potremmo parlare per ore.
Tanto per cominciare, se vuoi evitare un cataclisma immediato, non cambiare ciò che non conosci: intervieni solo su situazioni di cui conosci ogni dettaglio.
Osservare la situazione attuale ti fornisce un quadro di riferimento attendibile e una base da cui far partire le tue azioni future.
Se ad agire non sei da solo – e sicuramente non lo sei perché anche se non hai collaboratori, avrai comunque interlocutori d’altro tipo, dai clienti ai fornitori – un passaggio importante verso la strada per il tuo successo è ottenere il consenso delle persone coinvolte
Non si tratta di consegnare il proprio destino nella mani di altri, ma di capire che nel lavoro non sei da solo e devi fartene una ragione.
Alla fine di questa trafila non indifferente di azioni da compiere arriva il momento topico: devi programmare e impostare le attività da intraprendere, le iniziative da lanciare, i progetti da implementare.
Se ti hanno insegnato che impostato lo schema il gioco è fatto, fai un passo indietro e metti in discussione le tue convinzioni: non partono nuovi modi di agire se non si lavora sulla cultura sedimentata e condivisa delle persone coinvolte.
La chiave di questo passaggio è qui → se vuoi attuare un cambiamento per raggiungere il successo desiderato fai in modo che le persone vivano e respirino il cambiamento.
Comunicalo, raccontalo con un modo diverso di agire, smantella quello che non ha funzionato.
Quest’ultimo passo richiede tempo, energia e soprattutto sistematicità.
Comunicazione e formazione per un tale obiettivo possono stringere un’alleanza preziosa👌
Concetti, idee, motivazione.
E poi si agisce, concretamente.
Come?
Parliamone!

Scrivimi: info@matteomaserati.it

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Gestione del cambiamento: sviluppare un’organizzazione con l’intelligenza emotiva

Perché parlare di Intelligenza Emotiva in merito ai cambiamenti organizzativi?
Perché, seppur non è l’unico, è un elemento di grandissima importanza.
Vediamo subito in che modo.
La prima necessità a farsi largo in un clima di cambiamento organizzativo è quella che i manager siano in grado di mettere in campo, oltre alle loro competenze specifiche e di settore, anche di tutta una serie di soft skill di cui l’intelligenza emotiva è il pilastro.
Non si tratta di un talento o di una caratteristica innata, si sviluppa attraverso un lavoro che la trasformi da obiettivo a competenza.
Partiamo però dall’inizio.
Come capisci che è tempo di lavorare sul fattore “intelligenza emotiva” nella tua organizzazione?
Osservando se sono presenti i seguenti inequivocabili segnali:
➡️  perdita di produttività
➡️  mood generale negativo
➡️  stress organizzativo manifesto
➡️  carenze o imperfezioni nel rapporto con i clienti
➡️ alto turnover dei collaboratori
➡️  carenza di un equilibrio vita/lavoro dei collaboratori
➡️  necessità di attrarre talenti
Ognuno dei fattori in elenco porta con sé una preoccupante dose di guai, quindi non bisogna perdere un solo minuto.
AGIRE!
Dopo aver individuato questi elementi e fatto luce sul loro peso all’interno dell’organizzazione, è necessario porsi delle domande sull’ IE (intelligenza emotiva):
– Come può aiutare l’IE❓
– Quali sono le figure che in questo momento ha più  senso formare in termini di IE ❓
– C’è già qualcuno in grado di mettere a disposizione dell’azienda e in base alle proprie competenze la propria IE ❓
– In che modo l’IE andrà comunicata e diffusa in termini di cultura aziendale❓
Elementi da osservare e domande da porsi: questo il punto di partenza e, ti avviso, e già tanto lavoro da organizzare e gestire, ma sapere da dove partire è senza dubbio un grande vantaggio!
Al lavoro subito!
Vuoi già saperne di più 👇

Ci sta!

Scrivimi: info@matteomaserati.it

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Il successo è nella consapevolezza

Dopo aver analizzato i 7 principi che definiscono la cultura aziendale (non ne sai nulla? Clicca subito qui!) oggi gli elementi che la influenzano.
Avere la consapevolezza piena della cultura della propria azienda, studio professionale o laboratorio, come già dicevamo la scorsa volta, significa sapere con lucidità e velocità le azioni da compiere nel momento in cui si decide di intraprendere un cambiamento e in cui si è coinvolti da esso.
Non esistono soluzioni valide per tutti, non ci sono formule standard, ci sono delle strategie sicuramente ma il tutto va declinato in funzione della storia dell’azienda e di altri elementi che a breve vedremo nello specifico.

A mano a mano che leggerai questi elementi chiediti quale sia il tuo livello di conoscenza del tuo contesto di lavoro, anche se l’azienda non fosse tua il tuo ruolo potrebbe comunque risultare determinante e il tuo contributo fare la differenza.

Ciò che contribuisce alla costruzione della cultura aziendale e ne influenza l’andamento può essere così identificato:

  • La storia. Qualcuno la chiama anche “il sogno dell’imprenditore”. Come è nata la tua impresa, piccola o grande che sia? L’hai creata tu dal nulla? L’hai ereditata? È il risultato di una fusione o acquisizione? Che si tratti di un’azienda medio – grande o di un piccolo negozio non fa differenza: la storia scorre nelle vene della tua attività ed emergerà nei momenti più importanti. Tutto inizia dal sogno dell’imprenditore.

 

  • La proprietà: di che tipo di impresa stiamo parlando? Una gestione familiare? Un’attività imprenditoriale più complessa? Un’associazione o cooperativa? O lavori presso un’istituzione? Ognuna di queste tipologie determina la tipologia di azione da intraprendere.

 

  • Le dimensioni dell’ambiente: si opera a livello locale, regionale, nazionale o globale? È fondamentale per ragionare sulla preparazione al cambiamento.

 

  • La missione: parliamo di utili, valore/prezzo, beneficenza, crescita.

 

  • Le risorse: che persone operano al suo interno? Che attività svolgono e in che ruolo? Titolo di studio?
    Modalità di gestione: troppo controllante? Basata su assunzioni e licenziamenti? Sull’acquisizione di soci?

 

  • Livello tecnologico: quanto è digitalizzata e tecnologica l’organizzazione di cui stiamo parlando? E che peso ha il livello di tecnologie nella gestione del cambiamento?

Ignorare questi elementi, così come sottovalutarli, è rischioso e sciocco.

Ogni azienda porterà a un risultato diverso nella combinazione di questi elementi. Dunque il programma di cambiamento deve tenere presente questo presupposto per conseguire risultati di successo.

Una volta raggiunto il risultato va raccontato, comunicato, nelle modalità che ti propongo da tempo!

Non ti è ancora chiaro cosa significa comunicare ad alto impatto?
Ho le indicazioni che ti servono, basta cliccare qui!

Come analizzare il cambiamento nella tua organizzazione

Il cambiamento!
Protagonista di questo nuovo ciclo di approfondimenti, è sicuramente uno dei più importanti temi scaturiti dall’emergenza Covid!

Non mi stanco di ripetere che uno dei requisiti fondamentali per l’applicazione di una Comunicazione ad Alto Impatto è proprio la conoscenza approfondita dei contesti e dei fattori che li muovono, solo così sarà possibile riuscire a trasmettere il tuo messaggio nel più breve tempo possibile, conquistando l’attenzione del tuo interlocutore e acquisendo ai suoi occhi credibilità e auterevolezza.

Oggi analizzerò il cambiamento partendo dal lavoro.
Moltissime persone, in questo preciso momento storico, stanno cercando o affinando gli strumenti e le strategie più efficaci per comprendere il momento e agire nel modo giusto e nei tempi giusti.

Vediamo dunque all’interno di un’organizzazione cosa muove il cambiamento.

Sin dalla scorsa volta (hai perso il post? Recupera subito leggendo qui) abbiamo visto la differenza tra chi ignora il cambiamento aspettando e sperando che passi, come hanno fatto i dinosauri, e chi cerca di cavalcarlo munendosi degli strumenti giusti per imparare a leggerlo e cogliere le opportunità che offre, come invece hanno fatto le specie che sono sopravvissute.

L’atteggiamento può fare davvero la differenza, se si pensa “se non è rotto, non aggiustarlo ( o meglio non cambiarlo in nessun modo)” non si sarà mai abbastanza pronti per un cambiamento.
O ci si adatta o si fa la fine dei dinosauri, o si scopiazzano le soluzioni altrui per sopravvivere per un tempo limitato o si prova a generare innovazione in base alla propria situazione di partenza.

E dunque entriamo nel merito e andiamo oltre la pandemia: in generale, all’interno di una qualunque organizzazione, quali possono essere i fattori, interni e esterni, che portano dei cambiamenti?

Interni:
– Crescita
– Tecnologia
– Nuova gestione
– Fusioni e acquisizioni

Esterni:
– Pressioni relativi ai costi
– Concorrenza
– Normative
– Cambiamenti nei mercati

Possiamo chiudere questo post con un bell’esercizio: pensiamo ora alla tua organizzazione.

Elenca tutte le motivazioni per cui ritieni che possa essere necessario un cambiamento, poi mettile in ordine di priorità.
Rileggi poi il tuo elenco e chiediti come ciascuna voce dovrebbe essere cambiata per andare incontro al perchè dovrebbe essere cambiata.

L’esercizio è stato utile?
Se vuoi condividere le tue considerazioni, scrivi pure nei commenti del post.

Il segreto per gestire il tuo tempo in questi strani giorni? Pianifica al meglio la tua giornata!

In questi giorni di isolamento forzato e necessario molti stanno lavorando da casa, e per loro ho già trattato il tema dello smart working (leggi qui se hai perso il post).
Non tutti i professionisti però hanno questa opportunità e molti sono a casa senza poter svolgere le proprie attività e addirittura senza stipendio purtroppo.
Leggo sui social di persone che non stanno vivendo affatto bene questo periodo di quarantena e a loro voglio rivolgermi oggi perché credo che non serva a nulla, se non a peggiorare le cose, stare lì a lamentarsi della noia e del tempo che non passa mai.
Come in molti hanno ribadito ti è stato chiesto di rimanere a casa e non di andare in trincea, quindi se proprio non sai come passare il tuo tempo pensa a quel milione di cose che vorresti fare durante l’anno ma che non riesci mai a fare perché non hai tempo.

Hai già pulito tutta la tua casa, fatto giardinaggio, pitturato le pareti?

Benissimo, ho quello che fa al caso tuo.

Dedicati alle attività che sto per proporti per investire al meglio il tuo tempo.

  • Leggi. E detta così sembra scontata. Allora completo la frase: leggi i un’ottica di miglioramento della tua comunicazione. Scegliti un testo che contenga dialoghi di spessore dove sia possibile analizzare la comunicazione delle emozioni per poterla distinguere da quella puramente informativa. Cerca di individuare lo schema della costruzione del discorso così come lo abbiamo studiato insieme. Soffermati sulla caratterizzazione dei personaggi e osserva il loro stile relazionale.
  • Stesso discorso vale per la cinematografia, dove hai il vantaggio di poter osservare anche il linguaggio del corpo e l’interazione dei personaggi in termini di prossemica. Vuoi farla ancora più ghiotta? Guarda un film in lingua originale se hai un’infarinatura di base, sarà ancora più interessante cogliere la costruzione dei dialoghi.
  • Studia. C’è un archivio di post sul mio blog e diversi webinar proposti nel sito. Approfittane per migliorare e affinare la tua comunicazione, consideralo un investimento utile anche per affrontare il mercato ancora poco chiaro, ma di sicuro non incoraggiante, che ci aspetta dopo questo periodo terribile.
  • Prenditi cura di te anche fisicamente. Guai se resti in pigiama, ingobbita/o, tutto il giorno sul divano. Ritagliati un piccolo spazio per allenarti e se non hai una tua scheda di allenamento ci sono moltissime app di homework che possono fare al caso tuo, anzi ti dirò di più: quella della Nike è gratuita. Non dimenticare che il nostro benessere fisico si ripercuote positivamente anche sulla nostra comunicazione, sul modo di porsi, senza considerare che quello che trasmetterai agli altri sarà sostenuto da uno stato di benessere generale.

Allora per gli annoiati è tutto!
Per chi invece ha già una serie di attività da svolgere trovo estremamente utile distribuire le cose da fare nell’arco della giornata attraverso un accurato lavoro di pianificazione, in modo da distribuire le energie dove servono e nella fascia oraria in cui possono garantirci un rendimento ottimale in base al tipo di attività.
L’immagine è molto chiara, ma proviamo a schematizzarla per punti:

  • Il mattino ha l’oro in bocca: sfrutta la prima ora del mattino per il tuo risveglio energetico attraverso lo yoga o all’attività fisica che preferisci svolgere. Vai a correre, fai outdoor in giardino. Poi passa alle video call organizzate la sera precedente. Suddividi in modo ordinato le team conference e le video call one – to one. A metà mattina, dalle 11 alle 13 dedicati ai tuoi clienti e ai tuoi progetti: fai le tue chiamate, rispondi alle loro mail o ai loro messaggi sui social. Dopo aver smaltito le gestione dei clienti è tempo di dedicare tempo e attenzione ai progetti in sviluppo.
  • Ritagliati un’ora lontana dal pc per pranzare e poi dedica il primo pomeriggio alle contingenze, a tutte le situazioni fuori programma che possono essersi verificate dal mattino. Se avrai gestito bene il tutto per le 16 sarai in grado di dedicarti alle tue letture.
  • Dalle 18 in poi fai spazio a nuovi stimoli culturali che ti aiutino ad affrontare questo delicato momento di cambiamento. È un’occasione imperdibile per accrescere le tue abilità e competenze attraverso video corsi, letture, webinar. Non dimenticare di pianificare la giornata successiva.

Per oggi mi fermo qui, andiamo avanti giorno per giorno

Teniamo botta e cerchiamo di approfittare del tempo libero per diventare professionisti e persone migliori.

PS. Lo metto per ultimo affinché ti resti bene impresso nella mente: dedicati ai tuoi cari, non hai sempre questa bellissima opportunità.