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Abilità comunicative: tutti possono imparare a parlare in pubblico?

Ognuno di noi possiede le potenzialità per parlare in pubblico. In molti pensano che per farlo ci voglia un grande talento e che si debba tirare fuori un immenso coraggio, in realtà capirai presto che si tratta solo di acquisire competenze e allenarle come si deve.
Alle volte siamo schiavi di convinzioni sbagliate, che ci limitano molto, allontanandoci dai nostri obiettivi. Questo è solo uno dei danni possibili, mettici anche il rischio di non conoscere capacità e abilità che non sapevi di possedere perché dovevano solo essere sviluppate nel modo giusto!
Parlare in pubblico, essenzialmente, significa esporre qualcosa a un uditorio più o meno esteso.
A rendere un po’ delicate le cose c’è che questo qualcosa solitamente è molto importante per chi è venuto ad ascoltarlo, e il modo in cui verrà detto sarà determinante.
Questi dettagli bastano per terrorizzare chi dovrà tenere un discorso pubblico.
Immaginati lì, a due minuti dal tuo discorso.
L’idea di non soddisfare le aspettative del pubblico o, ancor peggio, che questo possa costruirsi una cattiva impressione di te, ti porta a pensare che parlare efficacemente in pubblico sia un dono che pochi eletti custodiscono per sé.
NON è così!
Ricorda che parlare in pubblico è un’abilità che può essere acquisita seguendo un determinato percorso opportunamente strutturato –  e scandito da step ben precisi –  e dedicandosi a sviluppare specifiche abilità.
Ogni buon discorso, tanto un comizio quanto una presentazione, oltre la facciata, nasconde una serie di dettagli che all’apparenza sembrano insignificanti ma che in realtà fanno una grande differenza.
E proprio perché sono dettagli la maggior parte delle persone non li considera nella loro effettiva importanza e crede che il contenuto sia molto più importante della forma.
Occhio però: non sto dicendo che il contenuto non sia importante, ma non meno importante è anche il modo in cui si trasferisce il contenuto e tutti gli accessori, o come mi piace chiamarli, tutti gli strumenti della nostra cassetta degli attrezzi, fondamentali perché ti permettono di diventare un ottimo comunicatore.
Questi strumenti, a dire il vero, tu li possiedi già, ma non hai idea di che forma e direzione dargli per trasformarli in competenze.
E quindi che fare?
Ovvio:
discorso - credibilità

La credibilità del tuo discorso: contenuto, forma, contesto.

La credibilità è il fattore più importante all’interno di un discorso.
Per quanto si possa essere preparati, disinvolti, competenti, se il discorso non è credibile non funziona.

La credibilità riveste un ruolo importantissimo per l’efficacia della Comunicazione in Pubblico.

Qualunque sia il contesto della tua comunicazione, e l’obiettivo che vuoi raggiungere, non puoi trascurare la credibilità, senza la quale non solo gli obiettivi si allontanerebbero da te alla velocità della luce, ma l’interlocutore difficilmente ti dedicherebbe la sua attenzione.

Ogni atto comunicativo avviene in un contesto specifico e non sempre le caratteristiche di questo contesto si possono scegliere.
Lo speaker quindi deve essere in grado di trasferire contenuti sul suo pubblico sfruttando in modo ottimale tutte le risorse a sua disposizione.
Contenuto, forma, contesto: questi 3 elementi devono essere gestiti con grande competenza.
Ergo:
➡️  prepara il tuo discorso con serietà, il che significa non preparare solo l’argomento su cui verte il focus, ma spazia, rendi te stesso capace di argomentare digressioni, aneddoti, approfondimenti. Aggiornati costantemente su tutto il ventaglio di argomenti di tua competenza.
➡️  cura la forma: linguaggio del corpo, tono della voce, stile linguistico, approccio con il pubblico. Abbi cura di chi ti ascolta in ogni aspetto.
➡️  cerca di controllare il più possibile il contesto: fai dei sopralluoghi se vai in presenza, un tour virtuale se la sede si trova in un’altra città. Fai tutti i check necessari se la tua conferenza è on line, cura l’audio, lo sfondo, la gestione dei documenti da condividere. Non lasciare nulla al caso.
Quando hai appurato che questi 3 aspetti sono sotto controllo concentrati sul tuo pubblico: sarai credibile sono quando le tue competenze saranno in grado di risolvere il problema del tuo pubblico e le tue capacità di oratore saranno in grado di comunicarglielo.
Perché un interlocutore dovrebbe dedicarti il suo tempo?
Perché grazie al modo il cui hai impostato ogni aspetto del tuo discorso chi ti ascolta deve capire, presto, che fa al caso suo.
E come?
Facendogli intravedere quello di cui ha bisogno, il modo in cui il tuo argomento interverrà nelle sue attività, nei suoi progetti e lo condurrà verso gli obiettivi che desidera.
Una cosa utile?
Racconta l’esperienza di chi ci è già passato, un aneddoto che spieghi con chiarezza i vantaggi di quel che descrivi.
Lo sai fare?
Aspetta prima di rispondere!
Parliamone!

Scrivimi: info@matteomaserati.it

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chi-legge-quello-che -scrivi

Chi legge quello che scrivi? Diventa il tuo lettore per un giorno.

Chi legge quello che scrivi?
Si dice che chi sceglie il tuo lettore sia proprio tu.
Chi scrive infatti, secondo le regole che ci insegna Google e il marketing, sceglie il cosiddetto target, ovvero la fascia di pubblico a cui destinare i contenuti che scrive.
Il primo passo, a dire il vero, è proprio quello di scegliere il pubblico.
Cosa succederebbe se così non fosse?
Ti illustro subito lo scenario catastrofico.
Supponiamo tu abbia un servizio da presentare.
Devi descriverne le caratteristiche, ma soprattuto i vantaggi e il modo in cui migliora la vita di chi lo compra.
Inizi a scrivere in preda all’entusiasmo, butti giù i dettagli dettagli tecnici, le tue opinioni, le prove inconfutabili del valore del servizio, ma …
AAAALT!
Tutto questo lavoro per chi lo stai facendo?
A chi serve quel che scrivi?
Che mestiere deve fare chi legge per apprezzare quel servizio?
In quale fascia di età deve essere collocato?
Cosa cercherebbe su Google se avesse bisogno di quello che stai cercando di vendere?
Queste domande non sono solo importanti, sono vitali per la tua attività.
🔴  Individuare chi ti legge è fondamentale quando scrivi.
Il passo più strategico per comprendere come arrivare al tuo lettore ideale è immedesimarsi in lui/lei, fingere per un tempo limitato di essere lui.
Cosa si aspetterebbe di trovare?
In che linguaggio lo accoglierebbe con maggior naturalezza?
Lo so, ti stai preoccupando, ma non devi!
Ho preparato per te un primo vademecum di domande da tener presenti (inchiodale sullo schermo su cui lavori) quando scrivi un argomento che ha una destinazione di acquisto oppure che contiene dei temi per te importanti da trasmettere ai giusti destinatari:
➡️  che fanno nella vita le persone a cui vuoi scrivere?
➡️  che problemi potrebbe loro risolvere il tuo servizio/prodotto?
➡️  hanno un background specifico o eterogeneo?
➡️  perché pensi di essere in grado di scrivere un messaggio per loro?
➡️  chi sei tu per loro?
Fissa bene questi punti perché sono imprescindibili se vuoi davvero arrivare al tuo interlocutore.
Una volta individuato il tuo pubblico, puoi tarare il linguaggio e scegliere la forma giusta, la più efficace, per esporre i tuoi contenuti e raggiungere i tuoi obiettivi.
Tutto chiaro???
Vuoi già saperne di più 👇

Ci sta!

Scrivimi: info@matteomaserati.it

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i - must-del-discorso-che-funziona

Com’è la mappa della tua storia? I 4 MUST del discorso che funziona

Perché una storia

Un discorso funziona se la tua storia ha una mappa basata su 4 MUST fondamentali.

Che si tratti di una presentazione, di un lancio promozionale, di un discorso in pubblico, quello che è ormai da anni provato è che l’efficacia dei contenuti si quadruplica se questi vengono veicolati attraverso una storia.

Una storia non significa l’aneddoto dell’infanzia, le origini dell’azienda e tutto il quadro genealogico dell’imprenditore.


🔴  Significa molto più concretamente decidere di costruire i contenuti intorno a degli elementi che ne rendano più incisivo il significato.

I 4 MUST del discorso che funziona

Il discorso che funziona non è il risultato della casualità, ma della combinazione di elementi tecnici maneggiati da professionisti competenti che sanno che costruire un discorso significa impostare un processo.

Per essere più dettagliati prenderemo ora in esame 4 elementi MUST che possono fare davvero la differenza nella costruzione di un discorso:

➡️  Il contenuto: è spesso la parte a cui i relatori dedicano più tempo, eppure la maggior parte delle volte i contenuti risultano essere pieni di elementi non attinenti agli obiettivi della presentazione o del discorso. Se lo scopo finale è quello di attivare un comportamento per promuovere un cambiamento perché fare esempi astratti? Perché non entrare nel merito della questione e fare esempi che possano essere davvero calzanti e d’esempio per chi ascolta?

➡️  Il pubblico: cosa hanno bisogno di sapere le persone a cui stai parlando? Cosa serve loro concretamente? Di sicuro non di nozioni generali, ma di spunti che possono essere calati nel contesto in cui intendono agire un cambiamento.

➡️  La storia: quale storia costruire attorno al contenuto? Come impostare la sua struttura? Attraverso il formato della storia ci si salva dal rischio di sparare informazioni a raffica. All’interno del flusso di una storia il pubblico si identifica più facilmente con gli obiettivi del discorso e ne farà propri i contenuti.

➡️  Il racconto: adesso devi decidere come questa storia sarà raccontata. Quale formato può rendere più diretto il contenuto che attraverso di essa si vuole trasmettere.
In questa fase va elaborato il modo in cui la storia verrà comunicata affinché abbia l’impatto desiderato e faccia il salto di qualità dal messaggio confuso al messaggio inequivocabile.

Non finisce qui!
Non finisce mai qui!


Già vuoi saperne di più e fai bene!🏅
Cosa devi fare?
Scrivimi a info@matteomaserati.it
e intanto dai un’occhiata a quello che succede sul mio sito!